Capitolo 4

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JADE'S POV
Boom, boom... è questo il rumore che sento dentro la mia testa...non capisco se sono sveglia o se è solo un maledetto sogno. Non ricordo molto della sera precedente, solamente di essere entrata in un bar con Asia e di aver incontrato Alex. Probabilmente conoscendomi avevo bevuto un bicchierino di troppo. Provo ad aprire gli occhi e quando ci riesco li richiudo subito per la troppa luce nella stanza. Aspetto un po' e riprovo, abituando gli occhi alla luce del sole e mi alzo, la testa mi gira un po' ma barcollando riesco ad arrivare in cucina.
A: Hey, bella addormentata, finalmente ti sei alzata, tra un po' venivo a buttarti giù dal letto.
J: Uff, ho la testa che scoppia...non è che mi illumineresti su cosa è successo ieri sera?
A: Siamo entrate in un bar (come al solito) e tu ti sei ubriacata (come al solito), poi abbiamo incontrato Alex che mi ha aiutato a riportati a casa dopo alcune tue esilaranti figure di merda (come al solito)...... sì insomma, niente di nuovo.
J: Oh merda, ti prego non dirlo a mio padre, andrebbe fuori di testa.
Mio padre non beve quasi mai, solo nelle occasioni importanti, perché il suo lavoro non glielo permette. Quando ero piccola anche io sognavo che un giorno sarei diventata come lui, un'astronauta, e che avrei camminato sulla luna. Lui mi incoraggiava e mi sosteneva, ma dopo che un suo caro amico morì in una missione chiuse il mio sogno a chiave in un cassetto per paura di perdere anche me. Avevo 17 anni al tempo e quando mio padre mi disse che dovevo rinunciare alla cosa che più volevo al mondo iniziai a bere come una pazza, ma smisi grazie alla mia migliore amica Asia.
A: D'accordo non gli dirò niente, andiamo a fare un giro?
J: Ok va bene, che ne dici se andiamo da Starbucks?
A: Bella idea, vestiti che appena sei pronta andiamo.
Torno in camera e prendo dall'armadio dei jeans e la maglia con lo scudo di Captain America. Indosso le mie converse azzurre e mi avvio verso la porta. Quando usciamo vediamo Alex che porta gli scatoloni del suo trasloco al piano terra per metterli nel camion. Lo salutiamo un ultima volta e poi andiamo in città dirette da Starbucks. Mentre camminiamo per le strade americane io e le mie amiche fantastichiamo sui nostri idoli.
J: Ti immagini se tipo incontriamo Chris e Sebastian per strada??
A: Sisi certo, continua a sognare, è praticamente impossibile che tu incontri il tuo amore.
J: Avanti, non puoi dire che non ti piace Chris, sarebbe la mia seconda scelta se Sebastian non esistesse!
A: Ti ricordo che sono felicemente fidanzata con Nicholas, Jade.
J: Uff, non mi piace quel tipo, ha l'aria di uno che ti può spezzare il cuore con uno schiocco di dita.
Dopo una bella camminata per la città finalmente arriviamo da Starbucks. Ci sediamo si in tavolo vicino alle finestre e iniziamo a sfogliare il listino.
Cameriera: Cosa prendete?
A: Io una cioccolata con panna e una brioche alla crema, grazie.
J: Io la stessa cosa, ma la brioche al cioccolato.
C: Certo, arrivano subito.
J: Mi sta proprio piacendo questa città.
Dico sorseggiando la mia cioccolata bollente.
A: Già, ci voleva proprio una vacanza, peccato che duri solo un mese...
Quando entrambe abbiamo finito la nostra colazione usciamo dal locale lasciando una mancia alle cameriere sul tavolo.
J: Torniamo a casa o facciamo un altro giro?
A: Che ne dici di andare nel negozio che abbiamo visto ieri sera? Quello d'abbigliamento.
J: Ok d'accordo, ti ricor- OH SANTI DEI DELL'OLIMPO (modalità fangirl ON)
A: Che c'è Jade?
J: Non ci posso credere, guarda quello è Sebastian!! Lo vedi??
A: Quello in mezzo alla strada circondato da ragazze?
J: Si lui!! Forza andiamo!
A: Oh mio dio Jade aspetta sta arrivando un camion!!
J: Non rallenta, lo prenderà sotto se non si sposta!
Vedendo che Sebastian è ancora circondato dalla folla di ragazze e che non si è accorto del camion che sfreccia a tutta velocità verso di lui, faccio la prima cosa che mi viene in mente: corro verso di lui. Sento che la mia amica mi urla dietro ma non capisco ciò che dice, le ragazze intorno a Sebastian sembrano essersi accorte del camion e si spostano di corsa fregandosene di lui. I passanti sono tutti pietrificati e appena il camionista si accorge che la strada è occupata frena di colpo provocando un rumore di stridore di ruote. Mancano pochi passi per raggiungere Sebastian, che è petrificato dalla paura, e ne mancano altrettanti perché il camion lo investa. Non so come ma riesco a essere più veloce e spingo Sebastian fuori dalla traiettoria del camion appena in tempo. Manca solo un passo per mettermi in salvo ma improvvisamente sento l'impatto del camion con il mio fianco. Faccio un volo di almeno tre metri e cado a terra sbattendo la testa. L'ultima cosa che vedo prima del buio è la gente che si raduna intorno a me.

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