La città di Taly

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Dopo circa due giorni di cammino Persica giunge alle porte di Taly. Alte mura di pietra circondano la città: forse per proteggere gli abitanti da qualcosa o forse per chiudere le persone dentro. L'entrata della città è composta da un alto arco di pietra sul quale sono raffigurate battaglie storiche ed eroi; al di sotto un fiume di persone con al seguito animali e carri camminano in modo spedito dirigendosi verso il centro del mercato.

All'interno delle mura abitazioni inlegno e pietra si susseguono rincorrendo le ripide strade lastricate.

Persica arriva fino al mercato: l'aria odora di spezie, le grida dei mercanti si sovrappongono nel caldo opprimente, i bambini corrono fra le gambe delle persone ridendo.

La ragazza si avvicina ad un venditore di stoffe, fra le sete pregiate riconosce i drappi intessuti a Minam: un po' di malinconia le si attorciglia nell'anima. Persica decide quindi di passare oltre, verso un uomo che sta allestendo un banco di unguenti, forse lì troverà quello che cerca.

Il venditore di unguenti è un uomo alto, con folte sopracciglia nere ed una bocca piccola; le sue manigrandi annodano una corda a cui sono appese ampolle, contenenti liquidi colorati, che tintinnano fra loro e riflettono al luce del sole creando arcobaleni sulla strada.

Lei gli si avvicina e lui la scruta meticolosamente -Cosa desideri bella ragazza?- le dice con voce calda-Un filtro d'amore? Una pozione di bellezza?- ed inizia a snocciolare uno dopo l'altro tutti i presunti effetti di quello che la sua merce produce, Persica spazientita lo interrompe -Mi occorre una cura- dice frettolosamente, senza lasciarlo continuare. L'uomo le chiede -La febbre? Il raffreddore? Infiammazioni?- il suo viso è rotondo e mentre parla lei intravede nella sua bocca almeno tre denti fatti d'oro "Sarebbe stato una preda perfetta" pensa tra sé, poi abbassa una delle sue calze mostrando così la Macchia Rossa che si è ormai estesa su tutta la gamba.

-Non sei di queste parti, vero?- la voce del venditore è cambiata, è più bassa e roca -Quella che porti è una malattia antica, non è di qui, in pochi ne conoscono l'esistenza. Non ho rimedio per essa.- dice infine, -Ma, ragazza straniera, se vuoi posso dirti dove andare-

Persica lo guarda, non sa se ascoltare quello che ha da dire o se dovrebbe rivolgersi a qualcun altro. -C'è una strega, o almeno così lei dice. Abita vicino alle mura- la sua voce diventa sempre più bassa, impercettibile -Lei potrebbe avere quello che cerchi- dice infine, -Si fa chiamare Yaza, bussa tre volte alla sua porta-, la ragazza guarda in faccia l'uomo, che ora sorride,poi aggiunge -Ci sono talmente tante case qui che ci metterei troppo tempo a trovarla e, come vedi, di tempo non ne ho abbastanza- dice con un velo di acidità nella voce, il venditore però, con fare misterioso, le risponde -La riconoscerai appena la vedrai, la sua casa- e poi con una risata si volta verso una signora con un buffocappello rosa cercando di venderle un filtro d'amore.

Persica non sa che fare, rimane qualche ora nel mercato girando fra i diversi mercanti ma nessuno le sa dare ciò che cerca, a pomeriggio inoltrato decide quindi di cercare la"strega" di cui le aveva parlato il venditore di unguenti.

Sulla strada trova una signora con una fascia rossa fra i capelli e grandi orecchini, la segue come un'ombra senza farsi notare e poi le sfila un grosso bracciale, probabilmente d'oro, costellato da piccole pietre. "la strega vorrà un pagamento" pensa, e spera che quel bracciale sia di vero oro, poi osserva la donna ignara scomparire con passi sinuosi dietro delle case alle fine della strada e, sfuggendo ad occhi indiscreti, scompare in un vicolo verso la direzione indicatale dal venditore.

Fra le case tutte uguali,una più delle altre le persone si fermavano ad osservare: sopra lepareti viola scuro vi sono piante di edera che si arrampicano faticosamente e strani disegni di simboli bianchi, ai piedi della porta e delle finestre ci sono cumuli di farina, un'insegna di legno pende da un lato con incise sopra parole ormai incomprensibili, le finestre, dietro le quali si sovrappongono spessi strati di tende dai diversi colori, impediscono di vedere l'interno, il tetto è composto da tegole di colori diversi che riflettono i raggi del sole. Nel mare di pietra grigia che lo circonda il tripudio di colori di quell'abitazione cattura tutti gli sguardi dei passanti.

Persica, quasi intimorita,si avvicina alla spessa porta di legno: sopra c'è una piccola finestra circolare dalla quale si intravede l'interno della casa,incise nel legno vi sono poesie scritte nella lingua di Tul, i regni del nord.

La ragazza, come le era stato detto, bussa tre volte alla porta, all'interno della casa non si ode nessun rumore, "sembra disabitata" pensa.


Poi, quando stava pe randarsene, passi strascicati e lenti uniti al ticchettio di un bastone sul terreno si avvicinano dall'altra parte dell'ingresso, un grosso occhio rosso contornato da profonde rughe si affaccia dalla finestra circolare e scruta Persica con sguardo indagatore, la strega poi, con fare cauto, socchiude la porta e guarda la ragazza.

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