Probabilmente era arrivato il momento anche per me di avere una relazione, la prima uscita con alessandra era andata molto bene, nessun momento imbarazzante, nessun silenzio dove la mente è obbligata pensare velocemente ad un argomento da conversazione. Io sulla strada di ritorno dal primo appuntamento già fantastico sulle mille cose che avremmo potuto fare assieme, alle cose zozze che avremmo fatto ed a come cambierà la mia vita visto che da lì a poco avrei avuto anch'io, la tanto richiesta da papà e mamma, morosina. Ma purtroppo non sarà tutto rose e fiori il futuro della coppia Nicossandra, nome inventato al momento ispirato dalle classiche accoppiate tra i personaggi famosi.
Dopo il classico giro di messaggi post appuntamento, già penso all'imbarazzo del giorno successivo a scuola. Cosa dovrò fare? Andare da lei? andare in giro assieme? Limonare avidamente davanti a tutti per far vedere che si, pure Erik Caster ha una vita sessuale? Sono già nel pallone, non voglio far vedere a tutti il lato tenero di me stesso, un po' per vergogna, un po' perché odierei le frasi provocatorie che sarebbero arrivate dai miei compagni di classe. Odio essere messo al centro dell'attenzione quando si parla di lati della mia personalità che tendo sempre a nascondere a tutti. Arriva la prima ricreazione, che faccio? Esco di classe? No, prendo un scusa e sto in classe a parlare con quei 2 sfigati che si fermano sempre lì. Primo ostacolo superato. Arriva la seconda ricreazione; esco dalla classe, ma mi fiondo in bagno e ci resto il più tempo possibile, quando penso di averla scampata anche questa volta, eccola lì nel corridoio di fronte che passa con la testa rivolta verso la mia classe, il mio battito cardiaco sale alle stelle, che paura, che ansia e che vergogna. Lei mi vede e mi saluta ed io ricambio timidamente. Suona la campanella ed entrambi ancora lontani l'uno dall'altra ci fiondiamo nelle rispettive classi. Appena arrivato in classe le mando un messaggio: " a che ora esci da scuola" lei mi risponde subito. Usciamo alla stessa ora. Le chiedo se posso accompagnarla a casa visto che abita a 500 metri da scuola in un condominio nella stessa zona dove ho vissuto per ben 11 anni. Lei accetta volentieri e mi dice di vederci fuori dal portone principale. Finita la lezione di matematica scappo subito fuori dalla classe inventandomi una scusa con i miei compagni. Lei è lì sul portone che mi aspetta sorridente, la saluto timidamente ed un po' imbarazzato. Il tragitto è breve, qui come all'appuntamento riusciamo a mantenere una conversazione costante e mai noiosa. Siamo bravi, potrebbe funzionare penso tra me, nonostante lei ogni tanto sia un po' bimbominkia. Arrivati sotto casa qui scappa il limone, un limone avido che non ha voglia di smettere mai.
Tutta questa scenata di io che mi nascondo in classe dalla vergogna dura un paio di giorno, non c'è la faccio, ho troppa vergogna. Però l'accompagno a casa tutti i giorni. Lei è presa da me, lo vedo da come mi scrive e guarda, ma soprattutto da cosa scrive su facebook.
E qui è stato il colpo di grazia, dopo 4 giorni di frequentazione io mi trovo questo stato su facebook di lei, cito: "io lo amo già, mi fai stare bene, sei il mio orsetto".
Io qui sono morto, non può aver scritto una cosa del genere dopo 4 giorni, non si può dopo pochi giorni già dire e pensare le parole TI AMO. Da quanto ho capito in quasi 22 anni di vita, ognuno da un peso diverso a certe parola, per me ti amo è una di quelle cose che possono solo permettersi di dire 2 anziani che hanno vissuto 50 anni assieme, che hanno cresciuto 4 figli, che hanno costruito una famiglia assieme facendo sacrifici, non una 17enne dopo 4 giorni che si frequenta con una persona. No maria, non accetto questa cosa. Sono nel panico, ha ammazzato tutto, si stava costruendo qualcosa, io stavo cercando di sconfiggere la vergogna. Dovevamo parlare.
La sera del'8 marzo mi ricontatta LEI, Daniela, una ragazza che l'anno prima frequentava la mia scuola. Li sono corso dietro per un estate intera, mi sono fatto persino 40 km in bici pur di vederla, ma niente non me l'ha mai data. Mi arriva questo messaggio "Ciao, come stai?" io sono morto dentro dopo questo messaggio, quando mai una ragazza ti contatta? MAI.
È una regola sociale da quando esiste l'essere umano. Quando sei single nessuno ti cago, appena uno si mezzo fidanza diventi interessante.
Subito la mia mente fantastica e pensa che ci ha ripensato e che mi vuole dare una possibilità. Messaggiamo del più del meno e nel discorso io gli dico che mi sto frequentando con una ragazza, diciamo che l'ho fatto apposta per vedere quale fosse stata la sua reazione. Niente è bastato un messaggio per farmi dimenticare di Alessandra.
Ma torniamo al discorso ti amo, il giorno seguente chiedo ad Alessandra se fosse disponibile ad uscire di nuovo perché gli volevo parlare. Lei subito si accorge che c'è qualcosa che non va e pretende che gli dica subito, anche tramite messaggio, quale fosse il problema. Gli dico che ho visto lo stato su facebook e che trovo il tutto molto prematuro. In qualche modo praticamente decidiamo di rimanere solo amici per il momento.
Passano meno di 2 mesi e siamo a metà aprile, dopo una pasqua passata tra ospedale ed esami per la mia maledetta pressione alta contatto la paperella per sapere come sta. Una cosa tira l'altra e le chiedo di riprovarci e rifare tutto con calma. Volevo ricominciare un po' perché alla fine questa alessandra mi piaceva e poi Daniela si è dimostrata la solita tirapacchi che non voleva uscire. Dopo un paio di giorni decidiamo di uscire, è un bella giornata di primavera, era un sabato pomeriggio e la meta era il castello...