Sono pronta per il mio primo giorno di College:
Valigia, cellulare, libri e... sto veramente parlando di cosa sto portando al College?...
Non riesco a pensare ad altro.
È da tantissimo tempo che aspetto questo momento.
Quando ero piccola sognavo sempre di studiare in un college grandissimo, super colorato e di innamorarmi del ragazzo perfetto.
La cosa del quale mi preoccupo di più è che non sarò nel dormitorio femminile.
Questo vuol dire: maschi, senza maglietta, disordine, ragazzi, RAGAZZI!
<<andiamo tesoro>>
Mia mamma.
<<devo venire per forza?>>
Dico.
Nessuna risposta.
Scendo e saluto i miei genitori e la mia piccola sorellina Emily.
Ho insistito perché loro non venissero ad accompagnarmi, sarebbe stato molto imbarazzante.<<tu devi essere Jennifer!>>
Il preside.
Uomo basso e con qualche chilo di troppo, nel complesso è molto gentile.
<<si, sono io>>
Rispondo.
<<mi dispiace ma, come saprai non c' era più spazio nel dormitorio femminile>>
<<non importa>>
Mento.
Certo che mi importava, come facevo a non fare peso al fatto che debba passare parte della mia vita in un dormitorio maschile.
Perché a me?
<<la tua stanza è la 432>>
continua.
<<vai o farai tardi!>>
E con queste parole finisce il suo discorso.
Mi incammino nel lungo corridoio del dormitorio maschile.
429...430...431...432!
Entro.
Per prima cosa vedo il grande soggiorno con le pareti di colore nero e i divani bianchi, infondo alla stanza c'è un piccolo mobile dove è appoggiata una televisione; alla destra scorgo una piccola cucina sulle tonalità del grigio.
Dal soggiorno si aprono altre 3 porte: due sono delle stanze e l' altra è il bagno.
Ho paura.
Non so che porta aprire.
<<c'è qualcuno?>>
Chiedo per essere sicura.
Non sento nessuna risposta.
Fortunatamente apro la porta della mia stanza.
La mia camera era completamente vuota.
Rimaneva un armadio e un lettino, le pareti sono rosa e...
Chi è quello?
Ah si mi sono dimenticata che devo convivere la casa con un maschio.
<<tu sei una femmina!>>
Dice quello che penso che sia il mio coinquilino.
Sta parlando da dietro le mie spalle.
<<e tu sei un maschio!>>
Rido.
<<sei anche una bambinetta>>
Vado via.
Perfetto, primo giorno ed inizio ecclatante direi.
<<vado in camera mia!>>
Dice con tono scocciato.
Io faccio la stessa cosa, non per imitarlo, ma perché avevo bisogno di organizzarmi, odio avere le cose in disordine.
Sistemo la valigia e (come chiesto dal preside) vado a fare il "tour" del College, per cercare di orientarmi
Per strada incontro Nash.
È bellissimo.
Come sempre.
Ci siamo conosciuti qualche anno fa, perché mia madre e la sua sono colleghe.
Così è nata la nostra amicizia, la nostra grande amicizia, ma lui è un anno più grande di me, perciò mi sento sempre un po' imbarazzata quando parlo con lui.
Anche se ho sempre voluto diventare la sua fidanzata.
Ma non posso pensare ai ragazzi, sono venuta qui per studiare, non per fare la "beeeepppp".
<<Ciao Jen, finalmente anche tu sei qui al college, mi sei mancata tantissimo in questo anno>>
Dice.
Arrossisco.
<<in quale stanza sei capitata?>>
Continua.
<<432!>>
<<Con Cameron!, buona fortuna!>>
Dice.
Ecco come si chiama.
Mi ero quasi dimenticata di avere un coinquilino.
Ero troppo concentrata dalla voce di Nash.
<<se ne fa una a sera, meglio che torni in stanza a controllare cosa sta facendo>>
Mi fa l'occhiolino.
Non ci posso credere.
Come farò a vivere con lui.
<<non voglio tornare in camera, devo fare il giro del College per orientarmi>>
<<ti posso aiutare io se vuoi?>>
<<Certo>>
Rispondo.E così mi porta a fare il giro della scuola.
Durante il "viaggio" mi racconta che non sono l' unica ragazza ad essere capitata nel dormitorio maschile.
A quanto pare, una certa Sophia ha avuto la mia stessa sfortuna.
<<dove alloggia Sophia?>>
Chiedo.
Sarebbe bello passare un po' di tempo con una RAGAZZA della mia età.
<<è la mia conquilina!>>
Perfetto.
Magari possiamo diventare migliori amiche e, potrei iniziare una relazione con Nash.
Pensa ai libri, non ai ragazzi.
Chi ha parlato?
Noooooo, mi ero dimenticata della mia vocina.
Si presenta ogni volta che sono imbarazzata oppure agitata, sotto pressione, quando ho paura o non mi sento sicura.
Odio quella vocina.
<<vuoi venire nella mia casa?>>
Mi chiede Nash.
<<certo!>>
Che bello, mi ha invitato!
Non andare, pensa a studiare !
Annuisco e mi incammino verso un lungo corridoio pieno di ragazzi.
Completo imbarazzo.
Ti avevo detto che non era una buona idea, dovevi ascoltarmi.
Basta.
Ormai sono al college.
Mi so gestire da sola.
<<questa è la mia casa!>>
Stanza 543.
<<ciao Nash!>>
Dice una voce femminile, credo sia Sophia, LO SPERO!
<<lei è Sophia...>>
Dice sottovoce Nash.
<<...la mia ragazza>>
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Amami
Fanfiction> Dico. > Resto immobile. > Mi si gela il sangue. Voglio scappare. Voglio mettermi a piangere, forse a ridere, entrambi? Non lo so. È così lunatico: prima mi urla in faccia e poi mi dice queste parole, queste meravigliose parole. Cerco di allontanar...