Giorno 10 - Ripararti

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Oramai mancavano pochi giorni alla fine del campo e l'idea che tutto questo fosse finito mi affascinava: Probabilmente pochi giorni prima non avrei mai pensato la stessa cosa, anzi avrei pensato tutto il contrario. Prima ero concentrata su Harold e sul godermi gli ultimi giorni di convivenza insieme a lui. Infatti una volta ritornati alle nostre realtà non ci sarebbe mai capitata una cosa come dormire insieme. Con questo pensiero mi alzai quella mattina che era stranamente calda o forse era solo una mia impressione. Si, era proprio il calore che cercavo. Come al solito lui non c'era e il letto era disfatto. Questo lo rendeva così misterioso anche se per me il mistero in lui non mi diceva niente. Mi alzai e presi una nuova felpa dall'armadio; era una delle mie preferite, rossa divisa dalla cerniera. L'adoravo. Me la infilai velocemente sopra alla maglietta del pigiama poi presi il cellulare, anzi lo accesi - era mio solito spegnerlo durante la notte- e lo misi nella tasca della felpa. Ormai era diventata un'abitudine : andai in cucina presi la colazione, mi diressi in sala da pranzo e mi sedetti al solito posto che a differenza delle altre volte però era vuoto. Controllai al cellulare erano le 9 e mezza più o meno ma ancora non si vedeva tutta la classe, o meglio il mio obiettivo: Cleo o Dylan. Iniziai a mangiare le fette biscottate che avevo sul piatto , non mi andavano tanto. Qualche volta tra un morso e un altro lanciai qualche sguardo verso le scale ma niente , ogni volta non c'era nessuno o c'era qualcuno che non mi interessava e che mi faceva solo crescere ancora di più l' ansia. Così dopo un po' persi anche la speranza così mi sbrigai a bere il succo di frutta che avevo nella tazza. Proprio in quel momento davanti a me si sedette Dylan con il suo vassoio in mano. Quando lo vidi non dissi niente ne lo salutai: non sapevo proprio che dire. Dopo un po' che iniziò a mangiare cominciò finalmente la conversazione mettendo da parte tutto l'imbarazzo che nel frattempo si era creato.
" Come stai? " Mi chiese.
" Secondo te?" Dissi alzando un sopracciglio. Lui mi guardò di traverso.
" Okay ... comunque sia ero venuto per dirti che io con la storia di Cleo non c'entro nulla è stata lei a mettermi in mezzo. " Guardavo il piatto anche se ero molto concentrata sulle sue parole.
"Mi fa piacere" Farfugliai. Dopo quel mio intervento ci fu un silenzio tombale per qualche minuto. Entrambi mangiavano lentamente guardando il piatto di fronte a noi e il cibo che man mano diminuiva. Poi lui aggiunse qualcosa all'argomento precedente.
"Se vuoi ti aiuto ad aggiustare con Cleo riguardo questa assurdità ..."
" Giusto è proprio assurda tutta questa storia ..."
" Lo so ma evidentemente ci è rimasta abbastanza male per quel comportamento ... forse aveva più bisogno del tuo appoggio morale ..."
"Si, probabilmente è come dici tu. " Dissi indifferente , non so perché ma parlare con Dylan mi procurava ancora più confusione . Avevo bisogno di parlare con Cleo; ma da quanto capii era una cosa impossibile infatti mi passò davanti senza nemmeno salutarmi. La fissai mentre mi accorsi che si stava sedendo a un altro tavolo vicino a Milo. Rimasi molto delusa dal fatto che non si fosse seduta accanto a me: avevo bisogno di parlare con lei, di sentire la sua voce e di sapere che non mi odiava. Quanto è vero che solo quando perdi qualcosa ti accorgi troppo tardi quanto valeva per te. Dopo un po' Dylan mi distolse dal fissare Cleo come una deficiente dicendomi:
" Non ti preoccupare si risolverà tutto" Aveva sempre la stessa voce vellutata.
" Ti sbagli credo che questa volta non si risolverà proprio un bel niente... " Dissi facendo girare il bicchiere con le dita per distrarmi.
"Devi solo dimostrargli che ti interessa davvero... e che è la tua migliore amica per cui non ne puoi fare a meno. " A quelle parole mi si accese una lampadina in testa: ma certo se avessi fatto qualcosa che le avesse mostrato che davvero tenevo a lei sarebbe tutto ritornato come una volta molto probabilmente. Adesso dovevo solo pensare a come fare. Mi accorsi anche che avevo finito di fare colazione così presi il vassoio quasi euforica direi . " Grazie Dylan" Dissi alzandomi dalla panca e dirigendomi verso la camera. Nella mia testa pensavo solamente a una soluzione per risolvere con Cleo ma non mi veniva in mente niente di fattibile. Inoltre avevo deciso di non andare, per quella giornata, agli impianti con la classe anche se non mi andava tanto di dirlo alla professoressa; forse mi vergognavo . Proprio quando stavo per salire le scale Emma si interpose tra il gradino e me con il vassoio in mano ancora mezzo pieno.
" Ti devo parlare scimmietta" Disse con la sua voce squillante e stonata. " A me non interessa" Dissi cercando di sviarla ma lei mi bloccò di nuovo la strada. E adesso che cosa voleva? Mancava solo lei e già sapevo come sarebbe andata a finire la giornata.
" No adesso apri bene le tue orecchie : non ti devi più permettere di avvicinarti ancora a Harold" La sua voce era molto simile a quella di un serpente. Quelle parole mi sembrarono davvero strane da quando la cosa non mi riguardava più : per me se lo poteva proprio prendere avevo problemi ben più grossi da risolvere.
"Se no che mi fai? ... E comunque te lo puoi proprio tenere" Dissi provocandola. Passò qualche istante e lessi nei suoi occhi la frustrazione più totale e probabilmente strinse i denti. Dopo un po ' vidi, senza capire, la sua mano afferrare il cornetto al cioccolato che stava nel suo vassoio e infine me lo spiaccicò sulla felpa nuova che avevo appena preso. Subito sul suo viso si accese un sorrisetto di compiacimento. Mi infuriai all'istante e non capii più nulla sentii solo la sua voce penetrare il mio timpano.
" Ti sia da avvertimento ... e lascialo perdere se non vuoi che la professoressa venga a sapere delle vostre cose !" Bene e adesso mi stava pure minacciando. L'unica cosa che non sapeva era che oramai non mi interessava niente di Harold dato che ci eravamo allontanati radicalmente o almeno così pensavo. Ero molto impulsiva perciò mi fu molto difficile raffreddare i nervi quando volevo solo tirarle i capelli o darle un pugno in faccia direttamente; feci un bel respiro e poi le risposi.
" Togliti dalle palle! "
Poi la sviai e risalii le scale a testa facendo finta di niente e lasciandomela alle spalle. In effetti facevo un po ' finta che non fosse successo nulla ma in realtà qualcosa davvero era cambiato : non sapevo il motivo ma le sue parole mi avevano in qualche modo ferito. Avevo intenzione di prendermi una giornata di "ferie" dalla neve per pensare a un modo per risolvere con Cleo. L'unica cosa che mancava era di dirlo alla professoressa così mi ricordai vagamente quale fosse la sua stanza mentre nella mia testa mi riaffioravano ancora le immagini di Emma poco prima. Mi ritrovai a bussare ad una porta del secondo piano con un po ' d'ansia che mi invadeva gradualmente tutto il corpo. Una voce mi rispose subito dopo. " Entra " Così con un po ' di impaccio cercai di dire alla professoressa che si trovava nella stanza già pronta per andare sulla neve che non sarei venuta con la classe quel giorno . Lei ovviamente mi chiese il motivo e io le dissi semplicemente che avevo bisogno di riposo e lei umanamente mi diede ragione . Uscii da quella stanza stupita di avercela fatta e un po ' euforica anche se ancora il pensiero di Emma mi veniva in mente ; Per quale motivo ? Arrivai in camera e Aprii la porta come avevo fatto durante l'ultima settimana e la richiusi. Subito dopo sentii dei rumori provenire da fuori così mi affacciai alla finestra per vedere cosa stesse successo. La finestra era un po ' appannata ma si vedeva benissimo la massa di gente fuori dall'albergo che si dirigeva verso la fermata dell'autobus. Era quasi sicuramente la classe e doveva essere tutta dato che erano tante le teste che si muovevano. Ero finalmente sola e tanto per cominciare il giorno di riposo dovevo assolutamente farmi un bagno in pace. Così presi l'accappatoio e chiusi la porta del bagno poi entrai immediatamente nella vasca . Fin da subito cercai di pensare ad una soluzione con Cleo ma il cervello ogni volta mi portava fuori pista rilassandosi anche esso nella vasca . Alla fine passai più di tre quarti d'ora nella vasca senza nemmeno trovare una mezza idea per il caso di Cleo . Probabilmente l'unico pensiero che mi venne in mente fu quella di organizzare qualcosa con lei tipo una cena ma non ero troppo sicura infatti la cosa era troppo vaga e improbabile. Ero un totale disastro; non ero nemmeno riuscita a concentrarmi per trovare una soluzione per Cleo. Mi misi la biancheria intima velocemente e sopra poi l'accappatoio ed Uscii dal bagno richiudendo la porta . Mi avvicinai al comodino e , spinto un tasto del cellulare, controllai l'ora; diavolo erano le 11 , quasi. Poi notai in alto al telefonino l'icona di un messaggio; wow, me ne era finalmente arrivato uno. Così presi il cellulare in mano e vidi di chi fosse quel messaggio inaspettato. Era Dylan.
" Ciao Suz ho saputo che domani sera Cleo vuole uscire con Emma e le sue amiche ma immagino che tu già lo sapevi e che hai trovato già qualcosa da fare per recuperare la sua amicizia. Ci vediamo dopo. Dyl." Lo lessi ben due volte per rendermi conto davvero di cosa parlava il messaggio. Adesso sapevo cosa fare più e o meno; Cleo non si poteva realmente fidare di Emma poi figurati Emma ce l'aveva a morte con me dopo anche quella sua performance del cornetto sulla mia felpa nuova. Ero quasi sicura che si sarebbe rivendicata con Cleo approfittando della situazione quindi pensai subito di parlarle chiedendole di non andare e se mi avesse evitata probabilmente l'avrei seguita la sera successiva con Emma. Non ero molto sicura dell'ultima parte però . Più e o meno avevo quasi risolto il problema principale che mi tormentava la testa. Riposi il telefonino sul comodino poi mi diressi verso il bagno per asciugarmi i capelli chiudendo la porta. Quando finii di asciugarmi completamente i capelli per evitare di riprendere la febbre mi truccai un po ' come al solito e mi rimisi l'accappatoio poiché avevo dimenticato prendere il cambio in camera . Così rientrai in camera e aprii l'armadio scegliendo attentamente a cosa mettermi. Presi un maglioncino blu con una canottiera sotto e come al solito presi dei jeans e posai entrambe le cose sul letto. Purtroppo non mi potevo mettere la felpa rossa che tanto avrei voluto indossare a causa del cornetto di quella gallinaccia di Emma. Mi tolsi velocemente l'accappatoio e lo appoggiai all'appendi abiti . Subito dopo mi misi i pantaloni e iniziai a mettermi la canottiera che andava sotto a quel maglione blu acqua. Infilai le braccia nella canottiera e, proprio quando stavo per infilare la testa, mi accorsi che stava accadendo qualcosa. Notai la maniglia della porta della camera piegarsi lentamente e subito dopo aprire la porta quasi violentemente. Presa dall'istinto mi coprii con le braccia infilate nelle maniche della canottiera mentre nel mio viso sorse una strana espressione allarmata.
" Cosa ci fai qui?"
" Cosa ci fai piuttosto tu qui? "
"D'accordo non mi interessa ... ehm. .. dovresti uscire dalla stanza sai com'è! Non ti hanno insegnato a bussare?" Chiesi aspra a causa della strana situazione.
"Veramente non nella mia stessa stanza" Era inutile Harold era sempre lo stesso .
"A me non me ne frega niente di cosa ti hanno insegnato, so solo che adesso te ne devi andare! Diavolo mi sto cambiando!" Praticamente urlai cercando di essere il più convincibile possibile. Non ricevetti nessuna risposta ma notai che con gli occhi lui iniziò a scrutarmi squadrandomi dai piedi fino ai capelli. Non potei fare a meno di diventare rossa come un peperone arrostito per l'imbarazzo e inoltre da quel momento non capii molto riguardo quello che mi stava circondando nella stanza.
" Scusa ma per quale motivo non ti sei vestita per la neve?Non vai?" chiese cercando di avere la voce il più delicata possibile. Ma non mi lasciai persuadere.
" Che c'è cerchi di liberarti per caso di me? E comunque potrei farti la stessa domanda..."
" Va bene se lo vuoi davvero sapere non sono andato con il resto della classe perché all'ultimo minuto mi sono ricordato che dovevo rimanere perché devo ricevere una chiamata davvero importante..." Lo interruppi.
" Okay, Okay, basta così; non voglio sapere proprio un bel niente e comunque non cercare di cambiare discorso... te ne devi andare!!" Dissi facendo in modo di indicare la porta senza far vedere nulla anche se era molto difficile perché davanti a lui mi sentivo impacciata e con qualcosa che mi limitava; ma non so tuttora bene cosa fosse. Intanto lui lanciò uno sguardo insignificante verso la porta poi subito dopo ritornò a guardarmi .

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