13° capitolo

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Dal giorno della rosa passarono quattro mesi.

Non avevo l'esigenza di sentire Nicola perché mi ero rassegnata del fatto che lui non fosse veramente interessato a me.

Se fosse stato il contrario, lui non si sarebbe fermato nel momento in cui gli dissi che era meglio ritenerci estranei.

Avrebbe combattuto, sarebbe andato oltre i miei "no" per riconquistarmi e invece non è successo niente di tutto questo.

Ma meglio così, significa che non è arrivato ancora il momento di fidanzarmi e non è ancora arrivato colui che mi ruberà il cuore.

In questi mesi conobbi un ragazzo di nome Raffaello.
Era molto gentile, timido e tranquillo ma a me piaceva.

Ci siamo visti parecchie volte ma non ho mai sentito quella sensazione che ho provato con Nicola quella sera quando mi fece da cavaliere.

Se devo essere sincera, molte volte mi è capitato di pensare "chissà se in questo momento noi due eravamo fidanzati" oppure "chissà se ha già trovato un'altra".

Lo so che non doveva interessarmi ma era più forte di me.

Perché intanto era stato l'unico, nonostante il suo carattere di merda, a farmi provare emozioni che non ho mai provato con nessuno.

Forse non ero riuscita a dimenticarlo ma fatto sta che é meglio che sia andata così.

Arrivò il giorno del mio 17esimo compleanno, il primo luglio.
Per la sera mi ero organizzata di festeggiare solo con tre mie amiche.

Quindi mi feci una doccia tranquilla utilizzando sempre il bagnoschiuma alla vaniglia, lavai i capelli e li asciugai, poi mi misi l'intimo e indossai un vestitino velato blu senza bretelline e sotto il seno c'era un fiocchetto blu brillantinato con dei tacchi neri aperti.

I capelli li feci lisci e arricciai soltanto il ciuffo.
Mi truccai facendo un smoke-eyes blu notte e con un rossetto tendente al rosa shocking.

Infine misi il mio amato profumo acquolina.

Ci ubriacammo. Forse io di più poichè ad un tratto caddi a terra al centro della piazza davanti a tutti.

Subito dopo "l'incidente", Giuseppe (amico stretto di Nicola) chiamò Marika per sapere dove ci trovammo.

Le disse che voleva darmi gli auguri di persona.

Quando ci raggiunse vidi che non era da solo.
C'era Nicola.

"Ehi Ana auguri" disse Giuseppe.
"Grazie giusyyy" dissi un pò brilla.
Tutti risero.
"Tanti auguri" disse Nicola lasciandomi un bacio sulla guancia.
"G-grazie" dissi balbettando.
Continuava a farmi ancora lo stesso effetto nonostante tutto questo tempo.
"Come va?" mi chiese.
"Tutto alla big" ok ero troppo brilla.
"Alla big?" disse ridendo.
"Significa alla grande" dissi sbuffando.
"Si lo so ma non è un termine che si usa" dice.
"Da oggi si invece, problemi?".
"No no, stai calmina" disse alzando le mani.
"Vabbè è ora di andare, si è fatto tardi" dico alle mie amiche.
"Auguri ancora" disse Giuseppe abnracciandomi.
Io ricambiai e me ne andai a casa sfinita.

Con questi tacchi poi.

Pensai a Nicola per tutta la notte.
Perché continuava a farmi lo stesso effetto?
Forse mi ero davvero innamorata?

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