Capitolo 8

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Salve gentaglia! In questo capitolo mi ha aiutato molto una tizia scema è ale01yes scrive anche lei una storia se volete fare un salto a leggerla di sicura le farà piacere. Il tipo in foto è Blacke!Buona lettura!

Le sue labbra erano attaccate alle mie come una sanguisuga. Cercava in tutti i modi di avere un bacio più passionale(lingua :P), ma io non lo permisi. In quel preciso momento mi resi conto di quello che davvero stava accadendo.
Lui mi buttó contro al muro attaccandosi a me.
ERA IMPAZZITO?!
Che aveva nella testa? Segatura?
Ero pronta per dargli uno schiaffo e un bel calcio nei gioielli di famiglia, ma qualcuno mi precedette.
Vidi un'ombra saltargli addosso da destra e buttarlo per terra ai miei piedi.
-BRUTTO BASTARDO! NON TOCCARLA, LEI È MIA!-
Quella voce...
Marco!
Era sopra di lui, lo teneva con la mano sinistra per il colletto della camicia, e con la destra gli tirava pugni su pugni. Blacke si riprese dall'iniziale sorpresa e ribaltò la situazione: era sopra Marco tirandogli calci e pugni.
Io mi misi ad urlare andandogli in contro, mi piazzai in mezzo a loro mettendogli le mani al petto per allontanarli.
Si stavano guardando in cagnesco...quasi ringhiando.
-FERMI! STATE FERMI CAZZO!- urlai
Blacke aveva un occhio nero e il labbro spaccato. Marco aveva molti graffi in viso e una guancia rossa dovuta ai pugni presi.
Non ci vidi più dalla rabbia.
-ma non si può stare tranquilli un attimo! Siete peggio dei bambini dell'asilo a picchiarvi così, porca puttana! Ma il cervello lo usate? Volete finire in ospedale?! Se proprio volete vi porto sotto terra io, coglioni!-
Presi la mia borsa, incazzata, e quando uscii dal camerino erano ancora lì immobili a guardarsi male.
Marco parlò:
-lascia che ti porti a casa io, questo qua-disse indicando Blacke- è pericoloso-
-io? Pericoloso?! Ma se è grazie a me che è salita su quel palco! E ho fatto proprio bene, senti che voce!Ti porto a casa io bella!-lo interruppe Blacke.
-no,no la porto io!-
-no, io!-
Ogni volta che parlavano si avvicinavano sempre di più l'un l'altro: se non avessi interrotto la questione avrebbero ripreso a picchiarsi.
-PIANTATELA CAZZO! torno a casa da sola, deficienti!-
Detto questo mi avvicinai a loro e ad ogniuno dei due tirai una forte pedata nel culo.
Li colsi di sorpresa, perché, subito dopo mi guardarono malissimo e io, anche per svignarmela, mettendo le mani in tasca, mi voltai e uscii dal locale ridacchiando un po', la loro faccia era qualcosa di epico!
Arrivata a casa trovai mia mamma sul divano a dormicchiare con mio papà accanto. Li lasciai stare e andai in camera mia, mi tolsi il trucco e misi il pigiama.
Mi buttai sul letto a peso morto facendo probabilmente muovere tutta la casa.
Credo di aver sbagliato a prendermela anche con Marco, alla fine lui voleva aiutarmi( e ci è riuscito) e io l'ho ripagato con un calcio...
Credo di essere nella merda.
Il suono del mio telefono mi interruppe dai miei pensieri.
Da Marco -cara mia Beth! Questa me la paghi! Io ti vengo ad aiutare e tu che fai?! Mi tiri un calcio in culo? Questa non la passerai liscia, non immagini neanche che ti accadrà lunedì!*faccina malefica*-
Ok, SONO nella merda, tanta, tantissima merda!
Solo ora mi viene in mente che quando arrivò per proteggermi aveva urlato che ero SUA.
Che avrà voluto dire?
Con questo pensiero nella mia mente, mi addormentai profondamente.
La domenica passò velocemente tra compiti e studio, quindi arrivò quasi subito il lunedì mattina.
Mi svegliai tranquilla, pettinandomi e facendo colazione.
Misi un paio di jeans e una maglietta nera a mezze maniche.
Arrivata a scuola andai incontro a Lia e la salutai con un abbraccio.
Le raccontai di tutta la serata e, solo nel momento che le raccontai della rissa, mi ritornò in mente la vendetta di Marco.
-oh cazzo! La vendetta!!! Me ne ero dimenticata...ti prego Lia uccidimi prima che lo faccia lui!- dico diventando bianca in volto.
Ok, oggi credo sarà il mio ultimo giorno di vita.
Lo vedo entrare dal cancello della scuola e, appena mi vide, fece un sorriso maligno.
Prendo Lia per il braccio e scappo in classe, peccato che LUI è di questa classe.
Deficiente io!
-ascolta Liza: vai a scusarti con lui e non succederà niente!- mi dice la mia amica
-no, ho il mio orgoglio da difendere!- dico fiera mettendo la mano a pugno colpendomi il petto.
-ma che orgoglio e orgoglio! Quello t'ammazza!-
-eh vabbhe!- dico scocciata.
In effetti Lia non ha tutti i torti ma non ho né il coraggio né il coraggio di ammettere di aver sbagliato. Sono sicura che dopo le mie scuse comincerebbe a prendermi in giro, e non voglio permetterlo!
Ci sediamo al nostro solito posto e, al suono della campanella, entrò il prof di fisica e dietro di lui c'erano Marco e la sua banda di amichetti che lo prendevano in giro.
È da poco che sono qui , ma quel prof lo sanno tutti che è uno scemo.
-dai Fabrizio(il prof XD) faccia uno snap! Guardi questo! Le fa la faccia da cane! E questo la fa diventare un alieno!- Marco, ovviamente, gli mise il telefono davanti. Il prof non sapeva che fare, si vedeva che era sia sorpreso che imbarazzato.
Ma nei suoi occhi si vedeva quella piccola luce di curiosità per quello strano trabiccolo dei giovani.
-Ma è sempre così sto qua?- chiedo a Lia.
-bhe...si, di solito non si fa un cazzo con lui-
-meglio, ho sempre odiato fisica!- dico ridendo e a me si unì Lia.
L'ora passò in fretta, con Marco che prendeva per il culo il prof e tutti che ridevano, finché, ad un certo punto, la porta si aprì di colpo.
Oh merda!
Il preside!
Si mise a darci dei coglioni dicendoci che eravamo in una scuola, che ci si sentiva fino al secondo piano e non potevo comportarci come delle scimmie, stando sui banchi e urlando e bla bla bla.
Io non ascoltavo molto, anzi, mi sforzavo a non mettermi a ridere, perché grazie a tutte le voci che giravano sul suo conto, ora ho la certezza che sia gay! (Piccola nota: non sono  :P anzi mi stanno SIMPY).
Ad un tratto, quando tutti erano muti per le urlate del preside, il mio telefono suonò.
Cazzo! Non l'avevo messo in silenzioso!
Tutti si girarono verso di me guardandomi con compassione.
Oh merda...
-tu! Dammelo subito! Sarai fortunata se non ti porto in presidenza!- disse il preside minaccioso puntandomi il dito contro. - spegni e dammi il tuo telefono!-
Guardai il mio cellulare tristemente ero già pronta a dirgli addio, ma vidi sul mio telefono:
Messaggio da Marco.
-considerala come la mia vendetta <3-
Mi alzai e con passi veloci mi diressi verso quel bastardo.
-brutto stronzo! L'hai fatto apposta! Figlio di....- urlai verso Marco senza neanche pensare a chi stava esattamente dietro di me.
-moderi il linguaggio!- mi richiama il preside.
-mi scusi tanto preside, ma è colpa sua se mi è suonato il telefono!mi ha mandato un messaggio mentre lei parlava!-dico indicando Marco
-no! Non è vero!-
-e invece si!-
-e invece no!-
Prendo il mio telefono e gli faccio vedere la notifica.
-e invece si! Stronzo!-
-BASTA! PIANTATELA! VENITE TUTTI E DUE NEL MIO UFFICIO!-
-ma io non ho fatto nien...- cerco di dire.
-NON MI INTERESSA! NEL MIO UFFICIO!-
Noi stiamo fermi non sapendo che fare.
-ORA!- urla più forte.
Noi più veloci della luce lo seguiamo.
...
Ci accomodammo sulle sedie davanti alla scrivania.
ah che ho combinato?!
Mi guardo intorno...la maggior parte dei mobili sono fatti di legno scuro, ci sono due librerie, un tavolo con sopra molti moduli e molte piante verdi.
Sarebbe un luogo molto accogliente se non fosse per la situazione in cui ci troviamo...
-bene ragazzi...sapete che non posso lasciarvi impuniti...di Dorelli non mi stupisco neanche ma di lei signorina...-
Io sto zitta abbassando lo sguardo mentre Marco è accanto a me più tranquillo che mai...
Bastardo
Il preside si alzò e prese dalla libraria una scatola. Appena presa si rimise al suo posto e cominciò a parlare.
-Dorelli la conosce bene questa scatola, ma lei visto che è nuova non ha idea di cosa sia, vero?-
Io annuisco impaurita.
-questa, come la chiamano i miei alunni, è la scatola della sfortuna-
Detto questo la apre e trovo una quantità abnorme di bigliettini.
-su ogniuno di questi fogli c'è scritta una punizione che dovrete scontare...sta a lei la scelta-
Io insicura allungo il braccio e metto la mano nella scatola.
Prendo un biglietto, lo apro e lo leggo:
~pulire tutte le aule dell'istituto~
Lo faccio vedere a Marco che sorride.
-bhe siamo stati anche fortunati... Poteva anche uscire "pulire la mensa", che è la cosa più schifosa del mondo, o "pulire i cessi"... Io sarei contento- mi dice soddisfatto.
-bene ragazzi...alle 16 vi aspetto qui a scuola. Ora tornate in classe, forza!-
Mentre torniamo in classe Marco comincia a parlare.
-comunque hai una bella voce piccoletta-
-ma muori vah! Per colpa tua il mio pomeriggio è rovinato- dico accelerando il passo.
-dai guarda il lato positivo!-
-e quale sarebbe?- chiedo scettica
-che passerai l'intero pomeriggio con un figo come me!- dice ammiccando.

Io mi fermo e mi giro verso di lui facendogli il dito medio.
-ma vaffanculo!-

Potrei cambiare...per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora