18/05/2005
Caro diario,
si dice che il mese di maggio debba essere più bello dell'anno,oltre ad agosto. I fiori che sbocciano,la fine della primavera e l'inizio dell'estate,i gavettoni... a sentir dire queste cose,questo mese sembra davvero meraviglioso. Ma per me,è solo un altro mese di torture.
Oggi è successo di nuovo. Marco mi prendeva in giro,Sara mi spingeva,Gaia mi gridava contro parole rabbiose e tutti gli altri se ne stavano zitti. Io venivo presa in giro,derisa,urlavo dentro e loro,tutte quelle persone che se ne stavano in silenzio di fronte al mio dolore,non facevano niente. Non parlavano,non guardavano,non alzavano neanche un dito. Forse,non ascoltavano nemmeno o, forse,facevano finta di non ascoltare.
Quando sono scesa dallo scuolabus,ho trovato i Suoi occhi gelidi ad attendermi. Ha una corporatura possente e anche i maglioni più pesanti non riescono a coprire la sua muscolatura. Eppure,non è il suo corpo ad incutermi timore. Sono i suoi occhi; quei due ghiacciai in grado di far abbassare centomila sguardi con uno solo. E poi,quelle mani; le stesse mani che mi fanno sentire sporca ogni volta che mi toccano,sfiorano,violano. Mani che paiono strapparmi la vita ogni volta un po' di più.
Ho sentito il cuore battere forte contro la cassa toracica: forse,anche lui voleva scappare. Ho sentito la paura penetrarmi sottopelle come un ago da prelievo.
«Finalmente. Dobbiamo sbrigarci piccola,o faremo entrambi tardi» ha sussurrato,mentre mi trascinava nel solito angolo appartato della strada.
Mi ha guardata negli occhi velati di lacrime ed ha riso a crepapelle. I brividi sul corpo sono solo una delle reazioni equivalenti alla paura che ho provato.
Gridavo,scalciavo,chiedevo aiuto. E ancora una volta,le persone intorno a me,erano diventate improvvisamente sordomute. Erano prive d'udito e di parola,mentre io venivo scaraventata contro il muro rovinato sul retro della scuola e quell'uomo violava il mio corpo come se fosse suo.
Sento ancora le sue mani sul mio seno,sulla mia bocca per coprire le grida. E forse,anzi no,ne sono certa,avrei preferito ricevere una coltellata in ogni angolo del corpo,piuttosto che subire il tocco delle sue mani.
Non appena ha finito,mi ha accarezzata lungo la spina dorsale,scatenando una scia di brividi sulla strada tracciata dalle sue dita.
«Non ti desidererai neanche un pò di quanto ti desidero io.»,ha sussurrato. Poi il suo umore è cambiato improvvisamente,e lui era una persona diversa. «Adesso che ti ho marchiata,pensi che qualcuno ti vorrà? Una parte di te resterà con me per sempre. Sempre.»
E mi ha lasciata lì,nel bel mezzo di un pianto silenzioso tanto quanto doloroso. Mi ha lasciata lì,sola,a rannicchiarmi su me stessa,tremante e dolorante,ad abbracciarmi il corpo come se fosse una consolazione. E poco dopo,come sempre,mi sono raccolta da sola.
26/05/2005
Caro diario,
credevo di aver già vissuto il giorno peggiore della mia vita. eppure,quest'ultima,continua a sorprendermi. Per tutti questi anni,ho continuato a ripetermi che se Ieri era passato,sarebbe passato anche l'Oggi. E allora perché questi giorni finiscono,ma sembrano non finire mai? Si ripetono come una cantilena tormentante che mi strappa la vita piano piano,pezzo per pezzo,lacrima dopo lacrima.
Oggi ho conosciuto il dolore delle botte. Ho conosciuto il gusto che i violenti provano nel causare dolore,perché l'ho letto nei Loro occhi. Mi hanno pestata a sangue,neanche fossi un'animale e loro i cacciatori. Però,forse,è proprio così che mi vedono: una preda indifesa pronta per essere divorata. E fa male da morire -forse anche più delle botte,essere valutata come un'incapace di difendersi. Ed è così,che sono davvero: un'incapace di difendersi che,pur di non fare male altrui,subisce il dolore senza alcuna reazione.
È stato come se mi avessero strappato il cuore dal petto e ci avessero giocato a calcio. Quando sono tornata a casa,dopo la fine delle lezioni,mi è arrivato un messaggio. Le parole sono state come una coltellata nello stomaco: «Ragazza pestata a sangue fuori dalla scuola. Se l'è meritato!».
Ma io,mi chiedo,cos'ho fatto per essermelo meritato,un trattamento del genere? Che io ricordi,non ho mai torto un capello a nessuno. Non ho mai fatto del male neanche ad una mosca -dico davvero-,figuriamoci ad una persona. E allora perché mi fanno così male? perché godono del dolore che mi causano?
Mi sento come una poesia letta da persone che non apprezzano la letteratura.Continuo a chiedermi se,una fine,sia io a doverla porre. Perché non ce la faccio più,a vivere in questo modo. Non ce la faccio più,a vivere legata a questo filo che tenta ogni giorno di spezzarsi.
26/05/2015
Caro diario,
sono passati dieci anni da quando,l'ultima volta,ho scritto di me su un foglio bianco. Troppo è cambiato da quel giorno. L'ultima volta che ho visto Lui,è stato circa otto anni fa: dopo un processo durato un anno,la mia psicologa mi ha consigliato di rivederlo,per riuscire a superare quella barriera che il passato mi poneva davanti. Le mie parole,però,non hanno salvato solamente me; dopo lunghi processi,si sono riscontrati altri testimoni: delle ragazze che erano state ferite dalle Sue mani e dalle Sue parole,come me. A volte,lo penso ancora,ma non riesce a rovinare anche il mio presente,come invece aveva promesso di fare. Mi aveva giurato che sarebbe rimasto per sempre dentro di me,e che avrebbe continuato a perseguitarmi nel tempo,che non avrei mai potuto dimenticarlo. E che nessuno mi avrebbe mai più voluta,perché avevo lui,nel corpo. Ma si sbagliava: ho trovato una persona,che mi ha aiutata a dimenticarlo e che mi ha voluta,amata e continua ad amarmi nel tempo,seppur i miei demoni,di tanto in tanto,escano da sotto il letto.
Ho trovato un angolo di mondo della mia taglia,da condividere con una persona che mi ama e continuerà ad amarmi nel tempo. Ho trovato un angolo di mondo in cui posso esprimermi come mai ho potuto fare prima. Un modo in cui,oggi,mi ritrovo a ringraziare tutte quelle persone che mi hanno delusa,ferita e che hanno cercato di strapparmi il sorriso dal viso: grazie a loro,oggi sono più forte che mai. Ed è grazie a loro e all'uomo della mia vita,che oggi posso finalmente dirlo: niente e nessuno,in questa vita,potrà mai abbattermi.
Il dolore mi ha resa indistruttibile.

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Stop bullying
RandomPagine di diario di una ragazza ed il suo dolore. Una manifestazione contro i danni permanenti. E contro le ferite,quelle al cuore.