Pochi secondi dopo appare, facendosi largo fra la natura selvaggia, un ragazzo poco più piccolo di lei. Ha una struttura muscolosa, i capelli neri, il viso spigoloso, alti zigomi ed occhi da bambino.
Si muove veloce fra gli alberi , con passi furtivi, come un abile animale.
Persica è ancora ferma dove il Crin l'aveva lasciata, i piedi le sembrano troppo pesanti per riuscire ad alzarli.
Il ragazzo si gira e quasi spaventato la guarda, lei guarda lui, crede sia un altro Crin o un frutto della sua mente che sta lentamente impazzendo.
Poi il ragazzo senza nome le si avvicina. Odora di erba e pioggia,quell'odore che aleggiava per giorni nella periferia di Minam dopo un temporale, rimanendo appiccicato ai capelli dei bambini ed ai muri delle case. A Persica ricorda quando, da piccola, passava ore sotto la pioggia ad aspettare uno sfortunato passante da derubare.
La tempesta era il momento migliore, tutti sono troppo preoccupati dalla pioggia per accorgersi di una piccola bambina che furtivamente derubava i passanti senza mai essere scoperta, cambiando sempre luogo per proteggersi dalla giustizia e dagli altri, che come lei,aspettavano ai bordi delle strade.
"Perché ci sarà sempre qualcuno più pericoloso" Questo lo aveva imparato in fretta.
Non capiva quello che stava facendo, per lei era solo sopravvivenza,nient'altro.
Quando tornava a casa era sempre fradicia e il calore del fuoco e di una buona minestra era qualcosa che si avvicinava molto alla felicità.
Il ragazzo schiuse le labbra -Li hai visti?- La sua voce è acuta -Hai visto i Crin?- Persica annuisce debolmente ed il ragazzo sbianca.
-Nessuno prima d'ora oltre me era riuscito a vederli- spiega con una maschera di tranquillità che non riesce però a coprire il tremore che c'è nelle sue parole -Non devi dire a nessuno che esistono. E comunque anche se lo facessi nessuno ti crederebbe. Perché sono leggende ed esse per essere tali non devono essere svelate-
A Persica sembra irreale la tranquillità con cui lui parlava di mostri che hanno miliardi di anni.
-Mi chiamo Jace- dice il ragazzo, -Dema – mente Persica -Devo ritrovare la strada- spiega lei.
-Quale strada? Ce ne sono così tante qui, quasi tutte non portano a nulla,cercano di farti perdere-
-La strada che porta alla Montagna- ribatte lei- quella che parte dalla valle- , il ragazzo rise -Non esiste una strada che porta alla montagna, ma se vuoi ti posso condurre là io, ragazza dal falso nome: se indossassi un vestito troppo grande o troppo piccolo le persone lo noterebbero, e così è anche con il tuo nome, non ti veste bene, non è tuo-. Persica spalanca gli occhi- Se tu non conosci la strada che porta alla Montagna non vuol dire che questa non esista. E comunque il mio nome è Dema-, Jace si sposta continuamente, non riesce a stare fermo in un posto per poco più di qualche minuto, saltellando da una radice all'altra con agili mosse come se conoscesse quegli alberi quanto sé stesso -Farò finta di crederti Dema ma la tua anima parla e dice che quello non è il tuo nome- facendo una pausa per vedere l'espressione che sul viso della ragazza che lei cerca di mantenere impassibile, poi aggiunge -Se vuoi ti conduco dove sei partita, ma sappi che quel sentiero ti porterà alla morte e ai Crin, e loro raramente concedono seconde possibilità.Oppure – e la sua bocca si contorse in un sorriso beffardo -Ti posso portare fino ai piedi della Montagna-
-In cambio di cosa?- ribatte allora Persica -Come so che non mi deruberai durante la notte? O che non mi farai perdere la strada? Come posso fidarmi?-
Jace rise -Non puoi- poi aggiunge sogghignando -Anche io sono diretto là,posso indicarti la strada e tu mi racconterai la tua storia. Io amo le storie- e gli occhi gli si illuminarono come quelli di un bambino quando vede una torta; in quel momento Persica si rese conto che era solo poco più di un bambino e doveva sentirsi solo, ma questo non lo rende innocuo. "Chi è così pazzo da rischiare la vita andando nella foresta? Chi è che, dopo aver visto i Crin, non lo direbbe a chiunque? Chi è? " le domande vennero a galla nella sua mente una dopo l'altra, tante domande, troppe.
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Persica
Fantasy"I due ragazzi rimasero uno di fronte all'altro mentre i loro sguardi ballavano, intrecciandosi fra loro sul confine tra l'ombra e la luce"