CAPITOLO 21

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Sabato 29 settembre 2012

22:15

«Sky, svegliati.» Mi sono addormentata sul braccio di Taylor; mi tiro su e mi pulisco la saliva dalla guancia: lui si guarda la maglietta tutta sbavata e fa una smorfia.

«Scusa» mi metto a ridere. «Dovresti cercare di essere meno comodo.»
Siamo arrivati a casa sua, dopo esserci trascinati otto ore alla ricerca di oggetti kitsch.
Alla fine Cameron e Tay si sono arresi e abbiamo fatto a gara per trovare la cosa più assurda. Credo di aver vinto con il set da condimento a forma di intestino, ma il mio amico si è avvicinato con il quadro di un cucciolo in sella a un unicorno su sfondo viola.

«Non dimenticarti il tuo quadro» gli ricordo mentre esce dalla macchina. Afferra il capolavoro e mi dà un bacio.
«Ci vediamo lunedì.» E poi, rivolgendosi a Cam: «Non credere di rubarmi il posto vicino a Sky alla prima ora solo perché adesso state insieme.»

Lui si mette a ridere. «Io sono sprovvisto di caffè. Dubito che farebbe a cambio.»

Taylor chiude la portiera e Cameron aspetta che sia entrato in casa prima di ripartire. «Cosa pensi di fare là dietro?» dice, sorridendomi dallo specchietto retrovisore. «Vieni qua.»

Scuoto la testa e resto dove sono. «Mi piace avere l'autista.»

Lui ferma la macchina e si toglie la cintura per girarsi. «Vieni qui» dice, cercando il mio braccio.
Mi afferra per il polso e mi tira finché i nostri visi si trovano a pochi centimetri di distanza.
Mi prende le guance e le stringe, come se fossi una bimba piccola. Poi appoggia un bacetto sulle mie labbra arricciate.

«Mi sono divertito oggi» dice. «Sei proprio stramba.»

Io lo guardo con un sopracciglio alzato, cercando di capire se si tratti di un complimento oppure no. «Grazie. Credo.»

«Mi piacciono le stramberie. Adesso porta qui il culetto e siediti vicino a me, prima che venga dietro a non farti le coccole.» Mi tira il braccio e io balzo sul sedile anteriore, poi mi allaccio la cintura.

«E adesso che facciamo? Andiamo a casa tua?» chiedo.

Lui scuote la testa. «No. Abbiamo un'altra fermata.»

«Casa mia?»

Scuote la testa. «Vedrai.»

Guida fino alla periferia della città.
Mi accorgo che siamo all'aeroporto quando accosta a lato della strada.

Esce dall'auto senza dire niente e viene ad aprirmi la portiera.

«Siamo arrivati» dice, indicando una pista di decollo di fronte a noi.

«Cam, questo è l'aeroporto più piccolo nell'arco di trecento chilometri. Se vuoi aspettare di veder decollare un aereo dovremo stare qui due giorni.»

Mi prende per mano e mi accompagna giù, lungo il pendio. «Non siamo qui per vedere gli aerei.» Continua a camminare fino a raggiungere la rete che circonda l'aeroporto.
La scuote per assicurarsi che sia abbastanza robusta e mi prende di nuovo la mano. «Togliti le scarpe, così è più facile.»

Guardo la rete e poi guardo lui.

«Vuoi che mi arrampichi su questo coso?»

«Be'» dice, guardando la recinzione. «Se vuoi posso lanciarti di peso dall'altra parte, ti farai solo un po' male.»

«Ho la gonna! Non mi avevi avvisato che avremmo dovuto scavalcare delle recinzioni stanotte. E inoltre è illegale.»

Guarda il cielo e mi spinge verso la rete. «Non è illegale quando il tuo patrigno gestisce l'aeroporto. E no, non ti ho avvisata perché avevo paura che ti saresti cambiata questo splendido vestito.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2016 ⏰

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Things about Love|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora