Capitolo 1

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Eravamo quello che nessuno poteva sapere, quello che nessuno poteva pensare, quello che nessuno poteva essere, stavamo nascosti dal mondo con un coltello e un arco nella mano.
Domani c'è la mietitura, io e Cato, il ragazzo del mio distretto, ci offriremo volontari per andare a partecipare ai così detti "Hunger Games", "i giochi della fame". I miei genitori mi allenano fin da piccola per vincere, da domani dovrò uccidere molte persone, probabilmente anche Cato, non credo di riuscirci, preferirei morire piuttosto che farlo.
Vado a cercare Cato in ogni angolo del distretto, non lo trovo da nessuna parte, forse stará giá dormendo, quello che volevo ora era solo un caldo abbraccio, prima di andare a morire.
Finalmente lo vedo, è lui, seduto su una panchina che si guarda le scarpe, mi avvicino lentamente.
-Cato.. -dico
-Clove! Cosa vuoi? -mi chiede freddo
-Io.. volevo solo.. beh si volevo solo un abbraccio
Soffoca in una risata -Tu un abbraccio quando mai?
Deglutisco -ho paura, Cato, si ho paura
-E di cosa? Degli hunger games? -ride ancora di più tanto da farmi lanciare il coltello per terra.
Io non ho paura di partecipare agli hunger games anzi, la mia famiglia mi prepara da quando sono nata praticamente, non ho paura di uccidere, non ho paura di morire, ho solo paura di perdere Cato, l'unica persona di cui mi importa, anche se a quanto vedo la cosa non è reciproca.
-Non ho paura degli hunger games, Cato ho paura di perderti, e questa volta per sempre -dico andandomene via infuriata.
La notte non riesco a prendere sonno, sono troppo in ansia, ma determinata a vincere, ora che neanche a Cato importa più di me, devo riempire di orgoglio il mio distretto vincendo.
Ormai è mattina, questa notte non ho praticamente dormito, anche se so di essere la migliore devo ammettere di stare parecchio in ansia.
Mi vesto e faccio colazione, poi mi dirigo verso il distretto due, dove un uomo vestito in nero e in rosso, con la barba, si sta avvicinando al palco.
-Benvenuti, benvenuti, benvenuti ai 75esimi hunger games -l'uomo si chiama Marcus è una persona abbastanza mostruosa e crudele, ama vedere le persone morire, e che dire forse quando morirò io riderá, ma no io non morirò, io vincerò e metterò fine a questi giochi.
-Iniziamo dalle femmine, il primo tributo femmina sará.. -inizia a dire Marcus -Oh no mi dicono che c'è una volontaria.. Clove Kentwell!
Quando sento il mio nome il cuore inizia a battere a mille, devo farlo, devo vincere per loro, per il mio distretto.
Salgo sul palco e fisso Cato che mi guarda con uno sguardo gelido ma allo stesso tempo dolce, forse prova pietà per me, magari gli importo veramente, ma che differenza fa? Tanto uno dì noi dovrá morire di sicuro.
Il tributo maschile è Cato, cerco di evitare il suo sguardo ma non ci riesco, tanto che sprofondo tra le sue braccia. Lui non mi respinge, nessuno doveva sapere di noi, ora lo sa tutta la città, ma non ne potevo fare a meno anche se adesso sto peggio di prima, sentire Cato vicino mi dovrebbe far sentire meglio, non posso, non voglio ucciderlo, e non permetterò che nessun altro lo faccia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 04, 2016 ⏰

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