L'amore ha il tuo nome. Capitolo 12

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Eric.

Poggio le mani sulle mattonelle e resto immobile mentre l'acqua mi scorre addosso portando via il sangue perso dalle ferite, Ludovic sicuramente è ancora vivo perché mi è stato detto che non hanno trovato le sue resta, qualcuno dei suoi l'aveva prelevato durante il caos dello scontro appena era giunta la mia squadra. La sorte è stata a suo favore. A favore di un essere malvagio e questo mi lascia l'amaro in bocca perché mio figlio ci ha rimesso la vita e a me non resta che un dolore struggente.

Emily.

Stamane, quando sono scesa per la colazione, Olga mi ha riferito che, dopo settimane di vita casalinga e dedizione a me, Eric, anche se per poche ore, è uscito per andare in azienda. Ho gioito a questa notizia, perché questo è un piccolo passo verso il ritorno a una vita normale, solo che al suo ritorno, l'umore di mio marito era come il tempo, tetro. E continua a esserlo! Non conosco il motivo e mi guardo bene dal chiederglielo perché quando è in questo stato, è meglio stargli alla larga e tacere. Vederlo, però, da ore immobile davanti alla finestra con lo sguardo fisso nel vuoto mi sta incuriosendo troppo, ma prima che mi esca qualche domanda di troppo dalla bocca, do ascolto a quella parte del cervello che mi suggerisce di lasciarlo in pace e me ne vado a prendere un libro. Appena entro nello studio mi assale una sorta di apprensione e mi coglie un capogiro. Poggio la mano sul quadro di Amore e Psiche per sorreggermi, traggo un respiro e chiudo gli occhi per calmare anche il batticuore che improvvisamente mi attanaglia il petto. Mi sento così strana che, anche se volessi, non saprei spiegare il mio malessere. Avverto la presenza di Eric nella stanza, sicuramente è venuto a controllarmi perché lui con il suo udito da Vampiro sente tutto, specialmente il mio batticuore. Apro gli occhi e sorrido per rassicurarlo, ma mentre mi volto verso di lui, lo sguardo mi cade sulla finestra dello studio e vedo un'ombra malevola sbatterci contro. Mi giro nella stanza e come se avessi un incubo a occhi aperti, vedo nello studio tutta la sua famiglia, Rose e Sara che con le mani poggiate al vetro formulano delle magie. Mi rivedo nella stanza vampirica in preda al panico e poi appare quella donna incappucciata. <<Emily, ti senti bene?>> mi domanda Eric. Alzo un braccio e gli paro una mano davanti per farlo tacere <<mi hai ingannato!>> riesco a dirgli nel momento stesso in cui capisco che lui mi ha cancellato il ricordo di quello che è successo ieri sera. <<A cosa ti riferisci?>> mi domanda non capendo a cosa alludo <<all'attacco di Ludovic. A quelli che hai ucciso in giardino e nel Colosseo e al fatto che volevi trasformarmi contro la mia volontà e che poi mi hai cancellato la memoria>> gli urlo con il respiro affannoso, poi con occhi arcigni gli domando <<era lei vero. La donna incappucciata era Adriana?>>. Per un attimo la sua compostezza vacilla, poi riprendendosi esclama <<ti sbagli. Quella donna si chiama Mary>> <<non ti credo. Adesso mi confessi tutto perché io ho visto tutti i tuoi ricordi mentre ero trasferita dentro di te>>.

Eric.

Non posso credere alle mie orecchie e ai miei occhi, il suo sguardo ferito e indignato mi lascia da un lato basito perché non capisco come lei avesse ricordato, e dall'altro lato mortificato per il dolore che le ho inflitto, lei in lacrime dice, <<era lei>>. Scuoto la testa, <<no, lei si chiama Mary>> alza una mano a palmo aperto davanti alla mia faccia, <<stai zitto, bugiardo! Lei è Adriana>>. Mi avvicino di un passo, ma lei indietreggia urlando con rabbia, <<sei un figlio di puttana mi hai tradito in tutti i modi. E continui a farlo, lasciami sola!>>. Stringo i pugni lungo il corpo e vado nel salone. Cos'è successo? Come ha fatto a ricordare? E ora come faccio a rimediare? Cammino avanti e indietro per la stanza cercando di pensare a come uscire da questa situazione, poi mi fermo di botto, mentre mi appare il suo sguardo ferito. E se lo è, irrimediabilmente, c'è la probabilità che lei non mi perdonasse e che andasse via da me. Il terrore di perderla mi assale, ho bisogno di aiuto, lei non mi crederebbe se le raccontassi la verità, lo sento. Decido di chiamare mio fratello, <<dove sei>> <<da Tom>> <<non ti muovere arrivo>>. In un attimo sono fuori alla porta e suono il campanello. Tom mi apre ed io entro dirigendomi direttamente da Carl. Lui si alza dal divano e mi guarda attentamente. Nella stanza c'è anche Letizia distesa sul tappeto a colorare un disegno troppo perfetto per averlo fatto lei, Tom ci raggiunge e mi poggiandomi una mano sulla spalla <<sembra che tu sia nei guai. >> <<No. Peggio! Sono in una catastrofe>>. La bambina rivolge l'attenzione su di me dicendo, <<hai fatto arrabbiare zia Emy? Sei in punizione anche tu? Sono contenta!>>. Questa bambina più di chiunque, m'indispone con la sua linguaccia, stringo i pugni dicendo <<Carl, seguimi nello studio, qui c'è una scimmia che parla>>. Lei mi rivolge un'occhiataccia mentre mi dirigo con mio fratello nell'altra stanza, Tom ci raggiunge e chiuse la porta. Li guardo e con rabbia dico <<lei ha ricordato, non so fino a che punto, ma dalla sua espressine ferita, e delusa, credo fin troppo>>. Carl rimane sorpreso, Tom dice, <<le hai detto perché l'hai fatto?>> <<Ho provato, ma lei comunque non mi crederebbe. Tom, lei quando con la magia si è fusa con me ha visto anche il mio passato>>. Mi metto una mano sulla fronte e sconvolto, <<come ho potuto sbagliare? Mai nella mia vita è successo che qualcuno abbia ricordato, ed è accaduto proprio con lei>>. Carl mi dice, <<ora Tom ed io andiamo a parlare con lei mentre tu resti qui con Letizia. >> <<Mai resterò da solo con lei, tanto meno in questo momento. >> <<Ok! Allora parlale tu>>.

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