Capitolo 1

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Harry's Pov
"Cosa significa che fermate le ricerche?" dissi alterato: quei tre idioti non potevano fare sul serio. "Signorino Harry, non la troviamo da nessuna parte e il re ci ha detto che dobbiamo far rientrare ogni corpo di ricerca, ci dispiace." disse uno di loro intimidito, per giustificare le loro azioni. Arrabbiato come non mai, mi precipitai nel grande salotto dove mio padre si riuniva con alcuni suoi pari. "Cosa significa che fermano le ricerche?" urlai, per l'ennesima volta quel giorno, contro mio padre, sempre più arrabbiato, interrompendo la loro riunione. Poco mi importava. Dopo aver ricevuto un'occhiata da parte del re, venni portato nella stanza vicino da due servitori dove aspettai impaziente e adirato che mi degnasse di una risposta. Quando entrò, subito notai i suoi occhi verdi arrabbiati. "Harry santo Dio, ma si può sapere a cosa vai pensando?". Il suo tono garbato mi fece irritare ancora di più. "Che cazzo, fai riprendere le ricerche ora!" scoppiai, dando ordini al mio stesso re che sospirò amareggiato. "Sono cinque anni che la cerchiamo, sicuramente è morta: da sola nei boschi del regno. Ci sono tanti animali feroci e una bambina di quattro anni..." "Nove." lo interruppi subito, guardandolo male. Lui sospirò ancora. "È morta Harry, è inutile cercare." mormorò, con il dolore nella voce. "Mamma non te lo lascerebbe fare se solo potesse, lo sai questo vero?" dissi sprezzante prima di congedarmi con un mezzo inchino. Mia madre non parlava da cinque anni, lo shock l'aveva traumatizzata. Ed è da lei che mi diressi, in giardino come sempre. E li la vidi, a guardare il bosco. Il bosco, come sempre. "Mamma" mormorai, accucciandomi vicino a lei senza ottenere risposta, non che ne aspettassi una. "Come già saprai, hanno bloccato le ricerche" continuai, accarezzandole i capelli. E i suoi occhi, celesti e vuoti, iniziarono a lacrimare e io mi sentii male a vederla così. "Mamma, ti prometto che la troverò. Io non mi arrendo mamma" terminai determinato e speranzoso per poi voltarmi verso il bosco, per non guardare il suo volto sofferente. La nostra vita era diventata triste dopo la sua scomparsa: mia madre aveva smesso di reagire, mio padre aveva quasi paura anche di parlare a me e Sophia, io ero diventato un ragazzo scorbutico e abbastanza aggressivo. Sophia, invece, era rimasta la ragazza dolce e premurosa che tutti conoscevano. 'La bellezza del regno', molti la chiamavano così ed era vero. E non parlavano di bellezza fisica, oltre a quella Sophia aveva quella purezza che il regno, ormai inquinato da una depressione inumana, poteva solo sognare. Io, al contrario di Sophia, ero proprio il cittadino più inquinato, più segnato dal nero di quel posto dimenticato dalla sorte divina. "Mamma, smettila di guardare il bosco. Ti fa stare male lo sai." sentii una voce dolce alle mie spalle, che subito riconobbi come quella di mia sorella. La sentii anche mettersi in piedi dietro di me, mentre la sua ombra mi sovrastava come per farmi sembrare ancora più sporco di fronte alla sua lucentezza. "Ho saputo" disse poi e ci misi poco a capire che parlava delle ricerche. "Non lo accetto questo" risposi io, facendole subito intuire la mia intenzione. Lei annuì e si sedette accanto a me. "Qualsiasi cosa, sto con te. Anche Louis è arrabbiato e mi ha già detto che ti aiuterà. Non so bene per cosa, ma sei tu il suo amico più caro" mormorò poi, nominando il suo ragazzo e futuro sposo, nonché mio più fidato amico. Annuii, con Louis avevamo già programmato tutto per questo. "Ti fidi di me?" chiesi poi alla mia sorellina, la quale rispose in modo affermativo. Sorrisi quindi, felice di essere appoggiato da lei. "Verrò con voi" disse infine, guardandomi con quegli occhi blu.

Provai a far cambiare idea a Sophia, ma era irremovibile. E sperai fino alla fine che non venisse, ma la mattina della nostra piccola spedizione lei stava lì, vestita con degli abiti comodi per un viaggio a cavallo. "Potrebbe essere pericoloso" continuava a ripetere Louis, mentre la guardava preoccupato, ma lei voleva venire a tutti i costi. Alla fine, la accontentammo e la lasciammo venire. Partimmo noi tre con due cavalli e tutto il necessario per una spedizione, di nascosto da nostro padre e davanti gli occhi preoccupati di nostra madre, che era venuta lì alla stalla (cogliendo tutti di sorpresa) con la paura di perdere anche gli ultimi figli che le erano rimasti.

"Where Is My Sister?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora