Capitolo 18

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"Ti muovi....è tardi." Gridò dal salotto.
"Arrivo...." Presi le ultime cose e corsi da lui.
Mi guardava con rimprovero, qualcuno si è alzato con il piede sbagliato oggi eh?!
"Lo so....siamo in ritardo ma prova tu a fare le cose con una pancia di 5 mesi." Sul suo volto si formò un sorriso, visto! Alla fine riesco sempre a farti sorridere, anche se ti arrabbi.
"Dai andiamo." Disse chiudendosi la porta alla spalle.
Scendemmo le scale, cazzo se pesa questa pancia! Ma dentro c'è un bambino o un vitello?!
...
"Aspetta ti dò una mano." Dissi a Spencer, che nel frattempo stava mettendo le valige in macchina.
"No....tu monta su." Da quando ero incinta non mi faceva fare niente, è vero che devo fare pochi sforzi, ma cazzo amore così esageri, ma lasciamo stare se vuole fare il premuroso....farà il premuroso.
...
"Spencer non abbiamo pensato ad una cosa." Dissi mentre guidava verso Las Vegas.
"Cosa che succede." Andò subito nel panico, mi scappava da ridere.
"Come lo chiamiamo?....non abbiamo pensato ad un nome." Risposi, si calmò subito, tra tutto quello che stava succedendo nella nostra vita, ci eravamo dimenticati il nome delle nostro bambino.
"A te quale piacerebbe?" Domandò, guardandomi e poi tornando sulla strada.
"Tyler oppure James....non saprei." Ero indecisa c'erano tanti nomi che mi facevano impazzire, non sono una che sa scegliere facilmente.
"Mi piace Tyler....Tyler Reid suona bene." Aggiunse, Tyler mi piace, suona bene è orecchiabile....è perfetto.
"Allora andata?" Chiesi.
"Andata." Rispose, poi scoppiammo a ridere. Non ne avevo capito il motivo apparente, ma l'avevano fatto punto e basta.
Dopo poco ci fermammo in un bar lungo la strada, io presi un succo e lui il solito caffè con tanto zucchero, ultimamente era il suo migliore amico.
Ci rimettemmo in marcia, credo che circa a metà via mi addormentai.
...
"Siamo arrivati." Disse parcheggiando la macchina fuori da un grosso edificio color crema.
"Okay...." Mi slacciai la cintura, se non si fosse capito avevo tanta,troppa paura: e se non le piaccio? Se non accetta il nostro amore? Se rifiuta il bambino? Magari Tyler non le piace....oddio che casino.
"Ehi....che hai?" Mi chiese Spencer, facendomi da muro, tra me e la strada.
"E se non le dovessi piacere?" Ero veramente terrorizzata.
"Le piacerai vedrai." Rispose abbracciandomi, forse mi servì quel gesto, mi diede un coraggio che mai prima d'ora avrei pensato di provare.
...
Proprio all'ultimo piano dovevano metterla! La pancia pesa un botto e in più non c'è l'ascensore, tutta a piedi.
"Ciao Spencer, tua madre è nella sua stanza....vuoi che ti ci acconpagni?" Gli chiese l'infermiera, mi sa che da quante lettere mandava alla madre ormai lo conoscevano bene in clinica.
"No Katia so dove si trova....buona giornata." Rispose, si avvicinò a me e mi prese per mano, mi condusse in un corridoio che sembrava non finire più.
Poi, finalmente, si fermò davanti ad una porta semi aperta, il numero 218 era in primo piano e scritto bello grande.
Bussò, da dentro si udì una leggero sospiro che invitava ad entrare.
Mi riprese la mano ed entrammo.
"Ciao....mamma." Era da molto tempo che non la vedeva, di conseguenza l'imbarazzo non mancava di certo, così per dargli sicurezza gli strinsi ancora di più la mano. Lui ricambiò.
"Ciao....lei deve essere Rachele." Poso lo sguardo prima sul figlio poi su di me che gli ero dietro.
"Si lei è Rachele....Rachele questa è mia madre." La indicò.
"È un piacere conoscerla." La salutai, sapevo che la madre di Spencer soffriva di schizofrenia infatti non pensavo che si sarebbe ricordata di me, e invece.
"Per favore chiamami Diana e dammi del tu." Aggiunse infine, mi sembra una donna così premurosa e dolce, sono cosciente dei suoi problemi e continui sbalzi di umore, ma credo....che se non fosse per la malattia, lei è una tra le persone più buone del pianeta terra.
"Vedo che hai un bel pancione, di quando è il mio nipotino?" Disse, guardai prima Reid e poi tornai su sua madre.
"5 mesi....e mezzo." Risposi, era contenta di diventare nonna.
"Non vedo l'ora di diventare nonna." Disse con un sorriso a trentadue denti.
Restammo la dentro per circa un'ora la madre e il figlio avevano molto da raccontarsi, poi l'orario delle visite terminò. Uscimmo dalla stanza.
"Ciao Spencer....alla prossima." Lo salutò l'infermiera, devo ammettere che lo magiava con gli occhi e non era neanche così male.
"Ciao Katia." La risalutò a sua volta.
Katia eh? Che schifo di nome.
...
Ero distesa sul letto, ora però ne volevo sapere di più di quella....ragazza.
"Spencer ma tu....quella Katia la conosci bene." Chiesi mentre lui era in bagno, intento a lavarsi i denti.
"Beh diciamo di sì....perché?" Rispose, tornando nella stanza da letto.
Andò verso l'armadio per mettersi il pigiama.
"No così...." Dissi accendendo la TV.
"Ma che sei gelosa?" Mi domandò spegnando il televisore.
"No! Ma che scherzi." La riaccesi, sembrava la scena di un film.
"Si invece...sei gelosa." Okay lo ammetto sono gelosa marcia, cazzo quell'infermiera lo mangiava con gli occhi, mi sembra normale.
"Si....forse un po', ma quella 'Katia' ti stava mangiando con gli occhi....e devo ammette che è anche una bella ragazza." Confessai alla fine, non potevo mentire ad un profiler alla fine. Sul suo volto comparve un sorriso.
"Non devi essere gelosa, lei per me non è neanche una amica." Rispose alzandomi il mento in modo tale da non poter fare a meno di guardarlo.
Mi baciò delicatamente.
"Okay mi fido, però se lo fa di nuovo prendo la pistola e le sparo." Scoppiammo a ridere.
Guardammo un po di televisione e poi andammo a letto.
E il primo giorno era finito, certo che il tempo vola quando ti diverti....o quando sei accanto alla persona che ami, qualunque cosa accada.
...
Fui svegliata dalla sveglia che suonava senza freno.
Mi alzai per spengerla, e per prendere coscienza definitivamente.
Andai verso il bagno, mi vestii.
Spencer ancora dormiva, lo scrollai un paio di volte, niente secco.
Andai in bagno presi un bicchiere d'acqua e gliene rovesciai un pochino sul viso. Si svegliò subito, peggio dei gatti Reid, peggio dei gatti!
Vedendo la sua faccia scoppiai a ridere.
"Ma che....un bacio costava troppo eh?!" Disse asciugandosi la faccia.
"Già..." Risposi ridendo.
"Beh ora lo esigo." Mi afferrò per un braccio e mi ributto sul letto. Ci baciammo, telo dovevo dopo tutto.
"Andiamo che voglio vedere la città." Si la conoscevo, ma l'avevo vista solo grazie ai casi e mai davvero.
"Agli ordini signora." Si alzò e andò verso il bagno.
Io mi misi a ridere, sarà una giornata indimenticabile, lo so....lo sento.

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