Erano le 2:15, io Jack e Tom, scegliemmo il tavolo e ci sedemmo, mentre Alex entrò per prendere i nostri panini.
«Allora.. Cosa ti ha fatto la direttrice?» chiese Tom accarezzandomi i capelli.
«Ehm.. Intendi a parte fammi pulire tutto e chiudermi a chiave in stanze.. E tagliarmi .. I capelli?» risposi con tono triste arrivata all'ultima frase.
«..Stai benissimo anche così.. Tranquilla.» continuò poi Jack.
«Il mio problema non è se ci sto bene o meno.. I capelli lunghi per me erano importantissimi.. Li ho sempre portati così..» dissi con occhi lucidi osservando il fiume sotto il ponte dove eravamo seduti.
«Ehi ehi.. Ora siamo tutti insieme, non devi piangere.. » esclamò poi Thomas sorridendomi.
Dopo qualche minuto di silenzio colmai la loro curiosità.
«Quando ero piccola ed ero con mia madre, ho fatto cose che riesco ancora a ricordare, ma l'unica che mi è rimasta davvero impressa, è che si divertiva tantissimo a fare le acconciature ai miei capelli.. Li pettinava molto, amava fare le trecce, ed è solo per lei che continuo a farmi le treccine.»
Notai i loro sguardi tristi, ma allo stesso tempo affascinati.
«E voi?» chiesi asciugandomi gli occhi sorridendo, per cambiare discorso «Avete fatto finalmente pace?»
«Chi noi? AHAHHAHA ma scherzi no!» rispose Jack.
«Già.. Ti ho già detto che è stato un caso.. Ma appena tutto sarà finito, ognuno andrà per la sua strada..» continuò Tom, fissando il vuoto, e lo stesso per Jack, che continuava a fissare il tavolino di fianco.
«Già..» sussurrai..
Li fissai con sorrisetto furbo, e subito dopo esclamai.
«Okayy.. Io vado, un secondo, da Alex, per prendere le bibite.. Tutti Coca-Cola vero? Si okay.. ci vediamo tra 5 secondi..»
«No, vengo anch'io.» continuò poi Jack.
«No, voi entrambi, restate qui seduti.. E magari anche a parlare okay?» esclamai spingendolo per farlo sedere nuovamente.
Subito dopo raggiunsi Alex, e li fissai attraverso la vetrina.
«Ehi, che ci fai qui? » chiese Alex dopo aver preso il bigliettino.
«Porcaputtana sono il numero 37 e stiamo al 30, e ci mettono troppo tempo.» continuò il biondino dietro me.
«Ma mi spieghi cosa stai guardando? E perché sorridi ? Ti sei messa nei guai ancora?» chiese ancora il mio fratellastro.
«Stai zitto ti prego.. Niente guai, anzi, sto risolvendo un problema se funziona..» risposi sorridendogli per poi tornare a guardare la scena.THOMAS POV'S
«Alloraa.. Mi sa che le sta fabbricando le bibite..» sussurrai serio dopo 3 minuti di silenzio.
Notai un certo sorrisino da parte sua, e subito dopo tornò serio, così lo fissai.
«Scusa..» disse poi.
«E ti scusi anche(?)..» risposi serrando le mascelle, fissando il fiume scorrere sotto di noi.
«Già.. Non devo chiederti scusa per aver sorriso.. Dovrei magari per un'altra cosa.. Ah, ma già l'ho fatto tante volte.» esclamò lui ironico.
«Smettila.. Non continuare a toccare questo argomento Jacob.» dissi stringendo i pugni.
«È da tanto che non mi chiami così Thomas..» sentii rispondere da lui mentre giocherellava con il libro del menù.
«Questo è l'unico argomento che ci ha separati.. Tu lo sai che non è stata esattamente colpa mi-» continuò lui.
«Senti.. Basta.. Hai bevuto con quegli idioti, e hai corso come un imbecille, e ti sei schiantato contro l'auto del tuo migliore amico e per di più hai ucciso Ashley.. Tu mi hai rovinato la vita.» esclamai io cercando ancora di mantenere la calma e non esplodere.
«Thomas lo sai benissimo che non lo avrei mai fatto.. Soffro solo a questo pensiero.. Anche la mia di vita è cambiata, ho bevuto per colpa di ciò che succede nella mia famiglia, e a tutto ciò si è aggiunta la morte di tua sorella che mi è rimasta sulla coscienza.. Sarei dovuto rimanere in prigione.. ma ..»
«Ma ti ci ho fatto uscire, pagando anonimamente la cauzione, con i soldi che avevo messo da parte, alcuni dei quali avrei dovuto usare per la vacanza studio.» risposi serio prima che finisse.
Appena spostai lo sguardo a lui notai i suoi occhi fissarmi e riempirsi di lacrime, e ad un certo punto rigargli il viso.
«Ecco.. Perché l'hai fatto.. » chiese continuando a guardarmi.
«Eravamo amici da sempre, venivi a casa mia, conoscevi la mia famiglia, ed io conoscevo i problemi della tua.. Non potevo mica farti marcire in prigione.. Tu eri mio amico, anzi sei stato il primo e l'ultimo vero amico che abbia mai avuto.» risposi fissando un punto fisso nel nulla.
I miei occhi erano appannati, li avevo fermi su un punto, ma essenzialmente non guardavo proprio niente.
«Tu invece lo sei ancora.. Si porcaputtana. Soffro così tanto a guardarti per strada senza batterti il cinque... Siamo entrambi trasparenti ai nostri occhi. E forse questo mi fa più male di tutto..» disse lui.
«Anche a me fa male, ma.. Guardandoti.. Mi viene solo tanta voglia di spaccarti quei bei dentini che ti ritrovi..» risposi.
«Già, posso capirti..»
«Tu non puoi capire proprio un bel niente..» dissi sorridendo ironicamente, accennando un "no" con la testa.
«E invece si Thomas. Io capisco. So quanto soffri, ti si legge negli occhi. E so che hai paura che ti porterò via Katherine.. Ma sta' sicuro che non lo farò. Lei ama te.. Di me ha amato solo il modo in cui la trattavo, ma si capisce benissimo che è follemente innamorata del suo fratellastro.. Entrambi dite che tra voi non può funzionare, io dico di sì.. Quindi non avere paura di me, pensa a trattarla bene tu..» esclamò lui sbattendo un pugno sul tavolo..
«Certo.. Come fai a sapere che non ha perso fiducia in me..» chiesi io portando lo sguardo ai suoi occhi.
«Semplice. Da come ti guarda.. No? E poi dai, l'hai salvata da quel manicomio, e sta cercando di farci fare pace.. Altrimenti non se ne fregherebbe proprio.» rispose lui osservandola dalla vetrina per poi salutarla sorridendola.
«Hahaha smettila idiota.» dissi portandogli la mano al braccio, fermandolo.
Ci fissammo e subito dopo ci abbracciammo.
«Ti prego. Ho sempre voluto tornare e fare pace ma avevo tanta paura..» disse lui.
«Shh.. Basta. Ti voglio bene amico mio!» continuai io stringendolo.
«Anch'io fratello.» rispose lui.
"Da quanto aspettavo questo giorno." pensai.KATHERINE POV'S
«Cazzo mi hanno vista..» esclamai spostandomi.
Notai Alex sorridere e subito dopo tornare serio a bocca aperta.
«Cosa c'è? Stanno venendo?» chiesi preoccupata.
«Ma loro non si odiavano una volta? Si stanno abbracciando?» chiese lui.
Appena mi girai vidi la scena che mi fece commuovere.
"Finalmente!" pensai.
Li vidi abbracciati e da lontano si poteva vedere il modo in cui si stringevano.
«Ehm.. Ora possiamo andare.. I panini sono diventati freddi.» esclamò poi Alex.
Accennai un "si", e uscimmo.
«E le bibite?» chiese Jack appena prese il suo panino.
«Ah, già.. No..» balbettai facendo segno ad Alex di aiutarmi.
«Le avevano finite..» disse lui.
Lo guardai seria, pensando "Fai sul serio? Ma ti prego, una scusa migliore no(?)..."
Lui alzò le spalle e ci sedemmo.
«Ci avete messo tutto questo tempo, e sono freddi?» chiese Tom.
«Oh, beh.. Noi..» dissi io ma Alex mi anticipò dicendo.
«No, ti assicuro che non vi stavamo aspettando. Cioè non stavamo guardando voi, ci stava tanta fila .. E..e.. E niente meglio che sto zitto.» balbettò lui.
«Già. Infatti Alex. Grazie!» risposi ironica.
Notai i due ragazzi difronte a noi sorridere, e non vi era scena più bella di questa.
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•STEP BROTHER•
Romance#5 in storie d'amore (2•12•16•) «"Ti amava così tanto, che ha voluto che tu avessi una vita migliore." dicevano tutti così. Ma la verità è che quando una persona ti ama tanto, non ti lascia andare via.» «Si beh, potevo sembrare forte quanto volevo...