25. Return to home

1.6K 108 36
                                    

Il volo da Firenze a Roma fu abbastanza breve, invece quello da Roma ad Atlanta fu lievemente più lungo.
«Chiara? Dovrei chiederti una cosa..» mi disse Edward mentre l'aereo si dirigeva verso Roma.
Chiedi. risposi.
«Prima, a Volterra, come hai fatto?»
A morderti? Bhe, che domande, ho aperto la bocca e lo richiusa. Tu come mordi qualcosa? Con le mani?
Edward si mise a ridere «Non quello! Intendevo, come hai fatto a resistere a Jane? Per un attimo è sembrato che fossi immune al suo potere»
Ahhh, la prossima volta specifica. Comunque non so nemmeno io come ho fatto.
La conversazione finì li.
Sul volo da Atlanta a Roma, Bella chiese alla hostess una Coca Cola. Se non fossi stata in forma lupo l'avrei bevuta volentieri pure io...
«Bella» la rimproverò Edward.
Intanto Alice era seduta di fianco a me, dietro Bella ed Edward e parlava al telefono con Jasper. Ovviamente io ero vicino al finestrino.
«Non voglio dormire» disse Bella ad Edward «Se chiudo gli occhi, vedrò cose che non voglio vedere. Avrò gli incubi»
Edward non osò controbattere.
Il viaggio fu tranquillo, io mi misi a dormire acciambellata sul sedile mentre Bella continuava a bere Coca Cole su Coca Cole ed Edward ed Alice parlavano tra di loro.
Alice mi svegliò quando stavamo per arrivare a Seattle.

All'aeroporto ci stavano aspettando tutti i membri dei Cullen, io e Bella rimanemmo sorprese di trovarli li, invece Edward ed Alice no.
Jasper raggiunse velocemente Alice, mentre noialtri ci dirigevano dagli altri componenti.
Esme abbracciò Bella «Grazie, davvero» le disse.
Poi abbracciò Edward, rimproverandolo «Non osare mai più infliggermi una pena simile»
Edward sorrise, pentito «Scusa, mamma»
Soprattutto perché io non verró più a salvarti. Gli dissi ridendo, lasciando che anche gli altri sentissero.
«Non saresti nemmeno dovuta andare a Volterra... però, grazie per averli riportati indietro, vivi» mi fece notare, dolcemente, Carlisle.
E perchè non sarei dovuta andare?
«I tuoi genitori, sono molto in pensiero»
Oh, sopravvivranno. Risposi fredda.
Carlisle mi guardò scuotendo lievemente la testa e si rivolse a Bella «Grazie, Bella. Ti siamo debitori»
«Macchè» rispose Bella, chiaramente assonnata.
«Dorme in piedi» disse Esme ad Edward, dopo avermi abbracciata e ringraziata «Riportiamola a casa»
Ci dirigemmo verso il parcheggio mentre Edward sosteneva una Bella praticamente dormiente.
Mi stoppai bruscamente quando vidi Emmett e Rosalie appoggiati alla berlina nera. Non mi aspettavo di vedere la perfida Rosalie.
Edward s'irrigidì, lottando contro l'istinto di ringhiare contro la bionda.
«Per favore, no» sussurrò Esme «È distrutta»
«Ben le sta» rispose Edward secco e senza abbassare la voce.
«Non è colpa sua» disse Bella con la voce arruffata dalla stanchezza.
«Concedile la possibilità di scusarsi» aggiunse Esme «Noi andiamo con Alice e Jasper»
Edward guardò in cagnesco Rosalie che ci aspettava insieme ad Emmett.
«Per favore, Edward» sussurrò Bella.
Lui sospirò e si diresse con l'umana verso l'auto mentre io seguì Carlisle, Esme, Alice e Jasper sulla Volvo di Edward.
Carlisle si mise al posto del guidatore, Esme si accomodò sul sedile del passeggero, Io, Alice e Jasper ci mettemmo dietro. Mi accucciai tranquillamente su di un sedile poggiando il muso sul finestrino, troppo pigra per ritrasformarmi.
«Edward» sentì dire a Rosalie, preferivo tenere d'occhio i pensieri di quei tre vampiri, in caso che scoppiassero conflitti.
«Lo so» rispose Edward, brusco.
«Bella?» dato che non poteva scusarsi con Edward, chiamò Bella, con delicatezza.
«Si, Rosalie?» rispose lei, esitante.
«Mi dispiace tanto. Tutto questo mi ha fatto sentire malissimo, ti ringrazio di cuore per il coraggio con cui hai salvato mio fratello dopo ciò che ho combinato. Ti prego di perdonarmi, se puoi»
«Ma certo, Rosalie»
Emmett ridacchiò «Finchè non torna lucida non vale, Rose»
«Sono lucida» rispose Bella, anche se la sua voce sembrava più che altro un sospiro.
«Lasciala dormire» rispose Edward, un po' più serenamente.
Poco dopo sentì Jasper che mi chiamava, pensando a ciò che voleva dirmi, probabilmente voleva evitare che Alice lo sentisse «Chiara, volevo ringraziarti per aver evitato che Edward si facesse uccidere e, soprattutto, per avermi riportato Alice»
Mi misi a ridacchiare, evitando di dirgli che stavano per ucciderci solo perchè avevo azzannato Aro e provato ad uccidere Jane. Ehm, prego. gli risposi, invece.
Lui sorrise e poco dopo mi addormentai.
Chissà perché continuavano a ringraziarci, avevamo solo evitato che i Volturi uccidessero Edward, non avevamo salvato il mondo.

Mi svegliai quando arrivammo a casa di Bella, ormai era praticamente mattino.
Carlisle frenò dietro alla macchina dove si trovava Edward.
Edward scese dall'auto tenendo in braccio Bella, ancora in fase di dormiveglia.
«Bella!» urlò Charlie. Era veramente tanto preoccupato.
«Charlie» farfugliò Bella.
«Sssh» le sussurrò Edward «Va tutto bene. Sei a casa, al sicuro. Ora dormi»
«Non riesco a credere che tu abbia il coraggio di mettere piede qui» urlò Charlie contro Edward.
«Smettila, papà» disse Bella a voce così bassa che dubitai sul fatto che Charlie l'avesse sentita.
«Cosa le è successo?» continuò lui.
«È soltanto stanchissima» rispose Edward, tranquillo «La lasci riposare»
«Non osare darmi ordini!» strillò Charlie «Ridammela. Toglile le mani di dosso!»
«Smettila, papà. Prenditela con me» disse Bella, difendendo Edward.
«Puoi starne certa. Entra subito»
«Va bene. Lasciami andare» sussurrò Bella.
Edward mise in piedi Bella che, al primo passo, cadde in avanti. Fortunatamente il vampiro l'afferrò al volo.
«Lasci almeno che l'accompagni di sopra. Poi me ne vado» chiese Edward.
Charlie annuì, contrariato ma lievemente più calmo. Mi girai a guardare Jasper e dissi "ad alta voce", ridendo: Jasper: 1, Charlie: 0. Giusto?
Alice si mise a ridere e Jasper sorrise continuando ad utilizzare il suo talento.
Poco dopo Edward uscì dalla casa e risalì in macchina. Stavolta Carlisle non seguì la macchina guidata da Emmett, ma svoltò quasi subito a destra: direzione: casa Smitterson.
Oh, Carlisle, se vuoi puoi lasciarmi qui. Vado a piedi.
«Possiamo pure accompagnarti e trovare una scusa per la tua assenza» mi rispose il vampiro-dottore, sorridendo.
Sbuffai. Seriamente, non serve. Non mi diranno nulla, sono abituati al fatto che non segua le regole.
Carlisle sghignazzò «Troppo tardi, siamo arrivati» poco dopo frenò l'auto.
Sbuffai, mi trasformai poco prima di scendere e, senza farmi vedere dagli umani, mi arrampicai sul melo davanti casa. Dal ramo raggiunsi la finestra e riuscì ad aprirla. Ero uscita di casa di nascosto così tante volte che ormai aprire quella finestra non era più un problema.
Sfortunatamente la macchina aveva fatto troppo rumore, il signor Smitterson entrò nella stanza «Oh, guarda, ti sei degnata di tornare» era un uomo abbastanza alto, con capelli e baffi di un color grigio-bianco e gli occhi verdi.
«Salve» dissi tranquillamente.
«Dove sei stata in questi tre o quattro giorni?!»
«Mi ero persa nel bosco» risposi alzando le spalle.
Thomas Smitterson alzò un sopracciglio «Persa?»
Annuì, ma in quel momento, qualcuno suonò il campanello. Carlisle stava venendo a salvarmi. Alzai gli occhi al cielo, sapevo cavarmela benissimo anche da sola.
«Dopo facciamo i conti» mi disse l'uomo andando al piano terra ad aprire la porta.
Dopo facciamo i conti... se, certo. Pensai per niente spaventata da quella minaccia.
«Salve, signor Smitterson» sentì dire a Carlisle.
«Salve, dottore. Qualche problema?»
«Si, ecco, era a proposito di Chiara»
«Cos'ha fatto adesso?»
«Oh, no, assolutamente nulla. Volevo solo dirle che in questi giorni Chiara era a casa nostra»
«A casa vostra?»
«Si»
«Mh, e perchè non sarebbe nemmeno andata a scuola o tornata a casa?»
«Perchè... è venuta a fare trekking con noi, sa, ieri e l'altro ieri c'era il sole...»
Carlisle, me la posso cavare anche da sola, torna a casa. Gli dissi sghignazzando, si stava arrampicando sugli specchi, non sapeva che dire per fornirmi un'alibi.
"Ci penso io..." pensò Jasper utilizzando il suo talento per calmare Thomas ed Eva Smitterson.
«Ok, se era a casa sua non c'è problema. La prossima volta però avverta» disse civettuola la signora Smitterson affiancando il marito. Lei era una donna alta, con i capelli rossicci, gli occhi marroni e si metteva sempre quintali di rossetto e profumo. Una cosa bruttissima quando hai un fiuto super-sviluppato.
«Certamente, signora. Scusateci ancora per il disturbo» Carlisle si avviò verso la macchina e mise in moto. "Visto? Ti ho salvato la vita" pensò ridendo.
Esagerato, ringraziamo il potere di Jasper. Risposi, ridendo pure io.

Vampiri: 2, umani: 0
Anzi, Jasper: 2, umani: 0

Guardai l'ora sulla sveglia era circa l'una di notte
Sbuffai pensando che sarei dovuta andare a scuola subendomi le miriadi di domande sulla mia sparizione che corrispondeva a quella di Bella ed al ritorno dei Cullen.
Prima o poi scopriranno che non siamo umani, ne sono certa.
Era abbastanza noioso stare li in camera senza fare nulla, dato che avevo già dormito optai per fare un salto a casa Cullen.
Saltai fuori dalla finestra, trasformandomi.
Oddio, no. Mormorai tra me e me pensando anche alla sfuriata che mi sarei dovuta subire da parte di Sam. Stavolta niente aiuto da parte di Carlisle, sfortunatamente.

I Cullen e i QuileutesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora