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Le sue labbra gli erano mancate tantissimo. Non riusciva a smettere di baciarla, tenendola stretta a sè. Per la prima volta dopo tanti anni, si stava finalmente lasciando andare alle emozioni e ai sentimenti. Fu Anna ad interrompere il bacio per prima.

"Quindi niente più orologi nè troiette che vengono a cercarti a casa?"

"Niente di niente. Tranne per gli orologi. Sai che ho un debole per loro," rispose Simone, sempre tenendole il viso tra le mani. La guardava come se fosse un'opera d'arte. Come se fosse l'opera più rara del mondo. Tracciò con le dita il contorno del suo viso, posando il pollice sulle labbra ancora umide della ragazza. E lei non gli staccava gli occhi di dosso, assaporando ogni dettaglio del suo uomo. Accarezzandogli la schiena, Anna infilò la mano sotto la maglietta di Simone.

"Perchè sei sudato?"

"Come perchè? Per raggiungere questo posto ho dovuto affrontare la giungla selvaggia!"

La ragazza scoppiò a ridere. "Come la giungla?"

"Avrò fatto una decina di chilometri a piedi, in salita e in mezzo al bosco," disse Simone, sconvolto dal ricordo della claustrofobia che aveva provato in mezzo a tutto quel verde. Non che in Basilicata non ci fossero boschi; ma non erano così...fitti. "Perchè ridi?"

Anna non accennava a smettere di ridere, e nemmeno il suo amico dietro di lei dimostrava molto contegno. Simone continuava ad osservarlo sospettoso. Va bene, aveva detto ad Anna che l'amava e lei sembrava ricambiare; ma allora chi era quel gorilla a petto nudo?

"Oddio Simone! Non ti sei accorto che la strada è proprio qui sotto?" puntualizzò Anna, indicandogli il lato opposto rispetto alla scaletta di pietra dalla quale era arrivato. Di fronte a lui c'era un'altra scalinata di pietra, molto meno ripida e molto più curata rispetto a quella che aveva fatto lui. E alla fine, la strada. Simone rimase a bocca aperta, facendo ridere Anna ancora più forte.

"Mi sa che ti sei imbattuto in Hans. Hai preso il taxi vero? Devi sapere che Hans fa spesso questa tratta e non ama i ragazzi del sud e tatuati. È tutto strano."

Il calciatore fece una smorfia ma non rispose. La prese di nuovo per mano, tirandola a sè.

"Visto che sei in vena di spiegazioni, mi puoi spiegare chi è quel tizio?"

"Sei geloso, Zaza?" lo stuzzicò lei, mordendogli piano il labbro.

"Proprio per niente," rispose lui, scuotendo la testa. Ma il suo sguardo parlava chiaro. Non aveva mai sopportato di vedere Anna in compagnia di un altro uomo, figurarsi adesso che l'aveva appena ritrovata e c'era un tizio a petto nudo con lei.

"Devi sapere, mio caro Zaza, che ho una vita al di fuori di te. Marco è il mio migliore amico."

"E come mai questo cosiddetto migliore amico è a petto nudo, in una casa in cui ci sei tu così poco vestita?"

Anna scoppiò di nuovo a ridere. "Tranquillo Simone. È il mio migliore amico, mica ho detto che andiamo a letto insieme; ci siamo appena svegliati."

Simone la tirò ancora di più verso di sè, gelosamente, come a voler delimitare una proprietà. E questo gesto fece venire i brividi alla ragazza. Finalmente si sentiva apprezzata, protetta. Sembrava finalmente che Simone avesse messo la testa apposto, ma quanto sarebbe durato questo suo sentimento? Decise di non lasciarsi prendere dall'ansia. Simone, il suo Simone, aveva fatto quel viaggio nel suo giorno libero. Era venuto a prenderla per riportarla a casa con sè.

"Simone, è gay," gli sussurrò Anna all'orecchio.

Simone sorrise. "Allora sono io quello che deve stare attento?" le disse, baciandole la fronte.

Non è mai semplice/ Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora