Capitolo 15

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Ma perché i festeggiamenti devo sempre durare poco? Non lo so, ma lo scoprirò....prima o poi.
Dovevamo tornare al lavoro, ero appena tornata e già avevo un caso.
Caso: 4 bambini, tre femmine e un maschio. Spariti da 2 giorni, in un raggio di 100 m dalla scuola dove andavano, la scuola era la stessa, nessun testimone.
"I bambini tornavano a casa a piedi, nessuno a visto niente." Disse Hotch guardando il fascicolo.
"Come è possibile che non ci sia nessun testimone?! Abitavano nella stessa zona o quartiere?" Chiese Prentiss.
"Si, stesso quartiere....forse lo conoscevano e allora si sono fidati." Ipotizzai guardando i visi innocenti di quelle povere creature.
"Potrebbe risultare protettivo bei confronti delle vittime....lo conosco e si sono fidati di lui." Aggiunse Morgan.
"E se facesse un lavoro in cui sta a contatto con loro, il gelataio oppure un insegnante." Dissi.
"Ci divideremo, io e JJ a parlare con le famiglie, Rossi e Morgan sul luogo del rapimento, gli altri lavorate sulla vittimologia." Ordinò Aaron, poi sparì insieme a JJ.
In quella stanza rimanemmo io, Prentiss e Reid.
"Allora ipotizziamo che sia una persona cordiale e gentile, ci sa fare con i bambini e forse lo conoscono. 
Però rimane occulta una cosa, se nessuno a notato niente di strano deve essere conosciuto all'interno del  quartiere." Prentiss aveva sempre avuto un ottimo intuito, il suo ragionamento non faceva una piega.
"Possibile...." Ci guardò Reid, odio da morire i cadi dove sono coinvolti i bambini....li odio.
"Concentriamoci sull'ordine, tre femmine e un maschio. Le ragazze....hanno caratteristiche fisiche simili capelli biondi e occhi chiari, il maschio è diverso capelli scuri, il maschio invece è l'opposto occhi e capelli scuri....sembra quasi una sequenza, ma dove li sceglie?" Questo almeno potevamo dedurre, doveva essere così, altrimenti come.
"Ci sono tanti modi di scegliere le vittime, come già detto prima, i lavori che coinvolgono i bambini sono innumerevoli....anche all'interno di un piccolo quartiere." Aggiunse Reid.
"Odio i casi con i bambini." Sbottai a voce alta, li odio più di ogni altra cosa.
"Non sei l'unica." Disse Prentiss mettendosi le mani sui fianchi e guardando le slite.
...
Il tempo passava, avevamo diffuso un profilo approssimativo, ma c'erano molte cose ancora non chiare, una delle tante....chi rappresentavano i ragazzi? Era già notte e tutti erano andati a casa, in ufficio ero rimasta da sola, non me ne sarei andata, se non prima di aver avuto nelle mie mani un profilo vero e proprio.
Pensa Rachele pensa!
Facevo su e giù per quella stanza, tanto che ormai per terra c'erano dei solchi.
Sulla lavagna avevo fatto uno schema, avevo compreso tutto, il luogo del rapimento, i gusti dei bambini, il quartiere, c'era tutto....mi mancavano solo ipotesi.
"Dovresti andare a casa." Una voce parlo alla mie spalle....Spencer.
"Non me ne andrò finché non avrò un profilo vero e proprio, non uno approssimato." Dissi continuando a guardare quello schema, che ormai avevo memorizzato nei minimi particolari.
IL MIO GENIO PERSONALE, si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro, appoggiò la testa sulla mia spalla e io mi voltai leggermente per baciarlo.
"Non ci arriverò mai." Gli dissi tornando a guardare la lavagna.
"So che ci puoi arrivare, ti devi solo sforzare." Mi baciò il collo, a me scappò una risatina, per il solletico. Se ne accorse e rise....quanto lo posso amare?
Chiusi gli occhi e pensai: perché loro? Perché quei bambini? Che cosa hanno di speciale? Cosa lo rende perfetto per l'SI? Ma aspetta un attimo, il maschio....
"Al maschio piace giocare con le bambole vero?" Spencer annuì.
"Ho capito perché loro! Non ne sono sicura, ma credo che sia così....Spencer chiama tutti." Dissi andando verso la mia scrivania, ma prima mi voltai per dargli un bacio.
"Grazie. Ti amo." È anche grazie a lui se riesco bene nel mio lavoro.
"Anche io. Obbedisco subito agli ordini agente." Prese il telefono e iniziò a chiamare, intanto io avevo un sorriso sul viso a trentadue denti.
...
La stanza si riempì pian piano e io incominciai il discorso.
"Credo che sia gay....lo so, la questione può sembrare assurda, ma ho notato nella vittimologia che il maschio adora a giocare con le bambole, ha gusti diversi dai sui coetanei. Il maschio rappresenta il nostro SI." Dissi tutto di un fiato.
"E le femmine?" Chiese Morgan.
"Rappresentano le sorelle oppure persone che hanno fatto parte della sua infanzia." Risposi per poi andare nell'ufficio di Garcia.
"Garcia cerca uomini con tre sorelle, che vivono nel quartiere, poi intreccia i risultati con tutti quelli che fanno un lavoro a contatto con bambini e ragazzi." Le ordinai.
"Trovato....questa è la foto." Rispose mostrandomi il monitor.
"È lui....Jonas Grey, 32 anni, lavora presso una gelateria in zona.....per favore...." No riuscì a finire che Penelope mi interruppe.
"Il suo indirizzo è già nei vostri telefoni." Quella donna era troppo avanti, la ringraziai.
Andiamo a prendere quel figlio di puttana.
...
Bussammo alla porta, niente risposta. Allora la sfondammo, con un calcio di Morgan.
Controllammo tutta la casa, trovammo i bambini, erano chiusi in uno stanzino, ma di lui nessuna traccia.
Stavo aiutando JJ con i bambini quando sentì Rossi gridare dal piano di sotto, poi uno sparo. Corsi giù per le scale e vidi Jonas a terra.
"Era armato." Intervenne Rossi guardandomi.
"Lo so." Tornai di sopra ad aiutare Jennifer.
I bambini erano salvi.
Avevo fatto il mio lavoro, come ho fatto ad essere così stupida! Mi sono trasferita a New York, ma adoro il mio lavoro qui a Quantico....è vero vedo cose orribili tutti i giorni, ma alla fine la gioia di vedere scene come queste, in cui una famiglia si riunisce....è qualcosa di unico.
"Sei stata brava." Si avvicinò Hotch togliendosi il giubbotto antiproiettile.
"Grazie capo." Risposi.
...
Spender mi accompagnò a casa. Eravamo in macchina, era stata una giornata stancante.
"Sei stata in gamba oggi." Disse spezzando il silenzio che si era creato.
"Grazie.....potresti.....sempre se vuoi."
"Dormire qui? Mi farebbe molto piacere." Ci completavano a vicenda. Non volevo passare la notte da sola, volevo qualcuno che mi abbracciasse e mi facesse sentire al sicuro.
Avevo bisogno di lui.
...
Eravamo in casa a guardare la TV.
Io ero distesa con la testa sopra le sue gambe, la sua mano mi accarezzava i fianchi.
"Sei bellissima." Disse.
"Anche tu." Cambiai direzione del mio sguardo.
Lo guardai, lui si chinò e mi baciò.
Era un bacio semplice, niente di importante.
Per la seconda volta, passai una notte indimenticabile, diventammo una cosa sola.
Ero felice, ero innamorata.

TU SEI MIA//criminal minds Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora