Luce nel sogno

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Stavo sognando e nel mio sogno non c'era nulla intorno a me, nulla eccetto luce.

"Svegliati Sandy che è tardi!" urlò una voce strappandomi dal mio strano sogno. Mi vidi costretta ad alzarmi quando mio cugino Giovanni allontanò brutalmente le coperte del letto lasciandomi in balia del freddo pungente che fece drizzare ogni pelo del mio corpo. Provocando una pelle d'oca da incubo.

Ma che ore sono? Guardai la finestra di camera mia e vidi il cielo. Non chiudevo mai le persiane, amavo svegliarmi coi raggi del sole che mi accarezzavano il viso e potermi stiracchiarmi con tutta la calma del mondo, per poi in seguito sorridere al pensiero di cosa quel giorno poteva regalarmi. Ma quella mattina il sole era più basso del solito in cui mi svegliavo, era appena spuntato dalle chiome degli alberi e la sua luce era ancora debole. Guardai l'orologio sul mio comodino. La lancetta piccola era sul sei e quella grande sul dodici. Erano le sei di mattina. "Ernesto Degli Arcangeli come osi svegliarmi alle sei di mattina la domenica?!" gli chiesi in modo minaccioso.
"Il nonno ha richiesto la presenza di tutti in sala da pranzo alle sette e mezza - sembrava particolarmente preoccupato. Come dargli torto? - quindi ti conviene sbrigarti" e detto questo si fiondò fuori lasciandomi sola con i miei pensieri.

-Ma cosa avrà di così importante il nonno da dirci? Che scocciatura mi dovrò truccare e usare i tacchi, ma perchè deve è così difficile essere una ragazza!?-

Camera mia sembrava uscita da una fiaba, una molto pacchiana e costosa: le pareti erano colorate di violetta e appesi c'erano quadri che rappresentavano paesaggi e persone che mai vidi in vita mia. Il letto queen size era posizionato al centro della stanza e di fianco un grazioso comodino dove c'erano appoggiati l'orologio, la foto di mia madre e il cellulare. L'armadio con quattro paia di porte si trovava dal lato sinistro della stanza attaccato al muro e dalla parete opposta c'era la porta per il bagno che era enorme e piano con tutto quello di cui una ragazza aveva bisogno e anche più ,tutti i mobili sembravano dire "Siamo molto costosi" ma hey bisogna pure approfittare della vasca idromassaggio quando si può.

Lavarsi, asciugarsi e fare tutte le igeni mattutine non ricorse molto tempo. Ma cercare il vestiti sì. E solo dopo mezz'ora di ardua ricerca riuscii a trovare un vestito decente tra i meandri del mio armadio e appena indossato Giovanni decise di invadere la mia stanza

"Prego entra pure" gli dissi ironicamente. Lui ignorandomi mi chiese "Sei pronta?" "Quasi devo ritoccare il trucco" "Voi donne sempre a riempirvi la faccia con prodotti!" si lamentò lui. Come se le donne fossero gli esseri incomprensibili.
"Come sto?" gli domandai con tono insicuro. D'altra parte, l'immagine è tutto, specialmente nella mia famiglia
"Benissimo, sei incantevole" "Guarda che lo so che lo dici per farmi felice" gli risposi "Guarda tu stessa se non mi credi" mi disse lui mettendomi davanti allo specchio

Dovevo ammettere che stavo veramente bene: il vestito marrone con una sola manica risaltava le mie curve e i miei capelli ramati erano sciolti formando delicate onde mentre il trucco evidenziava i miei occhi verdi. Ma, nonostante tutto, guardarmi allo specchio non mi aveva reso più sicura, anzi, avevo la sensazione che mancava qualcosa ma, come ogni volta, ignorai questa senzazione.
Sorrisi a mio cugino e gli chiesi "Andiamo?".

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