Prologo

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NEW YORK
ALLOGGIO DI ETHAN DOMINIC
Un'ora prima...

<<Guardati>> Parlo da solo ad alta voce mentre osservo quello sconosciuto riflesso nello specchio <<Diamine sei Ethan Dominic e invece sembri un damerino>>.
Punto lo sguardo sulla giacca di pelle sul letto mentre disgustato mi sistemo il papillon.
Allungo le braccia tirando i polsini della camicia <<Dannazione questa giacca è anche stretta!>>
I gemelli sono nella scatola. Soffio sul coperchio alzando una sottile nube di polvere.

Da quanto non li indosso?
Tossisco mentre con la mano cerco di allontanare il pulviscolo che mi aleggia davanti al viso.

Annuso lo smoking sperando non puzzi di chiuso ma o è il mio naso o forse sono talmente nauseato da ciò che mi attende, che addirittura mi sembra profumato.
Il gel doma la zazzera ribelle mettendo in risalto gli zigomi e le iridi dalle tonalità simili allo smeraldo.

Impreco mentre cerco di sistemare il fazzoletto nel taschino. È un lavoro di pazienza, un rompicapo far combaciare queste maledette punte di seta ed io, non sono certo famoso per la mia calma.
Cerco di usare il tatto che riserverei ad una donna.
Poi rido alzando un sopracciglio al ragazzo riflesso nello specchio: <<Noi non usiamo tatto con le donne>>.
Alla fine l'ira ha la meglio e mi ritrovo il fazzoletto appallottolato nella mano <<Farò a meno di te>> dico infine stizzito mentre lo lascio cadere ai miei piedi.
Le scarpe lucide mi fanno rimpiangere gli scarponi ma la serata è importante e tutto deve essere perfetto, incluso il sottoscritto, anche se sono senza quel dannato fazzoletto.

<<Non sono io ma sto bene>> Questa ad ora è la mia unica certezza insieme al fatto che detesto gli eventi come questo, di finta beneficenza.
Si mettono tutti in grande spolvero per parlare di realtà che neanche conoscono spillandosi solo soldi e favori a vicenda.
Controllo il libretto degli assegni nella tasca, la "società" non bada a spese - "Qualunque cifra" - mi hanno detto - "Pur di catturare l'attenzione".

Mi toccherà fare il bamboccio tutta la sera.
Mi accendo una sigaretta e dopo quattro tirate è già finita. Ne accendo un'altra di fila - Voglio fare il pieno di nicotina- penso mentre mi verso anche due dita di scotch.
<<Meglio quattro>> e riempio il bicchiere fino all'orlo.
Mi pizzica la gola quando scende ma lo butto giù tutto d'un fiato.
L'alcool mi placa così diventa più facile frenare il mio lato oscuro, quello che per nessun motivo al mondo, deve uscire fuori questa sera.
Un altro paio di sorsi.. ma questa volta mi attacco direttamente alla bottiglia.
Non devo esagerare perché i miei sensi devono essere sempre all'erta.

Ripasso mentalmente il piano mentre mi chiudo la porta di casa alle spalle.
Scendo i gradini due a due e sono fuori dal palazzo.
Giro l'angolo e sollevo la serranda logora e putrida.
Mi pulisco le mani imbrattate e dalla tasca tiro fuori il mazzo di chiavi.
<<Ciao Baby>> saluto la mia moto e riluttante spingo il pulsante della chiave.
Un doppio bip e i fanali accesi della Jaguar mi ricordano la mia missione: Irretire una certa Brianna Van der Tur per arrivare al padre, il magnate e collezionista di pezzi d'arte Victor Van der Tur.

Lui ha qualcosa che ci appartiene e, nel frattempo che la cerchiamo, mi prenderò la figlia...

Dovrò fingermi il ragazzo perfetto mentre mi insinuerò nella sua casa.

Chiudo lo sportello e giro la chiave.
Il rombo del motore mi eccita.
"Cadrai ai miei piedi povera ragazza..."

Bright || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora