Una paperella all'open day

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Da bravo studente "affezionato" alla propria scuola mi sono iscritto all'open day per far il deficiente che espone quanto è bello è fare la scuola albeghiera.

Il tutto si svolge in un sabato pomeriggio piovoso nel laboratorio di pasticceria, a farmi compagnia ci sono alcuni dei miei compagni di classe.

Il giro di presentazione del laboratorio era strutturato come una delle migliori televendita di canale 5 che passano tra un mattino cinque e le udienze di forum.

Io da brava prima donna mi metto a fare il presentatore principale che spazia tra un settore e altro descrivendo tutti i macchinari con un cantilena che ammaglia tutti i genitori e rende un minimo partecipe i ragazzini.

Tutto questo si svolgeva mentre i miei compagni ed ogni tanto io preparavano alcuni stuzzichini schifosi da mettere al buffet per i visitarori. Le varie pietanza erano servite sui dei vassoi circolare in finto argento lucido così da mostrare a tutti che all'alberghiero si fa tutto con stile, quanta falsità.

Arriviamo al punto centrale, questi vassoi veniva presi dagli sguatteri di sala bar, che nella scala gerarchica dell'alberghiero sono i più schiavizzati ed insultati dai professori. Tra questi poveri ragazzi noto una ragazza, alta, seno prosperoso, capelli lisci castani chiaro, labbra rosse, dagli occhi marroni e con un fisico non proprio da top model ma bel contenuto nella divisa nera della scuola. In quel periodo ero reduce dalla dieta quindi di aspetto non ero così tanto ripugnante come ora, quindi nella mia mente mi consideravo un ragazzo che potesse avere delle possibilità con il sesso opposto. Questa "cameriera" molto carina e piuttosto arrivabile mi piaceva abbastanza da scaturire in me un voglia di sapere almeno il suo nome da poterla stalkerare su facebook. Adesso non mi ricordo esattamente come io sia riuscito a sapere il suo nome, ma l'ho trovata su facebook e ci ho provata. Si chiamava Alessandra Papera Romano, già quel papera presente nel nome di facebook mi puzzava di bimbominkia, ma era carina e come si dice l'abito non fa il monaco. Iniziamo a parlare del più del meno, che classe fa, che professori hai bla bla bla...e la prima conversazione si esaurisce facilmente con del saluti e tutti a dormire. Il giorno dopo a ricreazione, dove con i miei compagni stazionavamo al calorifero nel corridoio fuori dalla nostra aula che si trovava nel mezzo di tutta la scuola, vedo passare Alessandra di fronte a dove stavo io e ci salutiamo, questo si ripeterà anche alla seconda ricreazione. Tutta questa storia di lei che passa davanti alla mia classe per farsi notare dura un paio di giorni, io alcune volte rimanevo bloccato in classe dall'imbarazzo che provavo ogni volta che la vedevo. Passati alcuni giorni mi faccio coraggio e le chiedo di uscire per conoscerci meglio, per la seconda volta nella mia volta una ragazza accetta la mia richiesta. Io sono emozionato come un bambino obeso alla quale viene data la notizia che per cena ci sarà mcdonals. Decidiamo un giorno nella quale saremmo usciti da scuola allo stesso orario. Arriva il fatidico giorno ed io non sono pronto, non l'avevo detto a nessuno, né ai miei compagni di classe e né ai miei amici, volevo tenere tutto nascosto per evitare poi di dover raccontare il mio fallimento. Mi porto il cambio dei vestiti per potermi presentarmi al top della forma, come insegnano tutti i telefilm americani e forse anche un po' la vita il primo appuntamento è fondamentale e ci si gioca il tutto per tutto. Finita scuola mi cambio nel bagno degli handicappati e sono pronto ad affrontare la paperella. Era ancora inverno e faceva piuttosto freddo, lei era vestita con dei semplici pantacollant neri, converse, giubbotto nero e una sciarpa marrone, era molto carina e semplice, proprio come forse piace a me. Purtroppo ho un vuoto di memoria e non mi ricordo quale sia stato il programma dell'appuntamento, mi ricordo però che eravamo nella stazione dei pullman a cercare un po' di caldo al calorifero e lei era così desiderosa di essere baciata, ma io non ero ancora pronto, e  poi darsi il primo bacio nella lurida stazione dei pullman mi faceva ribrezzo. Si avvicinano le 17:00 e lei deve tornare a casa, andiamo alla fermata del 13 e lì è il momento di baciarci. Non lo so, ma è stato un bel momento, io non avevo mai baciato nessuno e non sapevo come comportami ma mi sono lanciato su di lei sperando di non far figure di merda, ma il mio senso pratico non sbaglia mai e ci baciamo lungamente. Io come un dodicenne qualsiasi al primo bacio chiudo subito gli occhi ed mi godo quel momento umido. Ci stacchiamo e il 13 era già arrivato, un bacio a stampo e lei scappa per tornare a casa sua. Io con il sorriso da ebete mi dirigo al numero 17 della stazione  per poter tornare a casa nella desolata e pianeggiante pianura.

Ecco questa è la storia di come ho conosciuto e conquistato, per poco, Alessandra Papera Romano.

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