Crema e burro d'arachidi

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Mi gira la testa, così spingo via Hunter e mi porto le dita sulle labbra, forse per farle smettere di formicolare, forse per sentire ancora un po' il suo sapore.
Lui mi guarda stupito e poi torna subito alla carica, bofonchiando un: <<Dai, non fare la difficile, Nashton.>>
<<Piantala!>> Lo spingo via di nuovo e lo guardo piena d'astio.
Vi sembrerà strano il mio repentino cambio d'umore, quindi mi affretterò a spiegarvi perché sto reagendo così: il bacio mi è maledettamente piaciuto. Anzi, piaciuto non rende neanche l'idea. Il mio stomaco sta organizzando un rave party con le farfalle, dico davvero.
Vi chiederete allora, visto che mi è piaciuto, perché lo sto rifiutando. Bè, è paura. E forse anche un pochino di orgoglio e di dignità femminile. Insomma, lo dico qui con voi e poi non lo ripeterò mai più. Hunter è un ragazzo passabile, carino, niente di che... e va bene, è bello! Bello da star male, bello da festino "alcool, droga e rock and roll" per gli ormoni di ogni ragazza presente sulla terra, ma è anche maledettamente superficiale, spocchioso, egocentrico, insopportabile e... l'ho già detto egocentrico?
<<Che c'è che non va?>>, mi chiede lui, incredulo.
<<Io non sono un oggetto, non mi compri con i tuoi soldi né tantomeno con il tuo carattere!>> Mi allontano da lui, averlo vicino mi destabilizza. <<Credi di poter ottenere sempre quello che vuoi, non è così? Bè, io non rientro in questa cerchia.>>
Si porta le mani sulla faccia e sospira. <<Ah, ci stavamo divertendo così tanto>>, esclama, abbattuto. Poi torna a guardarmi e fa un passo verso di me. <<Sei noiosa, Nashton. Dovresti lasciarti andare, una volta tanto.>>
Sorrido, sprezzante. <<E dovrei lasciarmi andare con te? Dovrei lasciarmi andare con uno che mi chiama per cognome e mi accusa di volergli rubare l'argenteria?>>
Hunter scrolla le spalle e si sistema la giacca. <<Perché no?>>
Non gli rispondo. Davvero, non merita neanche una parola. Mi sistemo i capelli e inizio a camminare verso il centro focale della festa, maledicendomi per aver permesso a mia madre di obbligarmi a mettere questi dannati tacchi.
Individuo Tess accanto al buffet. Sta parlando con quello Sled e con Dawn. Mi avvicino a loro, cercando di darmi una sistemata. L'ultima cosa che voglio è che qualcuno si accorga del bacio tra me e Hunter. Sarebbe la fine.
<<Sky, ma dove ti eri cacciata?>> Dawn mi abbraccia. <<Mia madre mi ha obbligato a venire a questo stupido party insieme a quel maiale di Kevin Armstrong.>>
La guardo, non riuscendo a trattenere una smorfietta disgustata.
Vedete, è così che funziona nel mondo di questi ricconi che popolano la città. La crema deve accompagnarsi con la crema, mentre il burro d'arachidi deve accompagnarsi con il burro d'arachidi. Avete capito? No? Bè, comprensibile. E pensare che non ho neanche bevuto dell'alcool, ormai sono insensata di mio.
Intendo dire che non c'è nessuna legge scritta o regola proclamata, ma in cuor nostro tutti noi sappiamo che c'è una distinzione tra le famiglie che abitano qui. Se il padre di Hunter sapesse che suo figlio mi ha appena infilato la lingua in gola accanto al loro capanno degli attrezzi, probabilmente lo esilierebbe su un'isola deserta, mentre se lo sapesse mio padre... bè, correrebbe a prenotare la chiesa.
<<E ora dov'è il tuo accompagnatore?>>, le domando, versandomi un bicchiere di punch.
<<Secondo te?>> Dawn mi indica con un cenno del capo l'immensa piscina. <<Eccolo lì, ci sta provando con quell'oca di Caroline Stinson.>>
<<Almeno non sta provando a fare dei bambini con te.>>
<<Bambini con me?>> La mia amica scoppia a ridere, gettando indietro la testa.
<<E' un sinonimo di "fare sesso".>> Scrollo le spalle, rabbrividendo. <<Mi fa davvero troppo schifo l'idea di abbinare il sesso a Kevin Armstrong.>>
<<Anche a me.>>
Poi ci sono le eccezioni, certo. Voglio dire che per far mangiare la crema di Kevin a qualche (s)fortunata donzella, il signor Armstrong dovrà certamente sborsare cospicue somme di denaro. Il ribrezzo che suo figlio provoca nel gentil sesso è senza dubbio superiore al loro patrimonio, ed è tutto dire, visto che lui è una specie di senatore o roba del genere.
Intravedo Hunter accanto a suo padre. Sono immersi in una fitta conversazione con un uomo dall'aspetto impeccabile e una ragazza con evidenti problemi alimentari, che quasi certamente è la figlia del tipo impeccabile.
So che non è carino dire a qualcuno che ha problemi alimentari, ma la ragazza in questione è magra come un grissino e continua a masticare delle tartine al salmone, per poi sputarle in un fazzoletto di carta che tiene stretto nella mano destra e che ogni tanto si porta alle labbra.
Anche se forse mangerebbe volentieri un determinato "alimento", definiamolo così. Fissa Hunter come se fosse un gigantesco hamburger succulento, ha persino un rivolo di bava all'angolo della bocca. Disgustosi.
Ecco, per Hunter il discorso è un pochino diverso. Il signor Hamilton deve fare l'inverso del signor Armstrong. Sono talmente tante le giovani donzelle che si arpionerebbero alle forti braccia di Hunter per tutta la vita (e non sono alle braccia), che Mr. Hamilton deve pagarle per tenerle lontano, anziché per attirarle.



Due ore più tardi sono praticamente a pezzi.
Io, Dawn e Tess siamo finalmente riuscite a sgusciare via dal centro focale della festa e ci siamo stravaccate sul costosissimo divano dei signori Hamilton, in uno degli ottocento saloni dispersi in questa casa gigantesca.
Mi tolgo le scarpe con un gemito di dolore. <<Ma perché hanno inventato i tacchi? Voglio dire, chi è che ha deciso che con un vestito elegante un bel paio di Converse sono sconsigliate?>>
<<Uhm...>> Tess finge di pensarci su, poi mi lancia un'occhiatina ironica. <<Tutti quelli che hanno buon gusto?>>
<<Secondo voi quante stanze ci saranno in questa casa?>>, se ne esce Dawn, guardandosi intorno.
<<Almeno cinquanta.>> Mi poggio contro il morbido schienale e chiudo gli occhi.
<<Stasera devo uscire con Sled, subito dopo la festa.>> Tess mi guarda, in cerca di approvazione. <<Non ti dispiace, vero?>>
In realtà sì, mi dispiace. E' la mia migliore amica e non voglio che si immischi con la famiglia Hamilton. C'è rischio di stare solo male. Però non posso dirle nulla, la vita è sua, e poi sarei l'ultima persona a poter parlare, visto che ho ancora il sapore di Hunter sulle labbra.
<<No, Tess, però stai attenta.>> L'abbraccio senza neanche pensarci. <<Non voglio vederti stare male.>>
<<Ma guarda che ci stiamo solo conoscendo, mica dobbiamo sposarci.>>
<<Sì, certo, vi state solo conoscendo.>> La guardo divertita. <<Hai intenzione di fare sesso con lui.>>
La mia amica sgrana gli occhi e arrossisce. Cavolo, è successo solo altre due volte, devo appuntarmelo. Ce ne vuole per far arrossire Tess. <<Ma non è vero!>>
<<Ah no?>> Le afferrò la gamba e le accarezzo la pelle abbronzata. Come volevasi dimostrare. <<Tess, ti sei depilata pure sulla lingua. Sei più liscia di un neonato, e lo fai soltanto quando hai in programma di fare sesso.>>
<<Ti odio, mi conosci troppo bene.>> Si libera della mia presa e mette il muso. <<E' così carino, mi piace davvero molto, è sexy con quei capelli grondanti di gel.>>
La guardo, perplessa. <<Hai una strana concezione dell'essere sexy.>> Il cellulare vibra all'interno della mia pochette. <<E' mia madre. Devo raggiungerla, forse è la volta buona che ce ne andiamo da questo schifo di festa.>>
Mi rinfilo le scarpe, mi sistemo il vestito e saluto le mie amiche.
<<Ci vediamo domani, Sky.>>
<<Certo.>> Guardo Tess e le sorrido divertita. <<Mi raccomando, non voglio nipoti prima dei trent'anni, e soprattutto non con i geni degli Hamilton.>>
La mia amica mi manda molto poco velatamente a quel paese. Io sorrido e m'incammino verso il giardino. Mi guardo intorno, ma dei mie genitori neanche l'ombra.
Individuo il padre di Hunter e con un po' di timore mi avvicino a lui. <<Mi scusi Mr. Hamilton, ha visto i miei?>>
Il signor Hamilton mi guarda come se fossi un'inutile sporcizia sulla sua giacca costosa. <<Credo che stiano recuperando i soprabiti.>>, borbotta, tornando poi a discorrere con i suoi ospiti.
Lo ringrazio a mezza bocca e torno in casa. Ma chi si crede di essere? E' tale e quale a suo figlio, ma dovevo aspettarmelo.
Arrivo davanti all'entrata e chiedo ad una domestica di indicarmi dov'è il guardaroba. Lei mi dice che si trova al piano superiore, la quarta porta a destra.
Salgo le scale e subito sento delle voci provenienti da una delle camere in fondo al corridoio. Mi guardo intorno e molto silenziosamente faccio capolino: Hunter e quella ragazza che sputava il cibo in giardino sono seduti sul letto. Lui le accarezza le gambe lasciate nude dal vestito troppo corto e lei gli mordicchia il mento.
Faccio per andarmene, ma il dannato pavimento di legno scricchiola e Hunter si accorge di me. Mi guarda sorpreso, poi si apre in un ghigno divertito e senza staccarmi gli occhi di dosso cattura le labbra di quella ragazza in un bacio.
Visto? Ve l'avevo detto che per Hunter avrebbe rotto la dieta.
Scuoto la testa disgustata e me ne torno immediatamente di sotto. I miei sono davanti alla porta, spazientiti e irritati.
<<Sky, ma dove ti eri cacciata?>> Mia madre mi afferra per un braccio e mi trascina fuori.
<<Vi stavo cercando e...>>
<<Meno chiacchiere, voglio tornare a casa.>> Mio padre è letteralmente furente, evidentemente ha avuto uno scontro con Mr. Hamilton a proposito del lavoro, e non posso far altro che rallegrarmene.
Salgo in macchina e automaticamente mi strofino le labbra con le dita. Vorrei non aver mai baciato Hunter, vorrei cancellare le tracce del suo passaggio dalla mia pelle e dalla mia mente. Sono stata un'idiota.
Come farò a presentarmi a lavoro, domani?

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