Capitolo 3 Igor

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La tv stava dando la notizia di un nuovo omicidio, nessuno sapeva cosa fosse successo o in che condizioni era il corpo senza vita del povero dannato che era stato preso di mira dal misterioso omicida.
Il mio telefono pagato con i pochi soldi che avevo risparmiato dopo tre natali squillo con la solita musica di Waka Waka (lo so che è vecchia ma mi piace sempre), premetti il verde e risposi era il mio migliore amico Igor.
Igor era un ragazzo tedesco che ho conosciuto alle medie ed eravamo diventati subito amici, per i nostri comportamenti molto simili e la nostra passione per la medicina; Igor è un ragazzo magrolino, molto bianco di carnagione, gli occhi di un color verde acqua, i capelli ovviamente di un biondo chiarissimo (ovvio è un tedesco doc lui), gli zigomi come l'intera faccia molto scavata verso l'interno, ma la cosa più particolare di questo ragazzo era la cicatrice a forma di mezzaluna un po sopra l'occhio; a quanto pare quella cicatrice gli era stata fatta da sua madre in una crisi psicotica, il fratello più piccolo di 7 anni era solito giocare con taglierini e forbici per farsi dei tagli veramente profondi sui polsi per la depressione dopo il trauma, causato da un incidente con la bici successo circa 3 anni fa; il padre di Igor era uno degli uomini più potenti di tutta Helsinky, eh già... era il sindaco, non ché anche il più grande atleta di ginnastica artistica, conosciuto per il suo famoso salto alla Paulosky.
Igor era stato rinnegato dal padre, che a quanto pare aveva avuto una storia con sua madre tanti anni fa, da cui era nato lui ma il signor Paulosky non lo riconobbe come suo figlio, però gli passava alcuni soldi (quello che bastava per circa una settimana lui glielo dava in due settimane).
Rosposi al cellulare e Igor con la sua solita voce bassissima e tetra mi disse: " Ehi ciao locomotiva (mi ha dato questo soprannome da quando ho cominciato a fumare) come stai? Io sono qua fuori che ti aspetto ti sbrighi a scendere?".
Scendetti subito dopo la telefonata salutando mio padre con un debole "Ciao papà ti voglio bene" passandogli il bicchiere già riempito di vodka, con la risposta di un cenno poco amichevole di saluto da parte sua.
Appena trovai Igor davanti al portone lo salutai con un cinque molto poderoso e lui disse: "Ti va di andare a salutare mia madre al manicomio?" io feci segno di approvazione con la testa e ci incamminammo verso di esso; il manicomio era a circa 10 minuti da casa mia e nel viaggio parlammo dei compiti che ci avevano dato l'ultima volta, che ovviamente lui non aveva fatto, ed arrivammo davanti al portone grigio scuro del manicomio, suonammo e ci fecero entrare.
Ci trovammo nella solita stanzetta piena di persone sedute sulle poltrone o sulle sedie con il camice e gli abiti completamente bianchi, Igor si incamminò verso la stanza di sua madre e come al solito io lo aspettai fuori e lí non so come ma un ragazzo di circa 18 anni attirò la mia attenzione, non avendolo mai visto mi avvicinai a lui e gli chiesi: "Sei nuovo di qui?" e lui mi rispose dicendo "Forse si forse no..."; mi scese un brivido lungo la schiena sentendo la sua voce, era come se tante persone stessero parlando nello stesso momento, lui sorrise e se ne andò via e nella mia mente era fissa una domanda "Chi era quel ragazzo?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2020 ⏰

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