Diario di un bosniaco
5/9/1992,Sarajevo
Caro diario,
ogni giorno mi segno quanto tempo è passato dall’ultima volta che noi bambini conoscevamo soltanto il termine pace e non guerra, scrivendoti la data e il mio pensiero precoce d’ingiustizia, crudeltà e violenza.
Non ne posso più di vivere malamente senza luce, musica, televisione, acqua, ma soprattutto senza amici, i quali non ritorneranno mai più; sia in questo paese macchiato di rosso che sulla faccia della terra.
Ho visto tutto crollare a pezzi, la morte e la malvagità degli uomini che non esitano neanche un secondo a risparmiarci.
Voglio semplicemente ritornare ad essere la bambina di sempre, quella prima di questa catastrofe che frequentava la scuola, leggeva libri, suonava uno strumento e stava con i propri coetanei.
Non hai idea di quanto mi manchino quelle dolci note musicali di Chopin, Mozart, Bach… Ciò che posso sentire ora, è solo il rumore assordante delle bombe e granate che i serbi chiamano musica per le loro orecchie, e ovviamente, la guerra come un gioco, o ancor meglio, come un’esibizione durante un concerto, dove il pubblico siamo noi indifesi.
I fucili e le armi son diventati strumenti musicali, il leader direttore d’orchestra, il resto son tutti soldati e il grande teatro è il mio paese.
Non vedo più niente, se non tutto nero e ogni tanto qualche schizzo di rosso fresco.
Per quanto tempo dovrò sopportare ancora questa vita? Perché gli uomini continuano a suonare? Perché non vedo più donne ? Oramai posso solo credere nella speranza che tutto ciò finisca e preparare il requiem; confutatis maledictis-lacrimosa di Mozart, che egli preparò per il suo funerale.
Truong Thao Mi
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Diario Di Un Bosniaco
Short StoryL'assedio di Sarajevo, avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, è stato il più lungo assedio nella storia bellica moderna, protrattosi dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio1996. È una pagina soltanto di un pezzo di diario, dove descrivo l'asse...