Ho bisogno di te.

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La storia ebbe inizio in un caldo pomeriggio estivo, quando, ignaro di tutto, il piccolo Merlin di nove anni e mezzo stava tranquillamente seduto sulla propria altalena subito fuori casa.

Non poteva crederci: la propria altalena vicino casa!
Solo un paio di mesi prima una cosa così non poteva essere altro che un sogno. Allora, abitava con la madre in un piccolo appartamento in centro, dove la gente ormai da tempo, aveva dimenticato cosa fosse l'aria fresca, un luogo dove non si poteva nemmeno pensare, di lasciare uscire fuori un bambino da solo...
Dove, se il piccolo Emris aveva fortuna, forse una volta a settimana, poteva andare per un paio d'ore con la madre al parco, trovando sempre davanti all'altalena una coda chilometrica di ragazzini pallidi e tristi come lui.

Merlin a quel tempo non godeva di una salute di ferro e sei mesi prima aveva preso una brutta influenza che gli aveva lasciato delle complicazioni ai polmoni, le quali, insieme al suo nutrito pacchetto di allergie purtroppo potevano significare ben scarse possibilità di sopravvivenza...
O almeno scarse continuando a vivere nel centro della città, con la sua aria inquinata, l'acqua piena di cloro e l'assoluta impossibilità di passeggiate quotidiane all'aperto.

Sua madre, preoccupata, si era quindi subito data da fare per cercare una soluzione al problema, e presto, per fortuna, l'aveva trovato sotto le vesti di un lontano parente del suo defunto marito: un vecchio medico di nome Gaius.

Il vecchio, era un uomo solo e viveva in periferia, lontano dalle autostrade con il loro rumore e le polveri dannose, lontano da grandi fabbriche e stabilimenti.
Quando Hunit gli aveva chiesto di ospitare in casa sua Merlin per un po' di tempo – intanto che lei potesse cercare un nuovo lavoro in una zona più adatta – non solo il vecchio aveva accettato con entusiasmo, ma aveva anche donato loro un posto nella sua casa, troppo grande per una persona sola, ed una carica di amministratore nella sua piccola clinica privata per lei. E la donna, poiché si trattava della salute e del benessere di suo figlio, aveva accolto l'invito più che volentieri.

Ecco come Merlin si trovò su un'altalena nel giardino di una casa di un villaggio di periferia, portante il bizzarro nome di "Camelot", godendosi l'aria fresca e la lettura di un libro intitolato "La lotta contro le streghe e gli stregoni dal neolitico fino ai giorni nostri".
Un libro illustrato.

Un libro inquietante, a dire il vero... anche se, il piccolo Emris, chissà perché, letteralmente non riusciva a staccarsene.
Quella mattina in cui tutto cominciò, si dondolava distrattamente, spingendo con i piedi, il sole che brillava donandogli un calore piacevole, gli uccellini che canticchiavano, il profumo di rosa canina lungo le siepi che faceva girare leggermente la testa e le ultime streghe che nel libro bruciavano sui roghi molto... molto tempo fa...
La vita era bella in quel momento, e niente sembrava potesse disturbare la quiete di quel luogo favoloso!

Almeno fino all'istante in cui davanti alla piccola staccionata intorno al giardino dove si trovava, non sfrecciarono una dozzina di ragazzini, più o meno suoi coetanei, sventolando delle spade di legno in aria.
Uno di loro improvvisamente si fermò voltandosi indietro, e sempre di corsa, si precipitò verso di lui.

– Ciao! Io sono Arthur! – gli porse la manina il ragazzino biondo. – Tu chi sei? Un parente del dottore?

Merlin non era abituato a un comportamento del genere. Nel loro vecchio palazzo era già tanto se le persone conoscevano i vicini dello stesso pianerottolo e a lui mai sarebbe venuto in mente di avvicinarsi a qualcuno così senza tanti complimenti. Ma il ragazzo lo guardava in un modo così amichevole e aperto, che Merlin non aveva potuto che sorridergli timidamente e stringergli la mano tesa.

– Io sono Merlin. Sì, sono un parente del dottor Gaius. Un parente molto lontano, – aggiunse per qualche motivo.

– Sei venuto in visita... o cosa? – chiese Arthur, serrando gli occhi come fa qualcuno che si aspetta un colpo in faccia.

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