Capitolo nove

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Fede's pov

A volte mi piacerebbe poter fermare il tempo.

Quanto vorrei poter andare a dormire e svegliarmi sapendo di poter iniziare di nuovo la mia giornata, ripartire da capo e poter godere di ogni singolo momento senza preoccuparmi delle conseguenze.

Quanto vorrei poter cambiare per un giorno, poter diventare una persona diversa in grado di tornare a far star bene le persone che ho intorno, una persona simile a quella che era mio padre.

Guardo le lettere incise sulla lastra di marmo. Poggio il mazzo di fiori che ho in mano accanto ad essa.

MIRKO

Continuo a non crederci, mio padre alla fine ci ha lasciati. Ha lasciato che il tumore lo consumasse giorno dopo giorno smettendo di lottare.

Dopo essere arrivati nel cimitero e aver ricevuto altre parole di conforto da parte di numerose persone della maggior parte delle quali non ricordavo nemmeno l'esistenza, Matilde si avvicina di nuovo a me prendendomi per mano.

"Possiamo portarti via da qui se vuoi"

L'utilizzo del verbo al plurale mi fa capire che se decido di andarmene con Matilde, Benjamin ci seguirà.

Annuisco nonostante il mio egoismo nel voler passare del tempo da solo con Matilde, accettando la proposta-"Ho bisogno di una distrazione"

Ho bisogno di allontanarmi da tutto ciò o rischierò di chiudermi di nuovo in me stesso.

Contrariamente a quanto avevo pensato, Benji ci accompagna fino al bar dove io e Matilde ci siamo conosciuti.

"Ho ordinato una cioccolata calda per te e del tè per me"-Matilde si siede di fronte a me dopo aver impiegato ore al bancone a scegliere che gusto di tè farsi portare.

Essendo un'amante del tè le piace provare ogni volta gusti diversi, dai gusti più strani come ai macarons al limone ai più classici come il tè verde.

"Grazie"-la guardo, i suoi occhi marroni mi osservano attenti.

Mette una mano tra i suoi capelli castani che, ora leggermente scompigliati a causa dell'umidità per via della pioggia, le ricadono sulle spalle.

Accenna un sorriso poggiando la testa sul palmo della mano destra-"Mi sei mancato"

Sorrido leggermente alla sua affermazione ma non rispondo. Anche lei mi è mancata e credo che lo abbia capito quando sono corso ad abbracciarla in chiesa dopo averla vista.

Avevo bisogno di lei anche se fino a qualche ora prima avrei preferito evitarla.

Abbracciandola ho dimenticato tutto il resto, per un attimo in quella chiesa c'eravamo solo io e lei.

Abbracciandola ho capito che la distrazione di cui ho bisogno è lei, lei è la cura per alleviare il mio dolore.

Una vita senza te. || Benji & Fede ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora