Fallen

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Fallen

Dalle lacrime della madre piangente, rassegnata al suo destino di solitudine, il sole, desideroso di non vedere più la sua sposa soffrire, creò Fallen.
Tramutò la dolce acqua lunare, plasmandola a suo piacimento, fino a creare un essere che non era ne uomo ne Dio, un essere che varcava le dimensioni di spazio e di tempo come una stella, ma che aveva sembianze mortali.
A questo essere diede nome di Fallen, caduto, il Caduto, e diede poteri che nessuno, tra le sacre stelle del cielo, possedeva, poteri che nemmeno lui, lo splendente Sole, sommo creatore del mondo, poteva agognare ad avere.
A Fallen fu fatto dono del potere sulla vita dell'anima.
La Luna, dopo la perdita di Sirio, l'amato figlio, stella luminosa, si era persa nelle oscurità del cosmo, abbandonando la luce, e per giorni e notti infinite aveva pianto lacrime di sofferenza e il suo sposo riteneva che il solo che potesse guarirla da quel male incurabile potesse essere il Caduto.
Fallen doveva essere il balsamo protettivo ai Mali della madre, contagiata da una vecchia malattia di cui solo lo splendente Sole era conoscenza, malattia dimenticata e rinnegata, ma sempre viva e nuova, immortale, moto perpetuo al di sopra dello stesso padre celeste, malattia che portava chiaro e sacro quel nome divino: Amore.
Era esso nella sua forma più potente e pura, nella sua forma più forte e dura, era l'Amore di una madre verso il figlio.
Fallen sapeva di  dover essere veloce, la madre doveva tornare al proprio posto in cielo, accanto allo sposo, o la terra, la creazione per cui il fratello aveva dato la vita, sarebbe stata distrutta, senza la Luna ad accompagnare il Sole durante il giorno i mortali avevano iniziato a perdere il senno e ora, dove prima regnava la pace, si andava consumando la guerra.
Il luminoso Sole, padre celeste, creò una macchina  a pedali per il caduto con la polvere di stelle e gli disse:" Prendi, o figlio, portala sulla bianca via dove sconfissi le Stelle Nere e usata da noi stelle per giungere in terra, lì va veloce come solo tu puoi fare, va e non ti voltare, cerca la cura per la tua madre malata e non tornare finché non l'avrai trovata. Che le stelle tuoi fratelli ti guidino nel buio nel cosmo."
Il Caduto sapeva cosa cercare, doveva trovare i resti della prima stella, il Cigno, un  caduto come lui, morto durante la battaglia colle Stelle Nere, era l'unica strade per riparare il cuore rotto della madre, il cuore di un figlio per il ricordo dell'altro, così prese il dono dal Padre Celeste e facendo come lui aveva ordinato si diresse sulla via che portava alla terra, unica luce che risplendeva nel tetro cosmo.
Percorse tutta la via bianca senza trovare la radici a che tanto cercava  fino ad arrivare al luogo presieduto da Sham, la freccia.
Sham era la stella a cui il Sole splendente aveva dato l'incarico di sentinella, l'unico in grado di scrutare l'oscuro cosmo senza venire accecato dal buio assoluto.
- Chi sei o stella nuova? - disse la freccia a gran voce.
- Sono un tuo fratello, o Sham, il mio nome è Fallen, nato dalle lacrime di nostra madre Luna la saggia, mi manda nostro padre, fammi passare.-
- Nessuno può varcare questo mio presidio, fratello, a meno che non sia io stesso a permetterglielo. Cosa vai cercando nel buio?-
- Cerco il cuore di Cigno splendente, primo di noi, da usare come balsamo per la malattia di nostra madre, sai dove posso trovarlo?-
-  Il cuore di Cigno è stato preso dalle Stelle Nere, si trova nella casa di Kraz il corvo, il figlio rinnegato, ma non puoi trovarlo, non con quegli occhi, solo io posso scrutare nell'oscurità. Vieni vicino a me ti farò dono di uno di questi cosicché tu possa vedere nel buio e curare nostra madre.-
Sham il possente posò una mano sull'occhio destro di Fallen e glielo strappò facendo sussultare il caduto, poi si strappò il suo e glielo diede.
- Ora potrai vedere, va e torna presto.-
La stella viaggiava veloce illuminando il cosmo con il nuovo dono e giunse in fretta alla casa del rinnegato.
Kraz il corvo era caccia con altri rinnegati e per lui fu facile rubare il cuore di Cigno splendente, che la Stella Nera aveva appeso ad una parete come trofeo.
Si dice che ancora adesso, se si ascolta bene, si odano gli echi delle grida di rabbia del Corvo che cerca il cuore del fratello, bestemmiando il nome del padre.
Fallen era orami vicino al successo, ma il buio scese su di lui facendogli perdere la strada del ritorno, il suo occhio poteva vedere nell'oscurità, ma  non riusciva a trovare la luce.
Decise allora di abbandonare il dono del Padre luminoso e di usare la polvere di stella con cui era stato forgiato per orientarsi, lasciava ad ogni passo cadere un frammento di luce per non dover ripercorrere la strada che aveva già battuto .
Con questo stratagemma l'astuto caduto riuscì a tornare alla bianca via e a giungere dal Sole splendente, ma era ormai troppo tardi, la madre, la saggia Luna, si era  persa per sempre nell'oscurità e a nulla poteva servire la medicina tanto cercata.
Da allora la luna ha abbandonato il suo posto di compagna del sole durante il giorno, divenendo lieve luce nella notte.
Il Sole furioso esiliò il caduto sulla terra e lo condannò a curare il male della madre fra i mortali per l'eternità. 
Lo condannò a strappare cuori uccidendo anime, non per malvagità, ma per farle rifiorire, per fare che nessuno più cedesse alle ombre, come l'amata sposa.
E i mortali ignari di tutto si amano nella notte promettendo amore,  davanti a quella madre addolorata che solo può guardare impotente il sacrificio del figlio.

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