Capitolo 7

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 7.


Preparare lo zaino non è mai un procedimento semplice.

Devi decidere ciò di cui avrai bisogno, cosa dovrai lasciare a casa e cosa, soprattutto, tutto quello che assolutamente non ci si può dimenticare.

Il fatto che Duncan e Alec avessero preparato i loro in meno di venti minuti, non mi aiutò a essere più celere.

Erin era messa come me.

Quando persino Penny iniziò a tamburellare il piedino a terra, capii che era giunto il momento di dare un taglio netto alla faccenda.

Ficcai dentro un cambio di ogni indumento, il cellulare, una cartina accurata della zona centro-meridionale della Norvegia e la mia scorta preferita di barrette energetiche.

Ovviamente, non mi dimenticai il passaporto e i documenti di identità.

Quasi mi diedi della stupida, per aver impiegato tanto a terminare quel compito.

Quasi.

Una volta dabbasso, poggiai con noncuranza il mio zaino in prossimità della porta di casa, dove già si trovavano quelli di Duncan e Alec.

Lì, sorridendo a mezzo a Michael e Rachel Durtmore, dichiarai: "L'indecisione è il mio pane."

Rachel mi sorrise comprensiva, asserendo: "Non oso dirti quante ore impiego a fare le valige, perché non vorrei dare il 'la' a una serie di spiritosaggini da parte di mio marito. Sai com'è..."

"Ho già dato, per oggi" annuii, lanciando a Michael un sogghigno, che lui ricambiò.

Dalle poche foto che avevo visto di Marcus – Penny me le aveva mostrate il giorno precedente – non potevo che trovarlo molto somigliante al fratello.

Lo stesso biondo cenere dei capelli, gli stessi occhi azzurro cielo. E, mi arrischiai a pensare, lo stesso sorriso sincero.

Pochi attimi dopo, distogliendomi da quei pensieri, Alec fece la sua comparsa assieme a Penny che, letteralmente, lo stava cavalcando senza il minimo ritegno.

Per l'ennesima volta mi domandai se, nel tragitto dalle Svalbard a Belfast, qualcuno avesse fatto il lavaggio del cervello a quello scontroso licantropo.

Seduta sulle spalle del mannaro più ombroso che io conoscessi – con l'eccezione di Sebastian – Penny appariva del tutto tranquilla e sorridente.

Alec, invece, nonostante il fiero cipiglio, aveva un'aura più limpida di una mattina di primavera.

Inquietante, come minimo.

Subito dietro di loro, Duncan si avvicinò a noi con un sorrisino dipinto sul volto mentre Erin, armata di zaino, appariva sempre più sconcertata.

"Ciao, zio! Ciao, zia!" esclamò gaudente la ragazza, salutandoli dalla sua posizione elevata.

"A quanto pare, hai trovato qualcun altro con cui fare cavalluccio!" rise Mike, allungando le braccia per toglierla dalle spalle di Alec.

La bambina annuì mentre il licantropo, tenendola per la vita con aria attenta, la passò allo zio paterno, borbottando: "Ha la stessa parlantina sciolta di un dittatore. E' impossibile dare un 'no' come risposta."

"Il mio Ego lo ha scoperto anni fa... e ancora ne soffre" ammise Mike, ammiccando all'indirizzo di Alec come se sapesse bene a cosa si stava riferendo.

All'ombra dell'eclissi - Trilogia Werewolves Volume 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora