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Dopo un tempo che a me sembrò infinito arrivammo davanti ad un piccolo cottege in legno scuro, nascosto dagli abeti che circondavano ogni cosa in quel luogo.

Bucky apri la porticina cigolante, mentre velocemente venivo investita dal calore prodotto dal bellissimo caminetto in pietra, che silenziosamente con i suoi tranquilli scoppiettii riscaldava il piccolo abitacolo.

Sentivo gli occhi pesanti e l'unica cosa che desideravo in quel momento era un comoda sedia per poter riprendermi e una coperta calda.

Molto calda.

Come se potesse leggermi nel pensiero Bucky gentilmente mi indicò un piccolo divanetto posizionata vicino al camino, e senza neanche farmelo ripetere due volte mi ci precipitai.

Passammo dei minuti in silenzio, io fui ipotizzata dalle scintille creata dal fuoco e cercai in qualche modo di non pensare al vuoto che mi pervadeva.

Un sonno prepotente si stava impossessando di me, ma non potevo lasciarmi andare, dovevo ricevere delle risposte.

- Mi sembri piuttosto stanca, dovresti dormire un po'...gli altri arriveranno tra qualche ora, quindi..approfittane-;

Gli sorrisi, poi goffamente mi alzai avvicinandomi a lui.

-Adesso vorrei solo delle risposte...-;

-No -;disse quasi frettolosamente.

Non risposi, furono le mie occhiatacce a parlare al posto mio.

-Sei troppo stanca non capiresti, conosco la tua determinazione ma io non sono da meno, non ho intenzione di dirti niente fino a quando non avrai recuperato le forze-;

-Ah-; dissi socchiudendo gli occhi.

Lentamente mi voltai e ripresi a fissare con sguardo vuoto il caminetto scintilante.

-Lo sto dicendo per te-;

Di scatto mi voltai potendo rincontrare così i suoi occhi disarmanti e profondi come il mare.

-E da quand'è che ti importa di me?-;

-Mi è sempre importato... ma tu non lo ricordi-;

Vidi il suo volto essere colpito da un'ondata di tristezza e poi come se fosse abituato a tutta quella oscurità che aleggiava intorno a lui, si girò sparendo dietro alla porta dalla quale eravamo entrati precedentemente.

Quelle parole mi lasciarono spiazzata e ancora una volta mi domandavo cosa diavolo mi ero lasciata alle spalle?cosa era successo?

Passai alcuni minuti immobile nel mezzo della stanza, intenta a schiarire quei ricordi offuscati e a ricomporre quelli sparsi.

Sentii  aprirsi la porta e incontraii nuovamente quel volto contornato da una leggera barba e da delle profonde occhiaie, che senza degnarmi di un solo sguardo, passava accanto a me concentrato a trasportare legna.

Osservai imbambola ogni suo movimento senza mai staccare gli occhi da quella figura che mi rivolgeva le spalle.

Avvertivo un sentimento particolare nei suoi confronti ma non capivo cosa fosse ne tanto meno sapeva da dove proveniva.

Sapevo soltanto che c'era e lo sentivo incombere nel petto ogni volta che percepivo quegli occhi di ghiaccio su di me.

Quelle emozioni mi riportano in mente Steve.

Si assomigliavano.

Entrambi si allontanavano dal mondo rinchiudendosi nel proprio castello di ghiaccio, costruendo pareti e muri difficili da buttare giù, capaci di sovrastare ogni emozione ogni sentimento, rendendo così ogni giorno sempre più grigio e triste.

Memories To RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora