Capitolo 1

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[STILES'S POV]

Stavo tornando a casa al volante della mia jeep.
Avevo appena accompagnato mio padre al lavoro, dato che la sua macchina si è rotta durante l'incidente stradale di ieri notte; un gigantesco animale è sbucato dal nulla e gli ha attraversato la strada.
Mio padre, d'istinto, ha sterzato finendo dritto contro un'albero e ammaccando per bene la macchina.
Fantastico.
Mi squilla il cellulare. Leggo sul display. "Scott". Allungo la mano verso il telefono posato sul sedile del passeggero.
–Hey Scott, tutto bene?– dico al mio migliore amico. –Ciao Stiles! Qua va tutto alla grande! Ti devo dire una cosa importante–
–Merda, è morto qualcuno?– chiedo mentre imbocco la via per casa mia.
–Haha noo! È una cosa bella! Sempre il solito drammatico– scherza lui.
–Già, scusami se sono il figlio dello sceriffo sempre in mezzo a casi, omicidi, sparizioni e quant'altro–
Ride.
–Quindi che mi devi dire?– richiedo incuriosito.
–Sta sera c'è una festa al loft di Derek. Che ne dici di andarci? Giusto prima del rientro a scuola– dice alla fine.
Le vacanze estive erano o ormai finite e il giorno dopo dovevo andare a scuola e ciò comportava anche qualche ora di deprissione prima di rimpiagere quei tre mesi di vacanze.
–Mmm...non lo so avevo già programmi sta sera– dico mentre parcheggio la macchina davanti a casa –Ah, e quali piani?– chiede ansioso.
–Malia– rispondo sbuffando –Ah capisco...beh porta anche lei, no?–
–Si, penso che sarà d'accodo. Tanto l'alternativa era stare a casa a sbacciucchiarci un po'– scherzo –Blah...secondo me non è la ragazza giusta per te– dice infine sorprendendomi.
–Ah no? E chi sarebbe il mio tipo?– chiedo con un filo di irritazione –Boh...magari sta sera te lo mostrerò– mi prende in giro –A sta sera Stilinski!– continua –McCall azzardati a mettermi giù e ti ritroverai con un asta su per il c...– mi mette giù.
Al diavolo.
Io e Malia non saremmo la coppia perfetta ma esistono le combinazioni perfette? Non credo proprio.
Mi accorgo solo ora che sono dieci minuti buoni che sto nella jeep parcheggiata. Scendo e mi incammino verso la porta di casa e arrivato in camera mi butto sul letto a pensare se troverò mai la ragazza perfetta.

Mi svegliò il campanello che continuava a suonare interrottamente.
–Arrivo, arrivo! Non mi sfondate la porta!– urlai mentre mi precipitavo giù dalle scale.
Aperta la porta mi ritrovai Malia davanti con i suoi capelli bruni perfettamente spazzolati e le mani incrociate sul petto –Ciao Malia– le dissi stroppicciandomi gli occhi ancora un po' assonnato –Ciao Stiles– disse sempre con quella sua faccia seriosa. Non so cosa eravamo, io le piacevo e forse anche lei pianceva a me.
Forse.
–Che ore sono?– le chisi sbadigliano –Le tre passate– mi rispose lei guardando lo schermo del suo telefono –Merda, ho dormito un sacco– dissi, ma era accettabile visto che avevo passato la notte in bianco cercando foto dell'animale che ha tagliato la strada a mio padre e provando a capire di cosa si potesse trattare.
–Scott mi ha accennato della festa di sta sera, ti va di andarci?– mi chiese lei con uno di quei sorrisoni che tanto mi piacevano.
Secondo me non è la ragazza giusta per te.
Le parole si Scott mi continuavano a rimbalzare nella mente ma, in fondo, nemmeno Scott era così bravo con le ragazze quindi cosa ne poteva sapere, no?
–Mm...si va benissimo– risposi dopo aver visto che mi guardava insistente.
–Benissimo. Passa a prendermi alle 8:30. Scott mi ha detto che inizia alle 9. A più tardi!– disse scoccandomi un bacio sulla guancia –Si, fantastico.
A dopo!– dissi infine chiudendo la porta mentre mi pulivo la guancia macchiata dal suo rossetto.

Passai le ore successive a scervellarmi sul caso di mio padre ma giunsi alla semplice conclusione che un orso o un lupo impazzito abbia avuto una sfrenata voglia di suicidarsi, forse perchè era spaventato da qualcosa di più grosso. Mi riportò alla realtà il mio telefono che squillò. Era un messaggio di Malia che diceva: "STILES SONO LE 8:45 DOVE CAVOLO SEI??"
Oh merda.
Mi cambiai velocemente e indossai un paio di jeans semplici e una maglietta grigia, scesi le scale e mi precipitai in macchina e partii in quarta verso casa di Malia.
Ci volevano 20 minuti per arrivare a casa di Malia ma, superando tutti i limiti di velocità, ne impiegai soltanto 10.
Lei era già sul marciapiede. Indossava dei semplici pantaloncini corti con una canottiera un po' scollata bianca.
Appena accostai si infilò in macchina senza dire niente.
–Malia, scusami...– supplicai –Non dire niente– disse stufa –Se non hai tempo per me non importa sai...– mi sorprese –No no figurati, ci tengo a te, solo che ero impegnato e non ho visto l'orologio– dissi –Si, okay, va bene. Ora andiamo alla festa e non pensiamoci– tagliò corto.
Misi in moto la jeep e partimmo verso il loft di Derek.
Eravamo quasi arrivati quando vidi sul marciapiede una ragazza. Aveva i capelli di un bellissimo biondo fragola e indossava un candido vestito. Era seduta sul marciapiede piegata in due. Sembrava stessa piangendo.
Inchiodai di colpo.
–Che succede?!– mi chiese Malia spaventata.
–Io l'ho già vista–

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