Capitolo 1

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<<Mel, ti sto aspettando da più di dieci minuti, se non scendi subito dovrai prendere l'autobus.>> dopo aver dichiarato ciò, bloccai il telefono e lo lanciai sul sedile posteriore. La mia migliore amica, Melanie Cooper, era decisamente una ritardataria cronica: rischiavamo sempre di fare tardi a scuola perché, essendo l'unica delle due ad avere ottenuto la patente, dovevo scarrozzarla ogni mattina.
Finalmente la vidi uscire dalla porta di casa e aprire la portiera del passeggero con la mano che teneva una tazza di caffè fumante.
<<Ehi! Vedo che sei di buonumore.>> disse con un sorriso scaltro, sedendosi sul morbido sedile e cominciando a sorseggiare il liquido nerastro.
<<Quando sei bloccata in una macchina con i sedili di pelle, mentre fuori ci sono trenta gradi...>>
<<Mi dispiace, ma quando ti dirò il motivo del mio ritardo capirai.>>
<<Sentiamo.>>
<<Stamattina non è suonata la sveglia sul cellulare, non so per quale motivo, e quando ho aperto gli occhi c'era James che dormiva spaparanzato sul mio letto. Ieri sera ci siamo addormentati, quindi lui non è tornato a casa come al solito. L'ho fatto uscire dalla porta posteriore per evitare che i miei lo vedessero, e questo mi ha rubato del tempo.>>
<<Bah, la prossima volta fai in modo che il tuo ragazzo se ne vada dopo essere venuto a letto con te.>>
<<Non è il mio ragazzo! Sai benissimo che lo vedo poco spesso ed è solamente per fare sesso.>>
<<Allora siete ottimi amici di letto.>> dissi ridendo. Pigiai con il piede l'acceleratore e cominciai a dirigermi verso la scuola, mentre io e la mia migliore amica parlavamo del più e del meno.
Arrivate nel piccolo parcheggio del nostro istituto, parcheggiai con cautela la mia Fiat 500 quasi nuova e mi preparai per affrontare una nuova giornata. Ero una ragazza abbastanza popolare a scuola, per la mia simpatia e la mia bellezza in stile australiano: alta, pelle abbronzata, capelli biondi e occhi marrone chiaro. Sapevo di essere carina e di piacere a parecchi ragazzi, ma sinceramente non mi interessava affatto una storia seria, perché ero concentrata sullo studio in vista degli esami.
Entrando nell'ampio atrio, mi investì una fresca folata d'aria proveniente dal condizionatore, che finalmente il preside aveva deciso di accendere. Dopo aver salutato in modo educato una ragazza bassina che si occupava di scrivere il giornalino della scuola, vidi due cheerleader venirmi incontro con espressioni furiose sul viso. Le conoscevo entrambe, ma non abbastanza da ricordarmi i loro nomi, così mi limitai a sorridere quando si piazzarono davanti a me con le braccia incrociate e quella di destra cominciò a parlare.
<<Ciao Amber, volevo soltanto dirti che la tua tesina di storia ha preso a malapena la sufficienza, nonostante io ti abbia pagata profumatamente per svolgerla al mio posto.>>
<<Mm, non ho idea di come sia potuto succedere. Pensavo di averti fatto un compito eccellente...>> sapevo di non riuscire a mentire bene, quindi cominciai ad agitarmi quando alzò un sopracciglio, però feci buon viso a cattivo gioco e imposi a me stessa di provare ad essere più credibile. Evidentemente non se la bevve, perché si avvicinò alla mia faccia e sussurrò digrignando i denti.
<<Spero tu sia felice, questa è l'ultima volta che ti affido questi incarichi. Ora voglio proprio vedere come riuscirai a comprarti le sigarette senza chiedere soldi ai tuoi genitori.>> detto questo, mi tirò un forte spintone e andai a sbattere contro la porta d'ingresso. In meno di due secondi, Melanie si era già scagliata sulle due ragazze e stava mettendo KO quella di sinistra quando arrivarono i miei amici a risolvere la situazione. Allontanarono la mia aggressiva migliore amica da loro e mi fecero un piccolo cenno invitandomi a seguirli in una zona meno esposta dell'edificio, ovvero il corridoio tra il bagno dei maschi e la mensa.
<<Che è successo?>> mi chiese uno dei tre, Mason, mentre Alex e John cercavano di calmare Mel.
Raccontai in modo veloce e conciso l'accaduto, aggiungendo qualche alzata di spalle qua e là per far capire loro la semplicità della cosa: una stupida cheerleader aveva cercato di fare la bulla, se le era prese e tutto si era risolto senza nemmeno una convocazione nell'ufficio del preside.
Erano amici molto protettivi, ma Mason Rogers in particolare cercava sempre di tenermi lontana dai guai perché, come mi aveva ripetuto migliaia di volte, si riteneva il fratellone che non avevo mai avuto. Io lo consideravo veramente come un fratello, perché la nostra amicizia era nata ancora prima di compiere i primi passi, ed era proseguita per tutti quegli anni senza intoppi. Era l'unica persona che era sempre disposta a offrirmi la sua spalla su cui piangere ed era l'unico ragazzo in grado di capire i miei sentimenti, desideri, necessità. Forse sarebbe stato il fidanzato perfetto per me, ma nessuno dei due aveva la minima intenzione di mettere in pericolo un legame così forte. Ne avevamo parlato un paio di volte, scherzando, ed eravamo giunti entrami alla medesima conclusione: non siamo proprio fatti l'uno per l'altra in quel senso.
Era però, dovevo ammetterlo, piuttosto carino. Occhi azzurro chiaro, capelli scuri e fisico asciutto gli permettevano di avere metà delle ragazze della scuola ai suoi piedi, mentre l'altra metà era riservata a Dylan, uno dei più popolari della scuola. Dylan Rogers era decisamente più bello del fratello, o almeno per me. Non ero mai stata una grande ammiratrice degli occhi azzurri, per questo non la smettevo mai di dimostrare il mio apprezzamento per gli occhi di Dylan, di un bellissimo verde- nocciola, con le ciglia lunghe e arcuate. Lo conoscevo bene perché mi era capitato moltissime volte di incontrarlo a casa dei Rogers, quando dovevo vedermi con suo fratello, però non eravamo propriamente amici.
Ci raggiunse anche lui nel corridoio, perché evidentemente gli era già arrivata all'orecchio una voce sulla rissa all'entrata. Dopo aver controllato velocemente la situazione, si rivolse a Mason.
<<Sicuro di non riuscire a partecipare alla serata tra maschi stasera?>>
<<Sì, ti ho già detto che devo uscire con una ragazza.>>
<<Bah, se preferisci uscire con lei... Comunque potete venire anche voi.>> disse rivolgendosi ad Alex e John, dopodiché entrò in mensa, dove lo raggiunsero subito tre biondine con camicette troppo scollate e gonne troppo corte.

Fra le sue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora