"No,non capisci!" Cerco in continuazione di far capire alla mia migliore amica che non posso andare in piscina con lei. Ma non ne vuole sapere. Sembra impazzita.
Se non mi voglio mettere i tacchi sclera, ma se non voglio andare in piscina con lei di entra Satana. Ma il punto è che non posso. Ho una stupida cena di famiglia...uff.
All'improvviso vado a sbattere contro qualcuno. Io e la mia mente malata che mi dice di andare in giro attaccata al cellulare.
"Oh scusami tanto!" Esclama un ragazzo. E che ragazzo! È alto,occhi marroni e capelli biondo cenere. Devo dire che alquanto carino.
"No,scusa mi tu. Non guardavo dove andavo." Se devo essere sincera non è che me ne freghi tanto. Ormai gli sono andata contro e non si può rimediare con delle scuse.
"Sono Jack." Si presenta porgendomi la mano.
"Kim" gliela stringo sorridendo.
"Ti basta un gelato per avere il tuo perdono?" Chiede con un sorriso a trentadue denti.
A sentir parlare di gelato i miei occhi si illuminano. Annuisco velocemente e scommetto che da come mi guarda sono diventata tutta rossa a causa della proposta appena fatta.
Non dovrei fidarmi ma qualcosa mi dice che potrebbe essere un ottimo amico.
"Non ti tiri indietro per un gelato,eh?" Chiede ridendo.
"Beh,direi di no." Rido anche io.
Arriviamo alla gelateria e dopo aver preso i gelati ci sediamo a un tavolino.
Passo gran parte del tempo a parlare con lui. Ora so molte cose su di lui. Dal suo colore preferito, alle prediche che gli faceva sua nonna da bambino. È molto socevole,mi sta simpatico.
"E poi fa: Hola va hola spacca!" Rido come una matta!
È una persona simpatica ed è davvero bello. Ma che dico. Strabello!
"Direi che si è fatto tardi. Devo andare sennò chissà cosa pensano i miei." Dico un po' dispiaciuta dal fatto che preferirei restare ancora un po' in sua compagnia. Insieme ci alziamo e proprio quando lo sto per salutare mi prende la bosta dalle mani. Per un momento penso che sia un ladro,ma poi vedo che mette la mano dentro e la ritira fuori dopo un secondo neanche. Lo guardo confusa mentre mi ridà la borsa. Non ha nulla in mano.
Ma che ha fatto?
"Allora ci si vede va bene?"
"Si" rispondo lievemente.
"Ciao!" Saluta e se ne va.
Decido di ritornare a casa. Non capisco cosa possa aver fatto con la mia borsa. Non ha per niente senso quello che ha fatto. Non capisco,non capisco e non capisco. E se mi avesse messo qualcosa? Prendo tra le mani la borsa e frugo fino a trovare un bigliettino verde fluo piegato. Lo apro e vedo che c'è un numero di telefono con una scritta.
"Grazie per questo piccolo incontro. -Jack."
Oddio! Non mi sono nemmeno accorta quando lo ha scritto. Che dolce.
Rimetto a posto tutto e continuo il mio tragitto per casa con il sorriso sulla labbra.
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Una storia a doppia realta "Era"
RomanceE tutto iniziò quel giorno quando ad un asta coprai questa macchina da scrivere quasi senza accorgermene... E fu l'errore miglore della mia "vita"