Carrie Rose

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Rose lo sapeva che sarebbe successo. Lo aveva letto nel libro, perciò doveva succedere prima o poi.
Il Re non le avrebbe mai mentito.
Si concentrò più a lungo di come avesse mai fatto, e in effetti qualcosa successe.
L'aria si incurvò e scintillò lievemente, come se fosse temporaneamente diventata una bolla di sapone. Rose esultò, contenta per il risultato.
Presto le cose sarebbero cambiate.
Molto presto.
Scese di corsa le scale per andare a comunicare alla madre il risultato dei suoi sforzi. La trovò in cucina, intenta a lavare i piatti.
"Mamma, ce l'ho fatta!" strillò compiaciuta.
La donna si girò, fissandola sconvolta con un paio d'occhi spiritati.
"Non urlare, piccola bestia! Non farlo! Non sai mai cosa potrebbe uscire dallo scarico!", la sgridò sconvolta, indicando alternativamente la figlia e lo scarico del lavello.
Rose non sapeva come mai la madre fosse così terrorizzata dagli scarichi. Parlava spesso di una certa cosa, una cosa che lei chiamava It, che sarebbe potuta uscire da lì dentro.
Non era l'unica stranezza della Signora Madder, come si faceva chiamare. Oltre all'aver cambiato nome, a seguito di un incidente con una Plymouth aveva il terrore di quelle auto.
Ogni tanto, Rose la sentiva di notte, quando si svegliava dopo un incubo e urlava qualcosa contro Christine. Christine era cattiva, diceva.
"Mai, mamma", rispose sovrappensiero. La donna le sorrise, lanciando un'occhiata furtiva al lavello.
"Brava, Carrie Rose", le disse ruvidamente la donna.
Rose odiava sua madre, durante quei momenti di ordinaria pazzia che colpivano la Signora Madder.
Ma ora...
Ora sarebbe cambiato tutto.

Rose odiava la scuola. Odiava la scuola e odiava il suo stupido nome. Odiava le sue compagne di classe, odiava i ragazzi e odiava gli insegnanti.
Tranne la professoressa di Inglese. Lei era buona, con Carrie Rose. Lei capiva Carrie Rose.
Ma per il resto... Non ci sarebbe nemmeno andata, quel giorno, se non avesse saputo che stava tutto per cambiare. Era solo questione di tempo.
Sull'autobus le prese in giro furono le solite.
"Carrie è cicciona!" urlò a un certo punto una voce dietro di lei.
Rose si girò, ma il colpevole si era mimetizzato tra le teste degli altri ragazzi.
Quando tornò a rivolgersi in avanti, un'altra voce fece da eco alla prima.
"Cicciona!"
Poi, tutti gli alunni cominciarono con il loro coretto.
Le urla- "cicciona"- si alzavano dai vari posti a sedere, uniti a risate e a scherni vari.
Carrie Rose cominciò a concentrarsi immaginandosi il motore del mezzo. Immaginò i pistoni bloccarsi e il mezzo inchiodare, visualizzò il fumo alzarsi dal retro dell'autobus, e vide il fuoco. Tanto fuoco, che non avrebbe toccato Rosie, ma solo i suoi compagni di scuola. Si immaginò le porte bloccate.
Si ritrovò dopo qualche minuto sul marciapiede, guardando l'autobus in fiamme dal quale uscivano urla disperate.

La psicologa, Miss Humber, osservò stupita quella giovane dal nome così bizzarro.
Carrie Rose Madder si guardava intorno, rilassata contro il divanetto di pelle marrone su cui era seduta.
La Humber amava leggere, ed era una cultrice della letteratura americana. Adorava gli autori come Joe Hill, James Patterson e, ovviamente, Stephen King. Amava leggere di mostri e creature malavage, perché, da professionista, capiva che non c'era nulla di sovrannaturale nei libri del Re.
Quei libri non parlavano di mostri, parlavano di persone.
Era dal 1974 che leggeva i racconti del Re, dalla pubblicazione di 'Carrie', il suo romanzo d'esordio. Trovava squisita la psicologia complicata dei personaggi, le azioni, i luoghi, e quel pizzico di mistero e inquietudine, a tratti di terrore, la intrigava.
Perciò, l'associazione tra i romanzi e il nome curioso della sua nuova paziente le venne spontanea.
"Allora, Rosie, parlami un po' di te. Ti piace leggere?"
"Sì, Miss Humber"
Carrie Rose la guardò con due occhi grandi e curiosi. Si aspettava una ramanzina, una sgridata, e si trovava a parlare di letteratura.
"E che cosa leggi, di solito?"
"La mamma mi fa leggere Stephen King"
Bingo, pensò la psicologa.
"Anche a me piace molto Stephen King, sai? E lo sai che il tuo nome viene proprio da due suoi libri?"
La ragazzina annuì ancora.
"Sì, Miss Humber, da 'Carrie' e da 'Rose Madder'. Li ho letti entrambi."
La cosa cominciava a preoccupare la Humber. Quale donna farebbe mai leggere 'Carrie' alla proprio figlia undicenne?
Si schiarì la voce, un po' a disagio.
"Ascoltami, Rose. Vorrei che mi raccontassi un po' di com'è la tua mamma"
"La mia mamma dice che sente il Re che le dice cosa fare.
E che devo farlo anche io".

Due ore dopo, Carrie Rose entrava in casa con le dita ancora sporche del gelato che aveva appena mangiato.
La madre l'accolse con un tono più duro del solito.
"È venuta la polizia. Cos'hai combinato, Carrie Rose?"
Rosie si leccò il cioccolato dalle dita e fece un largo sorriso alla madre.
"Quello che mi ha detto il Re"
La Signora Madder rimase stupita, incerta  Poi sorrise. I suoi occhi si persero nel vuoto, o dentro di lei, Rose non ne era sicura. 
Carrie pensò che quella cosa che la madre aveva in volto non era affatto un sorriso. Era una smorfia, un ghigno malvagio.
Improvvisamente ebbe paura. E non fu più sicura che quella fosse la sua mamma.
Forse, pensò, il coso dello scarico era giunto, alla fine, e aveva preso il posto della madre.
Indietreggiò. Qualcosa le diceva di scappare.
Corse lungo il corridoio e si barricò nel piccolo bagno.
"Rosie, amore della mia vita..." cantilenava la madre salendo le scale.

Il Re parla.
Me ne sono accorta quando ho letto per la prima volta 'Carrie'.
Il Re parla.
Lo sento, nella mia testa.
"Madder. Vai. Devi salvarla, o lui la prenderà"
La mia bambina.
Non posso permettere che la prenda.
Salgo le scale.

Carrie non si rendeva conto di ciò che stava succedendo.
Però una cosa l'aveva capita.
L'ossessione di sua madre per il Re la stava facendo impazzire. Doveva scappare, nascondersi. O lei l'avrebbe trovata.

La cerco, la chiamo.
"Carrie... Amore della mia vita..."
Ripeto quello che sento nella mia testa. Devo salvarla.
O lui la ucciderà.
Arrivo alla porta del bagno, la spalanco.
E lo vedo.
Quell'essere sta uscendo dallo scarico sta per ucciderla devo salvarla...
"LASCIALA STARE!"

Carrie Rose Madder non si accorse del momento in cui il coltello le trapassò le costole, per andare a fermarsi nel polmone destro. Sentì a malapena il dolore.
Era troppo scioccata dall'espressione che aveva visto sul volto della madre.
E, mentre la vita la abbandonava lentamente, seppe per certo che il Re aveva sempre ragione.
Proprio come le aveva sempre detto mamma.

Mi guardo le mani, sono piene di sangue, com'è possibile, quella cosa non può sanguinare oh Dio cos'ho fatto...
Getto il coltello che non ricordo di aver preso e mi sdraio accanto a lei, piangendo.
Ho visto quel pagliaccio uscire dallo scarico, ne sono certa, eppure non ho colpito lui, ho ucciso lei.
L'ho uccisa.
"No. È stato Pennywise, e lo sai. Lo sai cosa devi fare per completare l'opera."
Annuisco tra le lacrime. Do' un bacio alla mia piccola Carrie Rose, non sono riuscita a salvarla, povero amore mio.

Ultime Notizie: madre uccide figlia e dà fuoco alla casa.

Miss Humber lesse l'articolo tutto d'un fiato. Non poteva crederci.
No.
Continuò a leggere tra le lacrime che le scendevano lungo le guance.
Se solo... Se fosse stata più attenta, se avesse fatto di più.
Si maledisse per aver esitato ad esaminare la povera bambina, per non aver avuto quantomeno un sospetto sulla natura della fissazione della madre.
Sul perché avesse chiamato la figlia come la protagonista di un romanzo d'orrore.
E infine, vide una cosa che le tolse il fiato.
Sotto l'articolo c'era un'immagine della villetta, distrutta prima dall'orrore consumatosi al suo interno e dalle fiamme dopo. Il primo piano era occupato dalla cassetta della posta, su cui era dipinto il nome della casa, in grandi lettere chiare.
Overlook.

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