Il Dottore

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NOTIZIE SUGLI AUTORI

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INTRODUZIONE

"A volte ci si trova a pensare a come potrebbe essere un probabile futuro, dove tutto è possibile, dove i confini fra bene e male sono lievi e ombrosi come nebbia poi, per quanto vediamo ci sforziamo paradossalmente ci si ritrova nell'assurdo; i comportamenti, la politica, gli inganni e quant'altro sono praticamente identici a ciò che viviamo costantemente nel presente. Il futuro è impossibile da prevedere poiché per quanto ci sforziamo lo rendiamo uguale al presente. Il futuro lo viviamo attimo dopo attimo ma non varia poi così più di tanto, la paura di drastici cambiamenti induce a comportarci sempre allo stesso modo. Ciò che resta immutabile è l'avarizia. All'uomo puoi toccare tutto tranne i soldi. Questo sarà la rovina del futuro della razza umana."

(Prima lettera di Gabriel nella consapevolezza di se)

(Prima lettera di Gabriel nella consapevolezza di se)

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Quattro del mattino.

Nonostante la radio sveglia era programmata per le sei e un quarto Gabriel era già sveglio da almeno un ora, sdraiato nel letto a fissare le pale in legno con finiture in ottone girare per rinfrescare l'aria nella stanza da letto. In un angolo, una ragnatela ondeggiava mentre un piccolo ragno di color porpora era tutto intento a continuare la sua opera desideroso di catturare sempre più prede per nutrire sé e la sua futura prole. Puro istinto, zero sentimenti. Violento e brutale ma pur sempre vivo. Così come era Gabriel, una macchina organica generata dall'uomo con il solo scopo nella sua esistenza nel cacciare esseri della sua stirpe dannata. Lavoro che fece per oltre sessant'anni sulla terra, lo chiamavano il Dottore poiché era uno dei pochi della sua specie così freddo e controllato da poter fare quel genere di "lavoro" senza provare alcun rimorso. Di certo non era un semplice dottore, era sì in grado di curare la gente ma il suo vero lavoro era quello di spegnere le vite senza alcun rimorso con ogni tipo di arma.
Per lui non era difficile e la sua, chiamiamola, paranoia, nel far meticolosamente il suo lavoro, lo rendeva efficiente, leale e allo stesso tempo letale.

Novecento novantanove, novecento novantanove lavori eseguiti in maniera impeccabile, senza mai disobbedire o aver ripensamenti. Nessun senso di colpa, nessuna notte passata insonne a causa di ciò che aveva fatto. Un guadagno equo, nulla oltre ciò che mai meritasse, sufficiente per poter vivere dignitosamente.
Un solo caso gli mancava, uno solo, poi sarebbe potuto andare in pensione. Non aveva desideri particolari; alzarsi sempre al suo solito orario e cominciare a leggere tutti i libri che nel corso della sua vita aveva accumulato. Si, un ottimo piano pensionistico.

Incubi dal futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora