Lavandonia
Regione di Kanto. Una città oscura si cela dietro le altre gioiose. Il nome significa viola,terrore...ma esso non appartiene alla città ma bensì a qualcuno."Mamma!" chiamò una piccola correndo. Una donna in veste bianca,capelli biondi quasi bianchi e con occhi azzurri,la prese in braccio. La donna,dolcemente,disse alla piccola:- Bambina mia,che vorresti fare oggi?- Giocare con te,sorellona e papà!- Figlia mia...lo sai che papà...- Papà?- Niente non preoccuparti- Sorellona!- la donna posò a terra la piccola che corse da una ragazza. Ella le sorrise ma poco,subito dopo andò verso la donna e in tono preoccupato,le disse:-Madre,papà si è di nuovo ribellato.- Tuo padre è un umano.- una voce,quasi portata dal vento,sussurrò:- Mayes...- ella si inchinò e con la testa china,parlò:- Padre,l'umano continua a ribellarsi.- Mayes...la piccola bimba,hai saputo qualcosa?- No,padre.- si rialzò.
La luna era alta nel cielo. La piccola era entrata nella stanza della madre. Stava giocando con il suo peluche quando all'improvviso entrò l'umano,marito di Mayes. Egli si avvicinò alla piccola. La bambina,guardando l'espressione facciale dell'umano,indietreggiò, aveva visto un ghigno...come se volesse farle del male.
L'umano estrasse un coltello e lo alzò,pronto a colpire,quando da dietro delle mani lo bloccarono. L'umano si girò e vide Mayes. Ella,in preda alla rabbia e alla paura,gridava:- Bastardo! Come osi? Lasciala!- Lasciami tu! Voi siete dei mostri!- Sei un traditore! Mi amavi!- Ti ho sposata solo per metterti sotto al mio dominio!- con uno scatto si girò e diede un pugno in faccia a Mayes che cadde, accasciandosi al muro. L'umano tornò dalla piccola, lei con le lacrime agli occhi lo guardava. L'umano si abbassò e velocemente calò la lama verso la piccola. Inp reda alla paura gridò:- Mamma!-... il muro era schizzato di sangue e la piccola giaceva morta, in un angolo della stanza. Mayes,rialzandosi dopo il colpo ricevuto,notò l'umano dinanzi alla bambina...morta con la lama nel cuore. Ormai accecata da rabbia e tristezza,Mayes si lanciò verso l'umano e lo morse al collo. Lui,in preda al dolore lanciò un grido:-Bastarda! Levati dal tuo padrone! - indietreggiò al muro e fece si che ella sbattesse la schiena al muro,violentemente. Ella lasciò la presa accasciandosi al muro, di nuovo. L'umano velocemente estrasse la lama dal cuore della piccola e tagliò la gola a Mayes. L'umano ormai stremato,si sedette sul letto.
All'improvviso entrò la figlia di Mayes e vedendo la madre e la piccola morte,si lanciò contro l'umano. Lui,senza difese,si alzò e si mise davanti alla scrivania. La ragazza,in preda alla rabbia,estrasse una lama e prima di affondarla nel cuore dell'umano,gli disse:- Ti ho chiamato padre...ti ho aiutato...ti ho amato come un padre...e poi uccidi...colei che hai sposato...e anche la bambina trovata...innocenti...non...come...te!- la ragzza affondò la lama nel cuore dell'umano,che gli esplose subito.
La ragazza mentre usciva dalla stanza sentì una voce:- Dragonar...- lei si girò e notò la madre che respiava a stenti. Si chinò e le chiese:- Madre...come...state?- Dra...go...nar...- Mayes indicò la bambina. Dragonar andò dalla piccola e notò che aveva delle ali bianche.
Provò ad alzarla ma lei gemette:- No...- Dragonar sobbalzò:ea viva! Poco dopo si sentì toccare,si girò e vide la madre,Mayes. Dragonar,confusa,le chiese:- Madre...siete viva?- lei òe mise una sulla testa e le disse:- Dragonar...non più ormai...- Cosa intendi,madre?- La mia anima è viva ma non il mio corpo.- Madre...- Dragonar si abbadonò alle lacrime. Mayes la tenne stretta a sè finchè ella lasciò l'abbraccio ed uscì...dalla loro casa.
Mayes si chinò sulla piccola ed ella alzò la testa. La piccola aveva gli occhi lacrimanti di sangue e un lato della faccia scheletrico. Mayes la guardò e le mise una mano sul cuore piangente e le disse:- Bambina mia non ti ho dato un nome specifico ma ora so chi sei e chi sarai.- Cosa sa- Mayes scomparve in una nebbia che si posò sulla piccola. Ella,tra le lacrime gridò:- Madre,vi prego!- si alzò e si guardò...era tornata normale. Confusa si disse,tra sè "Cosa sono...chi sono...ero morta...ma ora" una voce proveniente dal nulla rispose:- Ho usato le mie ultime energie...per far viviere te...figlia mia.- Madre...- Non sei mai stata una mia vera figlia...ma ti ho amata da tale.- Madre...ma io...non...ho...niente....ora...sono sola!- Non lo sei mai stata e non lo sarai mai. Madre...dove andrò?...adesso? Non ho un posto...dove vievre.- Il tuo posto è più vicino di quel che pensi.ò Dov...e...- Una città...una torre...senza nome ma che lo avrà- Io non...ho...un nome.- la voce adesso era un sussurro:- Un nome lo hai sempre avuto...-Quale,Nessuno?-la piccola si rannicchiò e la nebbia la avvolse mentre rispondeva:- Tu non sei Nessuno...tu sei la mia bambina, la mia trovatella,la mia...Lavandonia.-