Capitolo 6.2 - Intervista Giulietta

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Fiori di zucca, non fatevi ingannare dalle sue apparenze... Questa ragazza va in giro con un pugnale! Vi presento Giulietta, da Nata nella Menzogna!


***


-Oh oh, benvenuta fecola di patate! Non tirar fuori il pugnale, ragazzina, alla tua età non dovresti girare armata, potresti tagliarti. Che maleducata, non mi sono presentata! Oh oh, sono l'Intervistatrice, l'essere perfetto, straordinario, meraviglioso e... Insomma, quella che ti ha portata qui.-

Sento la testa vorticare, gli occhi sono appannati mentre un vuoto si forma alla bocca del mio stomaco.
Le braccia mi formicolano, pizzicandomi la pelle con pungenti aghi.
Prendo un respiro, per poi sbattere le palpebre, cercando di mettere a fuoco il luogo che mi circonda.
In pochi secondi, tutta l'aria della stanza sembra risucchiarsi, lasciandomi senza fiato, con polmoni brucianti. È la Sala dei Fiammiferi di mio padre.
Un candelabro dorato illumina debolmente quello spazio circolare in cui mi trovo prigioniera; sono seduta sul bordo di una tavola della stessa forma e dirimpetto a me, una creatura bizzarra mi squadra dietro a due occhiali spessi e tondi. Stretta in una giacchetta nera, tiene fra le mani un blocco di fogli, come per prendere appunti.
Ma non è questo a sconvolgermi: lunghi capelli color pece le scivolano attorno al viso, e sul collo... una profonda cicatrice violacea le circonda il collo a mo' di collare. Fin troppo familiare.

«Tu... tu, maledetta, è un incubo, non è così?»

-Sono così brutta da sembrarti un incubo? Che modi!-

Digrigno i denti, sentendo all'interno della bocca, la lingua diventare gonfia e secca, e poi, d'improvviso, i miei piedi scivolano su una superficie viscida.
Distolgo lo sguardo da lei, per guardare sotto il tavolo e trasalire.
Il pavimento è ricoperto di cera sciolta, penso con orrore.
Le fiammelle del candelabro danzano sull'elemento vischioso, producendo forme sulle pareti della stanza.

«Tu, sei Regina... mi hai trascinato di nuovo con te in un turbinio del terrore! Quando lascerai in pace me e i miei fratelli?»

I capelli della creatura vibrano nell'aria, in tentacoli striscianti, eppure, dallo zampillio dei suoi occhi grandi, sembra non voler nuocere.
Forse, è solo curiosa....

-Ehi, sugo pronto Barilla, se ti calmi un attimo, passiamo al dunque. Che ne dici, eh? Intanto ricordami il tuo nome, oh oh.-

«Sono Giulietta Rivanguardia, l'unica figlia femmina del Primo Ministro.»

Forse non mi stupisco più, ma mi accorgo di non provare orgoglio nel pronunciare quella frase. Nella mia testa risuonano implacabili quelle voci...
Quelle voci maledette.
Tu conosci la verità, Giulietta, mi viene ricordato.
La sofferenza si conficca nel mio petto, al centro del cuore.
Nostro padre... Chiedi a nostro padre.

-Frullato di frutti di boschi, ma ti sembra il momento di deprimerti? Oh oh, apriti con me, cara. Chi è Regina? E di che voci parli, tesoro?-

Allargo lo sguardo lungo l'intero perimetro della stanza.
La cera, che ricopre come un manto colloso il pavimento, continua a riflettere strane forme danzanti sulle superfici delle pareti, in una penombra uggiosa.
Trattenendo un gemito, porto le mani alla fronte.
Nella mente iniziano a proiettarsi l'immagini di quell'incubo.
Regina che viene uccisa, strangolata con una corda e trascinata all'interno di un cerchio di uomini coperti da mantelli.
Quando torno a guardare la creatura con i fogli e la penna in mano, distinguo subito il livido che le perfora la pelle del collo.
Rabbrividisco, un tremore raggelante mi percorre la schiena umida di sudore.

Regina...

«Regina... è mia sorella,» cerco di reprimere un gemito «un fantasma...»

-Oh, bon dieu! Tua sorella è stata uccisa?! Mi dispiace, semolino sfatto... Ma non sono lei.-

«Hai ragione... molto probabilmente, se fossi stata lei, avresti cercato di farmi del male.» sussurro, torturandomi le dita delle mani.
Il dubbio però, mi lacera le viscere.

L'Intervistatrice prende subito nota, scribacchiando velocemente e producendo un sinistro sibilo con la carta.
Le ombre continuano a prendersi gioco di me, muovendosi circolarmente, come quel gruppo di danzatori in quella stanza; sfoggiavano i loro mantelli come fossero ali di pipistrello, seguendo un ritmo di tamburi tuonanti.

-D'accordo, tesoro, credo sia meglio passare ad argomenti più frivoli. Non vorrei che il tuo fragile cuoricino si spezzasse facendoti piangere. Giulietta, ho come l'impressione che non conservi la stessa romantica dolcezza della tua omonima shakespeariana, oh oh... Ma sei un'adolescente! Oltre a essere la figlia del Primo Ministro, a vedere fantasmi e ad andare in giro con un pugnale, farai pure qualcosa di normale, no?-

«Un Morbo terrificante appesta Roma, a partire dai quartieri più degradati... oltre ad essere minacciata da alcuni ribelli nelle strade.» rispondo, tornando ad alzare il mento.

«Non c'è tempo per donare il proprio cuore... è solo per i miei fratelli.» aggiungo, poggiando con convinzione i palmi della mano sul tavolo. Al contatto freddo, trasalisco subito.

«Eppure, mio padre... mio padre mi farà sposare molto presto, anche se ho solo sedici anni. So già però, che non cederò il mio amore ad un uomo che mi acquisterà in questo modo.»

-Oh oh, ti credo, polpetta ripiena. Non mi sembri affatto una ragazza che si fa mettere i piedi in testa. Cucchiaio di miele, purtroppo dobbiamo lasciarci. Saluta i lettori e torna a casa!-

Faccio scivolare la sedia all'indietro, schizzando la cera schiumosa sulle mie gambe nude.
Lancio un'ultima occhiata a quella figura, accomodata in modo aggraziato su una sedia cigolante. Mi fa un sorriso, e piegando la testa all'indietro, scopre maggiormente il segno di morte che le trancia il collo.

Regina, sto tornando... E questa volta, non mi farai più paura.


*****

Solo io ho i brividi?

Cosa tormenta la graziosa testolina della nostra Giulietta? Quali voci si fanno strada nei suoi pensieri?

Una sorella defunta, un morbo che minaccia la sua città, dei fratelli da difendere...

Seguite Giulietta in Nata dalla Menzogna, di gemmiy!


Alla prossima, bocconcini miei

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