(un)lucky

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Erano passate settimane, le disgrazie non facevano altro che perseguitarlo. Midorima Shintarō, fino a qualche settimana prima, era il ragazzo più fortunato del mondo; ma qualcosa aveva intaccato le sue sicurezze. Il ragazzo dai capelli verdi - il verde è un colore fortunato- non riusciva a capacitarsi di questa improvvisa perdita.
Tutt'altro accadde al suo compagno di squadra, Takao, che si trasformò nella persona più fortunata e positiva del mondo. Dal canto suo, Midorima lo stava odiando con tutto il cuore.
Ogni partita giocata dal verde portava la squadra alla rovina, invece che alla vittoria come accadeva. Il coach, visto l'andazzo, decise di metterlo in panchina per un periodo.
Sarà la stanchezza, dicevano. Sarà l'aria primaverile, dicevano.
Tutte balle. Per Midorima c'era qualcosa di diverso, ma non riusciva a capire cosa.
Ebbe l'illuminazione durante un allenamento, quando Kise Ryōta fece spuntare la sua chioma bionda dietro la porta della palestra. Midorima si voltò soltanto e lo osservò per parecchio tempo, procurandosi una pallonata in pieno viso. Rimase comunque immobile, fissando torvo Takao che tratteneva a stento le risate.
«Eri a dieci passi da me, potevi anche bloccarla. Razza di idiota.» lo informò tagliente, aspettando le dovute scuse. Takao esplose invece in una fragorosa risata, urtando ancora di più il sistema nervoso dell'altro. «Tsk, babbeo.» si allontanò irritato e sistemandosi gli occhiali sopra il naso.
«Midorimacchi!»
L'inconfondibile voce acuta del biondo risuonò per tutta la palestra, facendo imbarazzare come non mai lo sfortunato Midorima. Kise indossava la divisa scolastica della sua scuola, doveva ammettere che il beige gli si addiceva parecchio. Si stava avvicinando tranquillamente con un sorriso stampato sul viso mentre l'altro si asciugava la fronte con un asciugamano.
«Sei sempre il solito rumoroso, Kise.» commentò serio, asciugandosi i capelli. Come risposta ottenne una risata, una di quelle cristalline tipiche di Kise. Alzò le spalle mettendosi le mani in tasca con un'espressione superiore.
«A quanto ho sentito, ti sei un po' arrugginito.»
Midorima contrasse la mandibola, voleva prenderlo come minimo a pugni. Scosse la testa per spostarsi i capelli da sopra il viso, rimanendo serio e impenetrabile; non si era mai reso debole con nessuno, figuriamoci con quel montato di Kise.
«Oh, no. E' solo la stanchezza, la primavera fa un brutto effetto.»
Si pentì subito di averlo detto, si sentì un completo idiota. Giustificarsi in quel modo - e con qualcosa che riteneva una stupidaggine - era davvero da imbecilli. Una risposta del genere avrebbe potuto darla quel pigrone di Murasakibara, non un tipo forte come lui.
Il biondo ghignò divertito, sistemandosi lo zaino in spalla. «Non ti facevo il tipo da battute, Midorimacchi.» ridacchiò ancora, avvicinandosi di qualche passo. «A parte questo, sono venuto a dirti che verrò a vedere la partita. Vedi di riprenderti.»
Detto questo, si allontanò con lo stesso passo tranquillo con cui si era avvicinato.
Invece, Midorima, rimase ancora una volta immobile come un vero cretino. Stava studiando ogni cosa: il modo in cui ondeggiavano i suoi capelli biondi, le spalle forti coperte dalla giacca beige, le gambe lunghe e snelle. Un lampo di genio si fece spazio tra quei pensieri, era sicuro che Kise centrasse qualcosa.

«Di cosa volevi parlarmi, Midorima-kun?» Kuroko sorseggiò la sua coca-cola con la sua solita espressione mite. Il verde aveva insistito talmente tanto da non avere altra scelta. Così, si erano ritrovati in un bar a sorseggiare coca-cola.
Midorima non sapeva da dove cominciare, così evitò per qualche minuto il contatto visivo con l'azzurro cercando di elaborare un discorso logico.
«Mi è stato detto da Kagami-kun che ultimamente non te la stai cavando bene.»
Il verde sputò la bevanda dentro la lattina, tossicchiando. Perché lo sapevano tutti? Quanti ancora ne erano all'oscuro?
«Esattamente, Kuroko-kun, chi è a conoscenza di questa cosa?»
Kuroko alzò le spalle, sbattendo le palpebre un paio di volte e accennando un sorriso. «In realtà tutti. Aomine sta ancora ridendo.»
L'altro non ci trovò nulla di divertente, quello era un gravissimo problema. Voleva vedere Aoime nelle sue stesse condizioni, lì ci sarebbe stato molto da ridere. E poi come si permettevano di deriderlo in quel modo?
«Non ti scaldare, è chiaro.»
«E' chiaro cosa?»
«Sei innamorato.»
«Assolutamente no!» le guance di Midorima si colorarono di ogni sfumatura di rosso. Improvvisamente sentì molto caldo, aveva l'impressione che il locale si stesse restringendo intorno a lui.
«La mia era un'affermazione, non una domanda.» l'azzurro, ovviamente, accennò un leggero sorriso. Sapeva di aver colpito il tasto giusto, era chiaro come il sole che Midorima-kun fosse innamorato di qualcuno.
Midorima, appunto, ci pensò qualche secondo, ignorando palesemente l'amico, mentre beveva.
Tutto ciò era cominciato quando, come quello stesso giorno, Kise lo venne a trovare agli allenamenti. Niente sembrava cambiato: il loro modo di parlare, di gesticolare. Nulla, assolutamente nulla. Il cambiamento era avvenuto dentro, perché lui aveva cambiato il modo di osservare il biondo.
Si rese conto in quel momento che l'artefice di tutto era Kise, non i suoi portafortuna, non il suo oroscopo, ma Kise Ryōta.
«Credo tu abbia ragione, Kuroko-kun.»



Finalmente, il coach decise di far tornare in campo Midorima. Prima di giocare, inspirò ed espirò ad occhi chiusi un paio di volte per rilassarsi. Liberò le dita della mano sinistra dalle fasciature, srotolandole con cura. Prese posto al centro campo, sistemandosi gli occhiali, sbirciando tra i tifosi. Cercava un'inconfondibile chioma bionda, sperava di vederlo lì.
Glielo aveva detto che sarebbe venuto.
Lo trovò in piedi, il più lontano possibile, con le braccia incrociate poggiate sul metallo freddo degli spalti. Stava guardando verso di lui con un sorriso, alzando un pollice in su per augurargli buona fortuna.
«Ehi, Shin-chan, oggi non l'hai portato il tuo portafortuna?» Takao, a pochi passi da lui, cercò di deriderlo credendo che avrebbe commesso altri sbagli e portato di nuovo la squadra alla sconfitta. Midorima non si preoccupò di incrociare il suo sguardo, continuava a fissare Kise con la sua solita espressione.
«Fatti gli affari tuoi, questa volta il mio portafortuna funzionerà davvero.»
Midorima Shintarō portò di nuovo lo Shuutoku alla sconfitta, ricevette una bella lavata di capo dal coach ma non prestò attenzione nemmeno ad una singola parola.
Kise Ryōta riuscì nella sua impresa: far infatuare così tanto Midorimacchi da renderlo con completo cretino.
«Sfortunato nel gioco ma fortunato in amore, vero Midorimacchi?»

(un)lucky ; midorimaxkise {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora