6:25. Suona la sveglia.
Sento la tristezza avvampare dentro il mio corpo esile. Ma soprattutto sento la stanchezza. Perchè mi sento così? Ormai dovrei essere abituata a tutti i drammi che colpiscono la mia povera vita, e pensare che esattamente un anno fa mi lamentavo perchè ritenevo la mia vita troppo 'noiosa'. Però ogni cosa ha le proprie conseguenze, io ho pagato le mie, ma a quanto pare non sono abbastanza. In questo anno se c'è una persona che mi è sempre stata vicino, quella persona è sicuramente Theo. Lui è stato un po' come la mia ancora a cui mi sono aggrappata per rimanere a galla, in una situazione in cui è facile annegare nonostante tu sappia nuotare. E lui è la mia ancora anche adesso.
Vado in bagno, mi vesto, mi lavo i denti, niente colazione e dritta a scuola. Fey è più o meno guarita dalla febbre, e dato che si annoia da morire a stare a casa da sola, ha deciso di venire lo stesso a scuola.
Il resto della mattinata passa in questo modo: prof che sgrida la classe, prof che spiega, prof che sgrida la classe, io che, pur cercando di stare attenta, rischio di crollare per la stanchezza e lo stress. Per fortuna c'è Theo vicino a me che si impegna a farmi ridere, o perlomeno sorridere, con qualche sua battuta stupida. Ovviamente ci riesce.
"Grazie." Gli sussurro per non farmi sentire dal prof di italiano.
Theo mi guarda soddisfatto e comincia a disegnare segni a caso sul banco.
Quando la campanella suona mi alzo dalla sedia per andare via, ma un giramento di testa mi coglie all'improvviso e per poco non cado. Mi reggo su Theo per non cadere e lui mi prende subito per i fianchi per farmi restare in piedi.
"Tutto bene?" Chiede preoccupato.
"Si, ho solo bisogno di un'aspirina.." Dico portandomi una mano sulla fronte.
Lui annuisce un po preoccupato e poi mi riaccompagna a casa.
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Estraggo le chiavi di casa dallo zaino ed entro in casa. I genitori di Fey mi accolgono portandomi in cucina dove vi trovo una tavolata piena di cibo. Wow. Nonostante non stia tanto bene riesco comunque a mangiare qualcosa, lo spazio per il cibo io ce l'ho sempre.
"Come mai tutto questo cibo e tutta questa gentilezza..?" Chiede Fey ai suoi genitori.
"Oggi siamo di nuovo a lavoro.. Semplicemente ci volevamo scusare per la nostra troppa assenza in questi ultimi giorni, ma non ci permettono ferie o giorni liberi, noi cerchiamo di fare il possibile.. Non vogliamo che voi-" Comincia la donna.
"Mamma, noi stiamo bene, davvero. Non vi dovete preoccupare per noi, insomma sappiamo che avete molto da fare, sappiamo cavarcela da sole." Fey interviene cercando di tranquillizzare la madre in preda alle lacrime. Semplicemente i suoi vorrebbero essere più presenti per lei, e forse anche per me, ma il lavoro glielo impedisce. Fey capisce la situazione e non ci da alcun peso o preoccupazione. E io lo stesso.
Prima che potessi finire di mangiare il mio telefono squilla. Chi è che osa disturbarmi mentre mangio? Il numero è sconosciuto ma decido di rispondere comunque. Ovviamente prima di rispondere esco dalla cucina e vado al piano superiore.
"Pronto?" Dico.
"Ehila! Oggi pomeriggio ti aspetto da me alle 15:30 per le ripetizioni di matematica, mia cara allieva." Dice divertito Adrian.
"Perchè diavolo mi hai chiamato con il privato?" Urlo quasi.
"Beh, perchè se avessi visto il mio nome sullo schermo so per certo che non avresti risposto." Dice lui per spiegarmi.
"Si, appunto!" Rispondo io.
"Allora, vieni o no? Vuoi essere rimandata per caso?" Dice Adrian.
Non rispondo. O meglio, sbuffo e aspetto un paio di secondi prima di rispondere.
"Dammi l'indirizzo." Concludo velocemente, sconfitta.
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"No, queste non le so fare." Dico incazzata.
"Si che le sai fare, devi usare le formule che hai a fianco a te!" Urla incazzato Adrian.
"Il risultato viene negativo! Invece dovrebbe essere positivo!" Gli urlo.
"Infatti ti viene positivo!" Urla lui.
"No, guarda!" Gli dico sbattendogli il foglio in faccia.
Lui controlla il problema.
"Hai fatto male il calcolo finale, il resto è tutto giusto." Dice stranamente serio.
"Adrian.. Scusa. Non la recupererò mai." Dico piano, pensando che ci fosse rimasto male perché gli ho praticamente urlato in faccia senza motivo.
"Pensi che mi offenda per così poco?" Dice divertito passandosi una mano nei capelli perfetti.
"E comunque scommetto quello che vuoi che la recuperi con la prossima verifica." Dice con sguardo malizioso.
"Vedo che hai più fiducia tu in me che io stessa." Dico mordicchiando il tappo della penna.
"Nono dico davvero." Fa lui.
"Adrian non mi conosci. Io e la matematica siamo due cose opposte, da sempre, e se ti dico che non lo passo non lo passo!" Dico di nuovo, convinta più che mai.
"Vuoi scommettere?" Mi guarda.
"Sei serio?"
"Si, scommettiamo." Risponde con un mezzo sorriso.
"È assurdo." Dico io ignorandolo.
"Se la recuperi.. Mi darai un bacio." Afferma.
"Sognatelo." Dico io in tutta risposta.
"Se la recuperi passerai un intero pomeriggio con me." Riprova lui.
Lo guardo incuriosita.
"E se non la recuperassi e tu perdessi la scommessa?" Chiedo.
"Non so, scegli tu, piccola." Se inizia di nuovo a chiamarmi così giuro che me ne vado.
"Okay, mm.." Penso rigirandomi una ciocca di capelli tra le dita.
Poi mi viene un'idea.
"Se perdi.. Ti tingerai i tuoi bellissimi e amati capelli.. di biondo platino!" Dico eccitata.
Adrian mi guarda stranito. Non si aspettava di certo questo tipo di condizione da parte mia.
Lui ama troppo i suoi capelli per tingerli, l'ho incastrato: non accetterebbe mai.
"Ci sto." Fa poi porgendomi la mano.
Inizialmente rimango un po stupita.
"D'accordo." Faccio io in segno di sfida, stringendogli la mano.
Mi osserva divertito, e io faccio lo stesso.Ciao gente!
Questo capitolo è meno movimentato del solito ma è servito per ciò che farò succedere dopo. Vi avverto, non succederanno cose belle. Si lo so, sono una persona cattiva!:33
Ci saranno un paio di colpi di scena muahah:))
Okay basta la smetto, ciao:3
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Lo Sguardo Del Male
Hombres LoboAlissa Grey, una ragazza trasgressiva, dai capelli rosa, e cresciuta solo dalla madre; si ritrova ad una festa a sorpresa organizzata dai suoi tre migliori amici per il suo diciassettesimo compleanno. Era tutto perfetto, all'inzio. Quando tra la fol...