Finché mi resti addosso il mondo è nostro

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Michele era ancora incredulo.
Incredulo perché fino a qualche tempo prima poteva solo sognare di ballare all'Arena di Verona, con dei professionisti del genere e davanti a un pubblico del genere.
Aveva ricevuto complimenti entusiasti e per un attimo pensò anche di non poter essere più felice di così.
Dovette ricredersi, ovviamente, perché quello che provò quando vide Ale camminare verso di loro con un sorriso da togliere il fiato, fu di un'intensità tale che si ritrovò a corrergli incontro e a tuffarsi tra le sue braccia tese.
Per poco non caddero pesantemente all'indietro, Ale riuscì a tenersi in piedi per miracolo, poi lo sollevò e lo strinse con una forza inaudita.
"Michi" biascicò il più grande baciandogli ripetutamente il collo, Michele rise di gioia e strinse le gambe sui suoi fianchi, mentre le prime lacrime cominciarono a rotolargli giù dagli occhi bagnando il collo di Ale che lo depositò di nuovo a terra e gli prese il viso tra le mani.
Con sua grande sorpresa Michele notò che anche lui piangeva.
"Mi sei mancato" mormorò Ale, poi con una delicatezza davvero disarmante gli asciugò le lacrime con i pollici, senza smettere di far vagare lo sguardo su ogni dettaglio del suo viso, Michele chiuse gli occhi e si aggrappò ai suoi polsi.
"Mi sei mancato anche tu. Troppo"
Probabilmente si sarebbero baciati lì davanti a tutti se Veronica non fosse intervenuta con un "I miei bambini!" abbracciandoli e trascinandoli a fare una foto, nonostante entrambi avessero ancora gli occhi rossi e lucidi per l'emozione.
Tutti praticamente travolsero Ale per salutarlo e Michele lo perse un po' di vista, stavano giusto per sedersi a tavola quando i loro sguardi si incrociarono di nuovo.
"Dopo cena sei mio" sussurrò Ale passandogli vicino e stringendogli per un attimo il fianco in un modo che non lasciava spazio a nessun tipo di dubbio, Michele rabbrividì in modo evidente, fissando l'altro allontanarsi e prendere posto vicino a Fabrizio.
"Michelì, ti siedi con noi?" Chiese Adriano comparendo al suo fianco, poi, senza aspettare una risposta lo trascinò a sedersi tra lui e Gianluca.

Avevano quasi finito di cenare, Ale si era incantato a fissare Michele che scherzava con gli altri e sussultò alla gomitata che gli colpì il fianco, massaggiandosi la parte lesa lanciò a Fabrizio uno sguardo vagamente stizzito.
Odiava essere disturbato mentre guardava Michele ridere.
Fabrizio alzò un sopracciglio e gli piazzò una pacca sulla spalla.
"Perché non andate via? È tutta la sera che vi mangiate con gli occhi" per un attimo Ale fu pervaso dal panico e pensò di negare fino alla morte, poi però tornò a guardare Michele e lo beccò a fissarlo.
Si stava mordendo le labbra e Ale si sentì andare a fuoco tanto che quando tornò a guardare Fabrizio, negare era diventato l'ultimo dei suoi pensieri, voleva solo prendere Michele e andare via con lui.
"Come faccio? Mica posso caricarmelo in spalla e trascinarlo via" disse, Fabrizio studiò rapidamente la situazione e sorrise complice.
"Ora propongo di spostarci in un locale, tu inventa una scusa e portalo via"
Ale annuì dubbioso, ma la tattica di Fabrizio funzionò, quando gli altri accettarono di spostarsi, Ale attirò l'attenzione di Michele e declinò l'invito, dicendo che loro due si sarebbero invece visti con Chiara.
Cosa non poi così lontana dalla verità, effettivamente.
Dopo aver pagato il conto uscirono e Ale si affiancò a Michele che per tutta risposta tentò di guardarlo male, sfoderando un broncio semplicemente adorabile.
"Non tenermi il broncio, sono solo un bravo cavaliere" disse Ale circondandogli il collo con un braccio e baciandogli la tempia, Michele sbuffò ma era evidente quanto in fondo fosse felice.
"Non sono una fanciulla in difficoltà, sai?" Il bacio alla tempia divenne un sussurro direttamente sull'orecchio.
"Ma posso comunque viziarti un po'. Ho solo pagato la tua parte, mica ti sto portando in braccio"
"Michelino!" Ale sentì Michele scivolare via dalla sua presa e girandosi di scatto lo trovò tra le braccia di Adriano.
"Ci vediamo presto" disse quello scompigliandogli i capelli.
Ale serrò la mascella e per un attimo pensò di sbraitare pesantemente, vedendo però gli occhi di tutti puntati su di lui si limitò a sbuffare scocciato.
Adriano sorrise divertito e lasciò andare Michele che, dopo gli ultimi saluti, raggiunse l'amico.
A nessuno sfuggì il modo in cui Ale fissò gli occhi in quelli di Adriano stringendo possessivamente un braccio sulle spalle del più piccolo.
"Però anche te Adrià, potevi risparmiartela" lo rimproverò Veronica non appena i due furono abbastanza distanti, Adriano fece spallucce e sorrise furbo, seguendo i colleghi che iniziavano ad avviarsi verso un pub nelle vicinanze.
"Ho solo salutato il piccoletto, mica è colpa mia se Ale è territoriale"

Uno di questi giorni andiamo viaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora