XIV

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Waiting For You — XIV














10 Aprile 2014.














Il piccolo soggiorno del minuscolo appartamento era illuminato dalla debole e fiocca luce che proveniva dallo schermo della televisione, il quale stava trasmettendo un vecchio film di qualche anno prima.

Baek Hyun, in quel momento, stava mostrando una facciata del tutto tranquilla, priva di paura e completamente rilassata. Le sue piccole mani erano intente ad accarezzare con dolcezza i delicati e soffici capelli castani di Chan Yeol. I suoi occhi scuri erano fissi sul piccolo schermo di fronte a lui, tremolando leggermente e, ogni tanto, si ritrovava a chiuderli per dei lunghi attimi.

Nonostante l'apparenza, Baek Hyun, in realtà, era spaventato a morte. I muscoli del suo piccolo viso erano rigidi e tesi, mentre si sforzava di non perdere il controllo di se stesso. In cuor suo, sapeva perfettamente che se gli avesse mostrato gli innumerevoli lati della sua anima, che Chan Yeol non aveva ancora mai visto, probabilmente, sarebbe stato terrorizzato da lui e sarebbe scappato via, abbandonandolo.

Fin da piccolo, aveva sempre avuto paura del buio, nonostante, la trovasse inutile in tutti i suoi aspetti. Era provocata dalla sua flebile mente, più precisamente dal suo subconscio deviato, mista alla sua ansia e alla sua agitazione. Lo terrorizzava, lo faceva sudare freddo e tremare come una foglia.

Baek Hyun pensava che in quel nero che lo circondava, così all'improvviso, si trovassero i suoi più grandi incubi, le sue ansie e i suoi numerosi dubbi. In fondo, però, sapeva perfettamente che, in realtà, aveva paura della sua stessa paura, seppur irrazionalmente.

La sua psichiatra dell'ospedale aveva espressamente richiesto di inserire una luce nella stanza del suo paziente, da tenere accesa la notte, il giorno stesso che per la prima volta lo incontrò. Ma Byun Baek Hyun non l'aveva mai usata.

Da quel giorno, ogni notte, dopo aver spente le luci di tutto il palazzo, alla stessa ora, ogni giorno, Baek Hyun si avvolgeva intorno al corpo la leggera coperta e rimaneva seduto alla merce dei suoi mostri, tremante. A volte, nella notte, si sentivano i suoi acuti urli riecheggiare tra le mura della sua stanza e rimbombare debolmente anche all'esterno.

Ma nessuno osava avvicinarsi: troppa era la paura di affrontare un paziente dichiarato schizofrenico al primo incontro. Così, lo lasciavano solo, in quell'angusta stanza, in balia dei suoi peggiori incubi e dei suoi ricordi più disastrosi.

E, ogni volta, nessuno sapeva, nessuno chiedeva e tutti chiudevano gli occhi.

«È decisamente noioso questo film», affermò Chan Yeol, stiracchiandosi sulle gamba del maggiore. Baek Hyun era seduto ai piedi del piccolo divano, mentre il più giovane era steso ed aveva appoggiato il suo capo sulle sue cosce. Chan Yeol si girò verso di lui e gli rivolse i suoi occhi color nocciola, sorridendo. «Non credi?».

Baek Hyun non si era per niente concentrato a guardare il film, che l'altro aveva trovato cambiando canale per quasi tutta la serata. Troppo consapevole del minore, aveva passato tutta la serata ad ascoltare il suo respiro, ad annusare il suo profumo invadente e ad ascoltare il suo cuore, per farli rimanere impressi nella sua mente come macchie indelebili.

Perché sapeva, in fondo al suo cuore, che tutto sarebbe svanito presto e si stava preparando per quell'evenienza, dimenticando perfino i suoi incubi.

«Mh. Decisamente», mentì Baek Hyun leggermente, annuendo per enfatizzare la sua risposta. Continuò ad accarezzare i delicati capelli del più giovane, mentre immaginava di poter vivere per sempre con lui. Come sarebbe stato? Un disastro o l'inizio di qualcosa che lo avrebbe aiutato? Baek Hyun però sapeva fin troppo bene che il loro tempo assieme era agli sgoccioli e che tutti gli attimi assieme erano preziosi.

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