18. Hate.

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Robert sfiorò delicatamente le foto che ritraevano il battesimo della sua bambina.
Diciassettenne, ma pur sempre la sua bambina.
A volte capitava che il lavoro lo facesse stare lontano da casa anche per mesi interi.
Ogni volta, al suo ritorno, vedeva la sua Hope cambiata.
Vedeva i suoi capelli biondi crescere, i suoi occhi diventare più vispi, il suo corpo cambiare.
E lui si stava perdendo tutto.
Molte volte aveva pensato di mollare tutto, ma chi avrebbe mantenuto la famiglia?
Il solo stipendio di Abigail non sarebbe bastato.
Il bussare della porta lo distrasse dai ricordi.
Aprì frettolosamente, non vedendo l'ora di continuare a sfogliare quelle vecchie ma meravigliose foto.
Harry bussò a casa Smith.
I pugni serrati per la tensione, un nodo alla gola.
Dopo pochi secondi si ritrovò davanti un omone di una decina di centimetri più grande lui.
Guardando i suoi occhi verdi, che le ricordavano tanto quelli di Hope, capì di trovarsi davanti suo padre.
Deglutì rumorosamente, grattandosi nervosamente il braccio.
-Io, uhm, salve-
Si maledì mentalmente per il suo modo maldestro di agire.
Robert osservò il ragazzo, pensando che fosse il fidanzato di cui Hope gli aveva parlato.
Ancora non ci credeva, la sua piccolina con un ragazzo.
-Drake?- chiese, cercando di intimorirlo.
Harry sentì l'irritazione crescere, capendo la situazione.
-Sono Harry.. Ehm, un amico di vostra figlia-
L'uomo scrutò il ragazzo che balbettava imbarazzato.
Gli veniva quasi da ridere nel vederlo così agitato, ma decise comunque di mantenere la maschera del padre severo e iperprotettivo.
-Mia figlia è di sopra- marcò per bene la prima parola. -Puoi aspettarla in camera sua-
Harry annuì vigorosamente, come se parole dell'uomo fossero sante, fiondandosi al piano di sopra non appena gli lasciò lo spazio per entrare.
Robert, ritornato dal suo album di foto, sorrise divertito.

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Ormai Harry non doveva più chiedere dove si trovasse la camera della ragazza, talmente tante le volte in cui c'era stato.
Trovò la porta chiusa, così bussò un paio di volte come poco prima aveva fatto alla porta d'ingresso.
Nessuna risposta.
Provò di nuovo, ancora nessun segno di vita.
Decise allora di aprire lui stesso, cautamente, pensando che la ragazza dormisse.
Nelle sue orecchie giunse poi il rumore dello getto della doccia.
Fece un sospiro di sollievo, almeno l'aveva trovata.
Si sedette sul letto, attendendo il suo arrivo.

Hope uscì dalla doccia, un asciugamano avvolto intorno al proprio corpo.
Si dette da sola della maldestra, accorgendosi di non essersi portata dietro dei vestiti.
Aprì la porta, camminando tranquillamente per la sua camera.
Appena fatti i primi due passi, però, per poco non urlò dalla paura.

Harry spalancò gli occhi, trovandosi davanti Hope con un insulso asciugamano che lasciava più pelle scoperta che coperta.
Pensò di essere fortunato a trovarsi seduto sul letto, in caso contrario le sue gambe avrebbero probabilmente ceduto.
I suoi occhi vagarono dai suoi capelli ancora bagnati, alle sue gambe lunghe e sinuose.
Gli si mozzò il fiato, avrebbe tanto voluto accarezzarla.
-Che ci fai qui?- chiese lei, cercando di assumere un tono di voce scontroso quando invece era terribilmente imbarazzata.
Drake avrebbe ucciso prima Harry e poi lei, se mai li avesse trovati in quelle condizioni.
Ma Drake in quel momento non c'entrava nulla. Ogni pensiero svaniva quando si trovava in compagnia di Harry.
-I-io.. Volevo dirti una cosa, ecco-
Harry avrebbe tanto voluto prendersi a schiaffi da solo.
Non si riconosceva. In una mezzora aveva balbettato più volte che in tutta la sua vita.
-Prima mi vesto, poi sentiamo cosa c'è di tanto importante- disse Hope, scocciata dalla sua presenza.
Più cercava di non pensarlo, più se lo trovava in mezzo ai piedi.
Recuperò il più velocemente possibile ciò che le serviva, sotto lo sguardo insistente del ragazzo.
Poggiò la roba sul lavandino, tornando per un secondo da lui.
-Tu- gli puntò il dito contro. -Non andare in giro per casa, c'è mio padre-
Prima di richiudersi la porta alle spalle, sentì dopo tanto tempo quelle due braccia possenti avvolgerla completamente.
Dopo mesi i loro corpi entrarono in contatto.
-Aspetta, ti prego- le sussurrò Harry all'orecchio.
Le sembrava di rivivere tutto d'accapo.
E non riusciva a capacitarsi del fatto che rimanesse lì, immobile.
Harry inspirò il profumo della ragazza, poggiando la testa sulla sua spalla e continuando a stringerla.
-Mi manchi di morire-
Hope continuava a non reagire.
Era in corso un conflitto nella sua mente.
Una parte gli suggeriva di mandarlo a quel paese, che meritava solo odio dopo tutto quello che era successo.
L'altra, chiamasi cuore, le diceva di ascoltarlo.
Fu quando due labbra calde si poggiarono sul suo collo che, questa volta completamente, Hope perse tutta la sua razionalità.
Nessun conflitto interiore, nessun Drake.
Harry accarezzò la pelle liscia e vellutata delle sue spalle. Il suo tocco scese poi lungo le braccia, in quel momento tremanti.
-Non ce la faccio Hope, non ce la faccio a vederti con lui-
Quelle parole accesero come un campanello nella testa della ragazza.
Drake.
Dannazione, era il suo ragazzo.
Non poteva lasciarsi abbindolare così da due occhi verdi e quattro parole dolci.
Due occhi stramaledettamene perfetti, ma pur sempre appartenenti ad Harry Styles.
-Stai solo rendendo le cose più difficili, Harry-
Si divincolò dalla sua presa, voltandosi verso di lui.
Per un attimo pensò di rivoler indietro quel contatto, ma scosse la testa allontanando quei pensieri che non doveva fare.
-Smettila- sorresse con una mano l'asciugamano, ci mancava solo che scivolasse, lasciandola nuda davanti ai suoi occhi. -Non arriverai da nessuna parte, rassegnati-
Harry abbassò il capo, infondo lo sapeva.
Era una guerra già persa in partenza.
-Cosa volevi dirmi?- chiese, riuscendo finalmente ad assumere un tono di voce freddo e distaccato.
Un tono di ghiaccio.
Il riccio si morse convulsamente il labbro, preparandosi ad un imminente sfuriata.
-Mia madre crede ancora a quella storia- iniziò.
Hope prese un respiro profondo, non ne valeva nemmeno la pena di arrabbiarsi.
-Okay, allora dille la verità- fece spallucce, aspettando che Harry se ne andasse.
Cosa che però non fece.
-C'è dell'altro?-
Prima di rispondere, Harry puntò le sue iridi nelle sue.
E non lesse altro che odio, tanto odio.
Bastava il semplice tono di voce che la ragazza stava usando per distruggerlo ulteriormente.
-Si- ammise, lasciando trasparire tutta la sua preoccupazione. -Mio padre ha una cena con i suoi colleghi, di conseguenza con le loro rispettivi mogli e figli e--
-Lascia stare, ho capito- lo interruppe Hope, che stavolta non si fece problemi ad essere aggressiva.
-Sei un disastro Harry, un disastro-
Spinse il ragazzo fuori dal bagno, come se in ogni spinta volesse esternare tutta la sua rabbia.
E nonostante tutto cercava ancora di contenersi, evitando di dire cose che avrebbe tanto voluto urlargli da tanto tempo.



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