La predica

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Marco si avvió con passo deciso verso la chiesa. Era quasi mezzanotte, e a quell'ora doveva celebrare una catechesi organizzata da lui, molto seguita dai fedeli, che riempivano gioiosi la parrocchia. Quella brava gente lo commuoveva per il suo zelo: " Signore, abbi misericordia di questi tuoi figli così devoti!", pensó sorridendo. Contempló la notte silenziosa e amica, lasciandosi carezzare dalla sua aria frizzantina: ogni cosa che lo circondava era per il giovane sacerdote occasione per ringraziare Dio. Vide da lontano la struttura moderna della sua chiesa: era ora di cominciare. Sarebbe entrato dal retro, come le altre volte: dinanzi all'ingresso principale c'era sempre un matto a quell'ora che gli impediva di passare, chiedendogli cose senza senso, tipo se fosse in lista. Ma lui, da bravo prete qual era, non dimenticava mai di rivolgere una preghiera al Signore per quel "povero figlio sofferente". Raggiunto il retro, entró riuscendo ad eludere il povero malato di mente che, vistolo, cominció a gridargli di fermarsi. Si fece largo tra la folla di fedeli che danzavano gioiosi al suono del pianoforte che si trovava di fianco all'altare. Guardó un momento il suo orologio e comprese di aver fatto molto tardi. Si disse che quella sera avrebbe saltato l'introduzione alla catechesi, e sarebbe partito subito  con il nocciolo della questione. Guardó per un momento la statua della  Madonna Addolorata, e chiese alla Santa Vergine la grazia di assisterlo in quello che stava per fare. Appena il pianista ebbe un attimo di pausa, Marco salì sui gradini dell'altare, aprí le braccia e cominció a tuonare nel bel mezzo del silenzio sbigottito dei fedeli: « Io, padre Marco Capobianco, nato nella travagliata e malandrina Partenope nel marzo dell' 82, in data odierna, 13 Settembre 2012, sono stato indegnamente incaricato di annunciare alle Signorie Vostre Illustrissime un evento unico nella storia dell'umanità, la cui magnificenza farà impallidire ogni scoperta o creazione delle menti piú illustri! Oggi si celebra una vittoria che ha rivoluzionato il nostro tempo, un trionfo ineguagliabile! Avviate i festeggiamenti, signore e signori! Annunciate in ogni angolo delle vostre città ció che sto per dirvi, affinché nessuno possa essere ignaro! Oggi si festeggia il trionfo del Vacuo! Siate i benvenuti, signori, in questo tempo che tutto da e tutto toglie!

Benvenuti, siate mille volte benvenuti!

Sia lode e gloria al nostro secolo! Sia reso onore alla superficialità, alla provvisorietà dei nostri possessi, dei nostri affetti...!

Benvenuti nell'era degli I-phone, I-pad e di tutte le parole che iniziano per "I"!

Benvenuti nell'era in cui i social network hanno sostituito le strette di mano!

Benvenuti nell'era in cui si ottiene tutto, al minor prezzo possibile! Benvenuti nell'era delle anime griffate, della competitività distruttiva, dell'umano non piú umano!

Benvenuti nell'era dell'erotismo facile, che ottenebra l'intelletto e indurisce il cuore!

Benvenuti nell'era dei divorzi facili, benvenuti nel tempo che vi darà valore solo se siete in grado di produrre!

Benvenuti nel secolo in cui dovrete pubblicizzare le membra e lo spirito se vorrete sopravvivere!

Benvenuti nel tempo in cui vince il più furbo, non il piú forte! Non più il miglior soldato, ma il peggior disertore!

Celebriamo la morte dello spirito, la fine della stabilità di ogni alto valore!

Signore e signori, oggi potremo finalmente mettere a tacere le nostre anime, in ginocchio ogni nostra domanda, ogni nostra inquietudine!

Non ripeteremo mai più il madornale errore di pensare con le nostre teste, perché ci sará già chi potrà farlo per noi!

Lasciatevi sedurre la mente e il cuore dalla materia, dalla comodità: oggi smetteremo finalmente di scegliere!

Via il buono, il giusto, il bello, il trascendentale!

Si al comodo, all'immediato, alle mete facili!

Festeggiate con me, signore e signori!

Solo, non dimenticate di morire a voi stessi...!».

Marco concluse il suo discorso quasi piangendo, convinto che i fratelli e le sorelle, cogliendo l'amara ironia delle parole, fossero colti dal medesimo dolore. Diresse lo sguardo verso l'assemblea, e vide cose al limite del grottesco: la chiesa era completamente al buio, illuminata solo da poche luci intermittenti colorate. I giovani fedeli, poi, erano vestiti in abiti strani: le donne in minigonne e vestitini succinti, gli uomini invece con magliette aderenti e pantaloni strappati. Nella parrocchia tutta c'era anche uno scintillio di gioielli grossi e sfarzosi. Alla sua sinistra, dove prima c'era chiaramente un pianoforte, si ergeva uno strano macchinario pieno di tasti, governato da un giovanotto tatuato con enormi cuffie in testa. Poi, dov' erano finiti gli affreschi della Passione? E la statua della Vergine Addolorata? E le bellissime vetrate? E le pareti? Prima che Marco avesse il tempo di darsi risposte, o anche solo di cercarle, sentì da dietro enormi braccia che lo afferrarono e lo immobilizzarono. Subito dopo avvertí un forte pizzicore al braccio sinistro, infine gli venne un gran sonno. Si lasció andare senza resistere.

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