Il DIP (Dispositivo Integrato Personalizzato) l’avvertì: «È presente ad una distanza max. di 20 metri un X-300-WY. Vuoi contattarlo?». Un brivido le percorse la schiena. Un X-300... Ne aveva sentito parlare dalle amiche, aveva visto tutti gli spot che lo riguardavano. Sì, doveva contattarlo. Doveva assolutamente vederlo dal vivo. Si morse le labbra e si guardò intorno. Riguardò il messaggio sul display del suo vecchio X-200-WY. Il proprietario dell’altro X era lì intorno e anche lui aveva sicuramente ricevuto un messaggio analogo. Tutti gli apparecchi della serie X si riconoscevano. Aspettò, fremendo. Era uso dare comunque un segnale di ricevuto, magari anonimamente. La sicurezza che ciò avvenisse però non ce l’aveva e se il proprietario si allontanava senza rispondere avrebbe perso questa occasione unica. Decise quindi di prendere l’iniziativa. Riguardò il piccolo schermo per accertarsi che il messaggio ci fosse ancora e poi dettò al suo DIP: «Ciao. Mi piacerebbe vedere il tuo nuovo X-300. Se sei d’accordo, manda il segnale di riconoscimento. Alla fine del messaggio partirà il mio». Guardò il messaggio dettato, poi si fece coraggio e ordinò: «Invia!». Dopo pochi secondi l’apparecchio cominciò ad emettere il classico bip-bip che aumentava d’intensità man mano che si avvicinava all’altro DIP. Scoprì subito il proprietario, un ragazzo della sua età magro, con la faccia simpatica e gli occhi sinceri, sorridente. Il Centro Incontri quel sabato pomeriggio brulicava di persone, famigliole, coppie di anziani. I pannelli pubblicitari insistevano con l’immagine del modello X-300-WY, ma lei sapeva che ben pochi avevano già potuto permetterselo. Lei era l’unica del suo gruppo ad essere riuscita ad acquistare un DIP della serie X, già tre mesi prima. Le sue amiche avevano tutti vecchi modelli di sei, otto mesi fa e non riusciva a capire come potessero continuare il loro tran-tran senza cambiare i loro apparecchi. Finché non aveva acquistato il suo, lei non riusciva a dormire, aveva paura di perdere occasioni importanti, di rimanere emarginata. Aveva già vent’anni e ancora non era riuscita ad uscire dalla sua Unità Territoriale. Ed era fortunata perché, lavorando nella Ditta che produceva i DIP della serie X, poteva avere delle piccole facilitazioni al loro acquisto. Era convinta che solo il possesso di quegli apparecchi dava la possibilità di uscire dall’Unità Territoriale d’appartenenza, grazie ad eventuali contatti fortunati. Quel pomeriggio però rimase delusa: conosceva quel ragazzo, anche se solo di vista, e sapeva che anche lui abitava nella stessa Unità. Lui, d’altronde, non si aspettava certo un incontro importante, sapendo quale modello lo aveva contattato. Fece un sorriso di circostanza e la salutò.
«Posso vederlo?» gli domandò.
«Eccolo» e le mostrò il suo nuovissimo X-300. A prima vista sembrava uguale al suo ma il ragazzo la prevenne: «Pesa 1 grammo meno del tuo ed è ben 5 micron più sottile. Inoltre mi hanno assicurato che la batteria dura almeno 30 secondi di più...». 30 secondi! Incredibile. Lei cominciò ad invidiarlo e guardava l’X-300 con avidità. «Sai che non posso fartelo toccare perché riconosce solo le mie impronte»
«Ti è costato molto?»
«Puoi immaginarlo...»
«Beh, grazie»
«Ciao»
«Ciao». Il ragazzo scomparve tra la folla e con lui scomparve anche l’avviso sul display. Da quel momento i suoi pensieri non furono altro che per l’X-300-WY. Doveva averlo. A tutti i costi. Sentiva una specie d’angoscia allo stomaco che le diceva che se entro poco non fosse riuscita a comprarlo, sarebbe crollata la sua vita, le sue speranze. Però costava, lo sapeva, costava troppo. E doveva ancora finire di pagare quel maledetto X-200! Guardò l’ora nei numerosi schermi del Centro e capì che per quel giorno non poteva fare più nulla. E il giorno dopo era domenica. L’angoscia l’attanagliò.
Come passò il giorno festivo lo ricordò appena. Non finiva mai. Spilluzzicò qualcosa a pranzo e a cena. Nessuno venne a trovarla e l’apparecchio rimase silenzioso. Lei lo guardò con odio. Era sicura che se avesse avuto un X-300-WY la domenica sarebbe stata certamente diversa. Il suo micromonolocale doppio spazio con servizi a scomparsa le sembrava addirittura troppo grande. Pensò a quanto avrebbe risparmiato se l’avesse cambiato con uno a spazio singolo. Fece e rifece conti su conti per vedere se poteva permettersi il nuovo X-300-WY, poi sconsolata si sdraiò ed entrò in sonni agitati.