Capitolo 15

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La testa mi girava incessantemente, attorniata da demoni d'ombra dagli artigli affilati, sentivo i loro sussurri rimbombarmi dentro, e i loro graffi lacerarmi l'anima. Basta! Basta! Basta! Andate via! Urlai agitando le braccia e spalancando infine gli occhi: davanti a me apparve un panorama spettrale, cadaveri insanguinati erano disseminati ovunque perdendosi nell'orizzonte, illuminati da un freddo sole calante coperto da nuvole di sabbia. Sentii un clangore metallico continuo e confuso provenire dalla battaglia che si svolgeva alle mie spalle, insieme ai gemiti di dolore dei soldati in fin di vita, e stavo per voltarmi quando improvvisamente sentii dei passi tuonanti rimbombare sempre più vicini a me, e la sabbia che lasciava scie dorate in cielo si compattò fino ad assumere le sembianze di un uomo alto quanto una piramide, se non di più, che con uno sguardo glaciale che mi perforava da parte a parte indicandomi tuonò con la sua crudele e possente voce: -Tu devi morire!!-
-No! No! Nooo!- urlai sentendomi precipitare in un buco nero senza fondo.

Mi risvegliai di soprassalto mentre un urlo allucinante mi trapassava i timpani. Solo dopo aver ripreso fiato mi resi conto che quell'urlo proveniva da me. Inspirai ed espirai profondamente cercando di calmare il battito incessante del mio cuore che sembrava voler uscire dal mio petto e farsi un giro giusto per sgranchirsi le arterie. Solo dopo qualche secondo riuscii a realizzare di trovarmi ancora in una cella con le braccia imprigionate da lunghe catene fissate a due muri opposti, ovviamente diversa da quella in cui avevo perso i sensi. Allungai le gambe sentendo le croste di sangue raggrumato scrocchiare sulla mia pelle e tirare le ferite non ancora guarite, e in quel momento il peso degli ultimi eventi si abbattè su di me come un macigno in testa. Cazzo. Questa non me la fanno passare liscia... Devo scappare in qualche modo, qui non sono più al sicuro, pensai guardandomi intorno, quando delle fitte lancinanti mi percorsero la schiena strappandomi un gemito silenzioso. Merda. Non riuscivo quasi ad alzarmi per il dolore, e ciò significava solamente che i miei piani di fuga dovevano essere rimandati a quando le ferite si sarebbero almeno in parte richiuse. Maledetto Gran Babbuino Castrato pensai lasciandomi cadere all'indietro contro un soffice muro vellutato. Un momento: Soffice? Vellutato? Ma che...?
Cedro
A fatica tastai dietro di me urtando un paio di braccia muscolose.
Loto
Di scatto mi girai, immergendomi in due ancora assonnate pozze d'acquamarina che mi scrutavano in silenzio.
Sangue
-Sei sveglia finalmente- mi sussurrò Narmer accarezzandomi delicatamente una gote. Strabuzzai gli occhi incredula mettendogli una mano sul petto: -Che ci fai qui? Se ti scoprono...- -Shh... Non mi diranno niente, sbaglio o mi avevi chiesto tu di venire da te?- scherzò stringendomi tra le braccia stando ben attento alle bruciature. Mi sentivo così inerme tra le sue braccia, debole e spogliata di quei muri che lui aveva spazzato via in uno sguardo. -Per quanto sono rimasta svenuta?- -Due notti, e temevo non ti svegliassi più. Io e Cris ci siamo dati i turni per sorvegliarti ed essere sicuri che nessuno ti disturbasse; o che qualche sacerdote cercasse di ammazzarti- sorridendo debolmente risposi: -Non sottovalutarmi, non è così facile uccidermi- il suo sguardo si incupì: -Ce l'aveva quasi fatta però... Non sai che paura abbiamo avuto, Cris ha continuato a disperarsi, e persino i sovrani sono preoccupati per te... Mio padre ha pensato addirittura di punire quelle due teste di scimmia per quello che hanno fatto a te e a mia sorella, ma in effetti ci hai già pensato da sola... Dimmi, come ti senti ora?- -Come se la sfinge mi fosse piombata addosso... Secondo te come mi dovrei sentire? Le domande idiote... Per fortuna entro una settimana o due le ferite saranno guarite... Sempre se non mi aspettano altre torture- -Vedo che non hai perso la tua linguaccia, comunque no, per il momento mio padre ha proibito a chiunque di avvicinarsi a te senza il suo permesso, hai già patito abbastanza e chiunque al tuo posto sarebbe morto, quindi per ora resterai qui fino a quando non ti riprenderai-.
-Da quando hai sepolto l'ascia di guerra?- chiesi accoccolandomi tra le sue calde braccia -Beh... Da quando ho capito che non riuscirò più a farti del male; dopo averti vista ridotta in questo stato non so come ho fatto a non uccidere quell'uomo all'istante, e ho capito che sei abbastanza resistente da non poter essere sottomessa con la violenza... E poi averti qui tra le mie braccia calma come non sei mai stata è molto meglio- finì ghignando e continuando a sfiorarmi. -La Somma testa di Minkia vorrà vendicarsi...- -Certo, ma non oggi, non quando sono io qui con te a proteggerti, perciò non pensarci e pensa a riprenderti- Nar bloccò i miei pensieri prima che questi prendessero una piega negativa, concludendo con una dolce scia di baci umidi sul mio collo che mi fecero mugolare dal piacere e dimenticare tutto il resto.
-Non muoverti così o non riesco a trattenermi, e tu sei a pezzi- ridacchiai alle sue parole, era incredibile la lussuria che scatenava in me, come io in lui.

Eravamo ormai abbracciati in silenzio da qualche minuto quando la porta della cella si spalancò, rivelando Cris e Kuma che entrarono come due furie. Il piccolo mi saltò addosso trapanandomi le orecchie: Sheilaaaaa!!! - Ehi ehi calma piccola peste, va tutto bene!
Cris invece mi guardava con le lacrime agli occhi incapace di muovere un muscolo -Sono viva Cris, non ti libererai tanto facilmente di me- scherzai, e lei incominciò a singhiozzare fiondandosi addosso a me e abbracciandomi: -Come ha potuto farti questo?!? Io li ammazzo!!- esclamò, -Ci siamo già vendicate- la interruppi -L'importante è che tu stia bene e che non ti abbiano toccato- -Ha vegliato nostro padre su di lei- si intromise Nar -e guardate che sono geloso se state così avvinghiate ancora un po!- aveva una capacità assurda di sdrammatuzzare la tensione che si era creata, tanto che Cris si mise pure a ridere tra le lacrime. -Andrà tutto bene, non permetterò che vi facciano ancora del male- aggiunse includendo anche Cris e Kuma nel suo abbraccio, e affondando il capo nell'incavo del mio collo.
Mi lasciai avvolgere dalle sue braccia così come dal suo profumo beandomi di quell'attimo di pace, attorniata dalle persone che mi avevano sconvolto la vita, con la consapevolezza di non essere più sola.

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