Come back to me

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"Buongiorno amore mio, oggi sono venuto prima, ho chiesto a Niall di sostituirmi in pasticceria, stanotte ho fatto un brutto sogno e avevo bisogno di vederti" come tutte le mattine ormai, da due mesi a questa parte, mi ritrovo in questa triste stanza d'ospedale a parlare da solo sperando sempre che lui mi senta. Sistemo i fiori colorati che ho appena portato in un vaso celeste vicino alla finestra, e poi mi siedo su una sedia accanto al suo letto, prendendo la sua mano tra la mia che, ora come ora, sembra ancora più piccola del solito. Louis è sempre stato più piccolo di me di statura, io un gigante, lui un nano. Mi ha sempre detto di sentirsi protetto tra le mie braccia, nonostante fosse lui, tra i due, il più grande di età. Louis è la mia forza, quella forza che mi stanno portando via da un po' di mesi a questa parte. Da quando lui è qui, steso immobile su questo letto, io non vivo più, passo le giornate tra l'ospedale e il mio lavoro in pasticceria. Ho un piccolo negozietto di proprietà che ho acquistato circa tre anni fa. Proprio così ho conosciuto Louis. Veniva tutte le mattine a fare colazione, comprava un muffin ai mirtilli ed un cornetto al cioccolato, uno lo mangiava e l'altro lo portava via, diceva che con il lavoro che faceva aveva bisogno di qualcosa di dolce da mangiare durante la giornata. Ho capito di essere innamorato di lui dalla prima volta che entrò nella mia pasticceria, con la sua divisa da vigile del fuoco, i capelli color miele e gli occhi più blu che avessi mai visto. Mi sorrise, non facevamo altro, non parlavamo mai, solo sguardi rubati e piccoli sorrisi. Una mattina, dopo un mese che veniva tutti i giorni al negozio, si avvicinò a me che ero intento a sistemare alcuni dolci dietro al bancone, si presentò e mi invitò ad uscire. Spronato da Niall, il mio migliore amico, accettai l'invito e la sera dopo mi portò al cinema e poi a cena, una serata degna dei più romantici cliché, parlammo tanto, ci conoscemmo, mi raccontò di lui. Mi disse che aveva 23 anni, era di Doncaster ma abitava a Londra da una vita ormai. Mi parlò della sua numerosa famiglia, 5 sorelle e un fratello, una madre con la quale aveva un bellissimo rapporto, un padre poco presente per via del lavoro e un patrigno amorevole e molto simpatico. Mi raccontò di Zayn e Liam, suoi migliori amici, nonché colleghi e coinquilini, avevano condiviso insieme tutta una vita e stavano continuando a farlo, erano un trio formidabile sia sul lavoro che fuori. Louis amava il suo lavoro, era un promettente e coraggioso vigile del fuoco da circa un paio di mesi quando ci siamo conosciuti, per lui era più una missione che un vero e proprio impiego, amava darsi da fare per aiutare le persone, non si faceva mai prendere dal panico e anche nelle situazioni più difficili aveva un sorriso per tutti. Tutti amavano e amano Louis, soprattutto la mia famiglia, mia madre è completamente pazza di lui, lo ha sempre trattato come un figlio, come d'altronde ha fatto la madre del mio Lou con me. Siamo tutti una bella e grande famiglia, così uniti sempre, soprattutto in momenti come questo. Le nostre mamme, Liam, Zayn, Niall, i colleghi di Louis, passano ogni giorno qui, stanno in sala d'attesa, entrano uno alla volta o cercano di costringermi a tornare a casa a riposarmi, ma io non lo faccio mai, rimango qui tutto il giorno e, solo perché sono costretto dalle infermiere e dai dottori, torno a casa la sera. Se dipendesse da me rimarrei a dormire con lui, gli farei sentire che ci sono e che non lo lascio solo. Fino a due mesi fa avevamo una vita tranquilla, felice, passavamo il tempo tra i nostri due lavori, la casa che condividiamo da quasi tre anni, le coccole da dispensare al nostro cane Larry e le serate con i nostri migliori amici. Non mancavano piccoli litigi ed incomprensioni, ma nulla che non si potesse risolvere con una chiacchierata, e dopo inevitabilmente finivamo tra le lenzuola, ad amarci come due ragazzini. Quel maledetto giorno di ottobre non lo dimenticherò mai, Louis aveva il turno fino alle dieci di sera, e io ero a casa che lo aspettavo con la cena pronta, anche quando tornava tardi io non cenavo mai prima, aspettavo sempre lui, era bello ritrovarsi a cena insieme dopo un'intensa giornata di lavoro, a raccontarci tutto quello successo durante il giorno. Ero sul divano con Larry accoccolato sulle mie gambe, distrattamente diedi un'occhiata all'orologio e solo quando vidi che erano quasi le undici un senso di panico si iniziò a far largo in me, non faceva mai tardi, tornava sempre a casa per le dieci e qualche minuto, la caserma non dista poi molto dalla nostra abitazione. I minuti passavano lenti e anche Larry, accortosi della mia agitazione, gironzolava per la casa irrequieto. Il silenzio che si era creato era innaturale, dovuto soprattutto al fatto che avevo spento la tv e in quel momento me ne stavo con la testa nascosta dietro la tenda della finestra in cucina, aspettando di vedere sbucare dal vialetto la Range Rover nera di Louis, ma più i minuti passavano più non succedeva nulla. Erano ormai le undici passate quando il mio telefono si mise a squillare, io avevo già le lacrime agli occhi e il magone, sapevo che chiunque fosse che chiamava a quell'ora aveva a che fare con il fatto che Louis non fosse qui a casa con me. Meccanicamente mi portai il telefono all'orecchio dopo aver schiacciato il tasto per accettare la chiamata, da lì in poi fu tutto piuttosto confuso. Sentivo solo le urla di Zayn e la voce rotta, mi diceva che Liam stava venendo a prendermi e mi avrebbe portato in ospedale, non capivo ancora perché, non riuscivo a realizzare. Solo quando arrivai insieme a Liam in ospedale capii il motivo. Louis era stato portato lì con urgenza, aveva avuto un incidente sul lavoro, era scoppiato un incendio in un appartamento isolato, un cortocircuito che aveva mandato in fiamme la modesta casa di una signora anziana che viveva da sola. I vicini attirati dal fumo e dalle fiamme chiamarono subito i soccorsi. Zayn era di turno con Louis e altri colleghi, mentre gli altri cercavano di intervenire dall'esterno facendo cessare le fiamme propagatesi ormai dappertutto, Louis e Zayn erano davanti alla casa, decidendo come muoversi. La situazione era grave, non si vedeva nulla e le fiamme erano altissime, non ci si poteva addentrare in casa senza prima aspettare i rinforzi, ma il mio ragazzo attirato dalle urla della signora, evidentemente ancora cosciente, non ci pensò su due volte e corse dentro. Non si vedeva nulla, era tutto un tripudio di fiamme e odore forte, inutili le urla di Zayn per farlo tornare indietro. Quando arrivarono i rinforzi, circa dieci minuti dopo, entrarono in casa e Louis era steso a terra, nel tentativo di portare in salvo la signora anch'essa priva di conoscenza. Da quello che videro i colleghi, stava per uscire dall'appartamento con l'anziana donna, ma un asse di legno venuta giù l'aveva colpito alla testa. Era andato subito in coma, dovuto alla forte botta presa, aveva anche delle leggere escoriazioni sul viso ma quelle con il tempo sarebbero sparite. Magari il problema fosse stato solo quello delle bruciature, a quest'ora il mio Louis sarebbe con me, del tutto guarito, e non in coma, senza dare cenni di miglioramento. Certo non peggiora, ma la situazione è immutabile, è stabile da due mesi, e se la cosa continua così ci sono sempre meno possibilità che si svegli, e io non voglio neanche pensarci a cosa potrebbe succedere se non dovesse farcela, credo che giorno per giorno mi lascerei andare anche io. Louis è la mia casa, il mio porto sicuro, è la mia famiglia, io, lui e il nostro Larry formiamo un piccolo nucleo, quel nucleo che entrambi vogliamo allargare, un giorno. Lui è l'uomo della mia vita, la persona che voglio sposare, e a dire il vero ci penso da un po' al matrimonio. La mia intenzione era quella di chiedere a Louis di diventare mio marito la vigilia di Natale che è anche il giorno del suo compleanno, del suo ventiseiesimo compleanno. Sono mesi che mi scervello affinché sia tutto perfetto, avevo organizzato tutto nei minimi dettagli, non vedevo l'ora di fargli la proposta, e invece? Invece sono qui a due settimane da Natale con l'unico desiderio di vedere quei due pozzi color cielo aperti a specchiarsi nei miei
"Certo che ti stai facendo proprio una bella dormita, vero boo? Sei sempre stato un dormiglione, la domenica per buttarti giù dal letto devo sempre faticare! Ma non ti sembra che stai dormendo un po' troppo adesso, amore mio? Sai che senza di te non è la stessa cosa, la casa è così vuota, ordinata senza in giro le tue cose sparse per tutte le stanze, senza la tua tazza personale con dentro la bustina del tè ormai secca che puntualmente lasci nel lavandino, senza il tuo profumo presente nell'aria. Sai che il tuo odore sta svanendo, Lou? Sul tuo cuscino è rimasto appena, e io lo stringo ogni notte cercando di imprimerlo nelle narici, ma purtroppo non ci riesco. Anche Larry è triste da quando non ci sei, mangia poco, non esce più in giardino a giocare ed è sempre steso sul divano al tuo posto, dove sei solito rilassarti dopo una dura giornata di lavoro. É tutto troppo silenzioso senza le nostre risate, il nostro chiacchierare fino a tardi e i tuoi baci che mi mandano in pappa il cervello ogni volta come se fosse la prima. Le tue sorelle hanno chiamato ieri sera quando sono tornato a casa, volevano venire qui, ma sai bene che tutti non li fanno entrare, soprattutto Ernest e Doris che sono troppo piccoli, mi hanno detto di salutarti e di tornare presto, Jay invece verrà più tardi con Dan, e anche mia madre con Robin, ti aspettano tutti amore, ti aspetto io!. Sai che manca poco al tuo compleanno? Doveva essere speciale quest'anno boo, avevo in mente tante cose per quel giorno, doveva essere diverso, bellissimo e invece siamo qui a pregare che ti svegli, ma ti sveglierai? Lo farai per me, vero Lou? Ti amo così tanto" mi asciugo le familiari lacrime e sospiro, non so se mi sente, se le mie parole gli arrivano in qualche modo. Il dottore dice che gli fa bene sentire le nostre voci, gli fa bene sentire che gli parliamo, che gli parlo, così avrà più stimoli per svegliarsi. E io lo faccio, ogni giorno gli racconto tutto, dalle cose più stupide ai nostri ricordi più belli, e vorrei tanto un gesto, un piccolo segno di miglioramento, invece puntualmente non succede mai nulla, ma non posso e non devo perdere le speranze
"Sai boo, ho paura che se lascio ancora qualche giorno Niall da solo in pasticceria mangerà tutte le scorte di dolci che ho preparato in questi giorni. Ieri quando sono andato a dare un'occhiata l'ho beccato intento a mangiarsi la mia buonissima torta allo yogurt. Secondo Zayn devo mettere il lucchetto ai frigoriferi e sigillare i banconi. Liam invece si è rassegnato, sai lui e Sophia si sono riavvicinati, lei viene spesso a trovarti e sta molto vicina a Liam, t'immagini se ritornassero insieme? Sappiamo che sono davvero splendidi e Liam con lei è così sereno e felice! Quindi amore muoviti ad aprire i tuoi stupendi occhi blu che devi prendere in giro Liam e tormentare Zayn che sta diventando troppo sdolcinato da quando sta con Perrie!" Accarezzo la sua mano non lasciandola mai e gli sposto un ciuffetto di capelli da davanti al viso
"Boo, domani chiedo alle infermiere se mi aiutano a farti la barba e spuntarti un po' i capelli, sono diventati troppo lunghi per i tuoi standard, anche se sei sempre bellissimo. Le bruciature sul viso quasi non si vedono più, stanno guarendo del tutto. Lou, ti prometto che se ti svegli ti preparerò la tua cheescake preferita e pancakes tutte le mattine, non solo la domenica. Però ti prego amore mio svegliati che senza di te non c'è la faccio più!"
"C..ci c..co..n..to".

Come back to me ❀ L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora