CAPITOLO 4

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Vi siete mai sentiti un pesce fuor d'acqua? Ecco, in questo momento mi sento uno squalo su Marte. Siamo nella sala da pranzo, che é decorata come la sala principale, e sembra che tutti siano stati invitati ad un matrimonio: le donne hanno un abito lungo fino ai piedi e calzano scarpe esageratamente alte, gli uomini sono tutti in giacca e cravatta. E poi ci sono io con una semplice t-shirt nera e dei pantaloni altrettanto neri. Questa gente non sa nulla della moda. Abbiamo appena finito di mangiare la seconda portata quindi dovrebbero mancare solo altre due portate. Stanno tutti chiacchierando in modo allegro e io, finora, sono stato completamente ignorato. Ad alcuni potrà sembrare strano che io non parli, ma la cosa strana é che non mi hanno ancora insultato. Direi che é la quiete prima della tempesta e ciò porta a qualcosa che andrà a finire in un modo burrascoso. In questo istante lei starebbe evitando gli scarsi metodi di approccio che George e Albert le facevano sempre. Se solo lei fosse qui. Se solo potessi tornare indietro.
<<Sai, Cecilia, da dei genitori raffinati come voi, mi sarei aspettata un minimo di eleganza da tuo figlio.>>  Ovviamente il nostro tavolo é composto dai nostri "migliori compagni di viaggio"e quindi devono ridere tutti, no? La signora Mclain ha sempre qualcosa da ridire su di me ed é inutile negare che oramai ho fatto l'abitudine alle sue solite battutine.
<<Vedi, Clara, se mio figlio si sente a suo agio così, perché imporgli un certo vestiario?>> Fortunatamente ha risposto mia madre altrimenti mio padre sarebbe stato d'accordo con lei.
<<Questo può essere accettabile ma perché non mandarlo in camera per farlo cambiare e assumere un aspetto quasi dignitoso?>> Non sia mai che la signora Robinson non difenda la signora Mclain.
<<Se mio figlio si sente a suo agio con questi abiti, non sarò io a fargli cambiare idea. Preferisco un figlio scialbo e monotono che uno stupido ma elegante.>> Finalmente le due signore non hanno niente da ridire, però questo non gli impedisce di cambiare argomento e insultarmi ancora.
<<La signora Milton, ha ragione mamma. In fondo non é colpa sua se si ritrova un cespuglio in testa. Avrà sicuramente avuto una lite col parrucchiere oppure gli avrà dato la merce sbagliata.>> Questo é troppo non sono affari suoi questi.
<<Albert, hai ragione. Però credo che tu abbia litigato col tuo tutore hai ancora il naso un pò bianco. Fossi in te ritornerei nel centro disintossicazione.>> Lo so, non dovrei sputare nel piatto in cui mangiavo ma non posso farci niente, se l'è cercata.
<<Johnathan, finiscila. Ora chiedi scusa.>> Non ci posso credere. Dopo tutto quello che mi hanno detto dovrei essere io a chiedere scusa a loro? Scordatelo Fred. Continua a guardarmi in modo minaccioso ma io sostengo lo sguardo. É seduto in uno dei due capi tavola e alla sua destra c'é la mamma e a seguire io. Perciò non é difficile guardarci in faccia.
<<Ho detto chiedi scusa.>>
<<Non ci penso nemmeno, Fred.>> Fa per alzarsi ma la mamma lo ferma mettendogli una mano sul braccio.
<<Disubbidire al padre e in piú chiamarlo per nome. Se non vi conoscessi avrei detto che fosse un ragazzo in educato ma é solo maleducato.>> Mi alzo da tavola gettando il tovagliolo sul tavolo.
<<Signora Mclain, se proprio vuole giudicare qualcuno, le consiglio prima di mettersi una mano sulla coscienza e guardare suo figlio e suo marito. Oppure ha già dimenticato ciò che é successo la scorsa estate?>> Clara impallidisce e lo stesso suo marito, George e Amanda abbassano gli occhi, il resto del tavolo non proferisce parola. Giro i tacchi e mi avvio in camera. Sono sicuro che lei sarebbe orgoglioso di me. Prendo il telefono e chiamo Christopher, ormai é la mia valvola di sfogo. Risponde dopo solo due squilli.
<<Ehi, brò, come va?>>
<<Uno schifo.>>
<<Che succede?>> la sua voce é preoccupata e sorrido spontaneamente. Forse qualcuno tiene veramente a me. Gli racconto tutto quello che é successo e alla fine scoppia in una risata.
<<Non ci credo. Hai davvero sfidato tutti e non solo. Ti sei pure fatto valere. Continua così amico.>> Riesce a parlare a stento dato che ancora non ha finito di ridere. Passiamo il resto del tempo a parlare di videogame. Abbiamo molte cose in comune, sembriamo quasi fratelli ma non di aspetto. Lui é biondo e ha gli occhi azzurri, é alto e muscoloso. É il classico ragazzo che fa impazzire le ragazze ma non ne vuole una al suo fianco, almeno non per ora. É uscito da poco da una relazione abbastanza catastrofica, lei lo ha tradito. L' ha trovata nel suo letto con un altro, abitavano nello stesso appartemento da poco quando é successo e lui non l'ha ancora superato. Sento i miei rientrare quindi lo saluto e stacco velocemente. Mio padre entra come una furia in camera mia e inizia a sbraitare e io faccio finta di giocare al telefono.
<<Ciò che é successo oggi, non deve più accadere, sono stato chiaro? Non devi permetterti mai più di sfidarmi in quel modo né quando siamo in pubblico né quando siamo soli. Sono stato chiaro?>>

La Ragazza Del BurroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora