L'inizio di una canzone diversa mi riporta con la mente sul treno che deve portarmi all'albergo in Arizona. Guardo per qualche secondo il paesaggio che scorre veloce accanto a me, mentre un ricordo di un pomeriggio con Con e Joe mi fa sorridere. Osservo di nuovo la nostra foto, e mi costringo a scorrere il dito lungo lo schermo.
La foto subito dopo risale all'anno scorso, durante un giorno della settimana passata da mamma, in Italia. Lei sorride, con un braccio intorno alle mie spalle, mentre io ho la bocca arricciata, in modo tale da reggere fra il naso e il labbro superiore un ciuffo dei capelli scuri di mamma.D'improvviso, mi tolgo le cuffiette, e in qualche secondo mi porto il telefono all'orecchio. Sento la mente affollarsi di mille domande da rivolgerle, mentre il telefono squilla a vuoto per sei secondi.
"Pronto?".
Mi blocco, appena prima di parlare, in italiano dopo tanto tempo. La voce che mi ha risposto non è quella di mamma, ma di un ragazzo.
"Ehi, c'è qualcuno?" continua lui, senza pazienza.
"Chi sei tu?".
Dall'altra parte sento una risata leggera, camuffata con uno sbuffo.
"Dipende da chi tu voglia che sia" risponde poi, con calma.
"Dov'è Ester?"
"Ah, lei cerchi. Sì, è di sopra con mia madre. Tranquilla, sta benone" mi informa, con totale tranquillità.
"Ma chi sei tu?"
"Come, sei italiana e non mi hai riconosciuto?"
"In realtà non--"
"Cioè, dài ragazza, sono uno del duo di XFactor. Quello biondo, occhi azzurri..."
"N--"
"Non hai mai sentito parlare degli Urban Strangers? Genn e Alex?"
"St--"
"Wow, sei proprio fuori dal mondo. Strano, comunque, perché siamo piuttosto famosi, ora. Cioè, ovunque ci conoscono"
"Could you please shut the fuck up for a minute?" quasi grido, a questo punto, svegliando il ragazzo che dormiva accanto a me. Mi guarda male, mentre mormoro delle scuse, e si gira dall'altra parte per tornare a dormire. Dall'altra parte del telefono, l'unico rumore che sento è il respiro profondo del ragazzo.
"Perché tu hai il telefono di mia madre?"
"Sai, non so dove tu sia stata negli ultimi tre anni, ma tua mamma è la mia vicina, e si dà il caso che sia la migliore amica di mia mamma. Ora loro due stanno di sopra, a parlare di non so che stregoneria malvagia" risponde, quasi deluso. "Ma chi sei tu, scusa?"
"Veronica"
"E dove sei stata per questi tre anni?"
"A casa mia, con mio padre"
"E dove sta casa tua, sentiamo?"
"A Chicago, Illinois".
Il ragazzo resta in silenzio per qualche secondo, prima di parlare di nuovo.
"Quindi tu non mi conosci?"
"Have no idea" rispondo subito dopo, senza pensare a tradurlo.
"Ma nemmeno un po'? Non hai mai sentito qualche tua amica di qua parlare degli Urban Strangers?"
"Mai. Ora mi passeresti mia mamma?"
"No, non accetto che tu sia italiana e non mi conosca".
Rimango spiazzata da questa frase, tanto da volerlo strozzare.
"Are you kidding?"
"Non capisci che tutti ci conoscono, in Italia?"
"Io non sono italiana, genio. Fammi parlare con mia mamma" rispondo, spazientita.
"Ma stai parlando in italiano" esclama lui, e sul serio, non capisco il punto di questa conversazione.
"Sono nata a Chicago, douchebag, passami Ester"
"No".
Stringo la mano libera in un pugno, tanto forte da conficcare le unghie delle dita nel palmo della mano.
"È da un anno che non parlo con mia mamma. Mi faresti il favore di farmi parlare con lei?"
"Perché sei nata a Chicago?"
"Perché mio papà stava lì, in quel periodo, quindi mamma l'ha raggiunto"
"Chi è tuo padre?"
"Smettila di farmi domande e passami mia madre"
"Chi è tuo padre?" ripete, impassibile.
"Shannon Leto. Ora, please, puoi--""Gennaro, ma che stai facendo?" sento, prima che possa finire di parlare, una voce femminile dall'altra parte del telefono.
"Oh, scusatemi. Il telefono stava squillando, quindi ho pensato di poter--"
"Chi è?" domanda a questo punto mia mamma. Il ragazzo esita qualche secondo, prima di rispondere.
"Nessuno, ha appena messo giù" sento dire, prima che la telefonata si interrompa.___[N/A]___
non sapete la fatica per
scrivere questa storia.
anywaaaay, ogni tanto
ci saranno questi incisi di presente,
per rendere la storia più leggera.
commentate, daii?
Ro.