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Some are like water, some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later they all will be gone
Why don't they stay young?

Tutto iniziò circa un anno fa e da allora la mia vita subì un cambiamento radicale. Non posso dire che questa trasformazione fu immediata, perché sarebbe come cercare di spiegare ad un cieco i colori o insegnare ad uno zoppo a correre. Nient'altro che un'illusione. Eppure, ogni attimo, ogni istante trascorso da quell'incontro mi segnò irrimediabilmente, rendendomi quella che sono oggi.

Ad ogni modo, quando accadde si era da poco concluso il mio primo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo. Una volta uscita dall'istituto e aver salutato tutti i miei compagni di classe che non vedevo da diversi mesi, mi ritrovai a girovagare per le strade di Londra, in quella giornata di fine estate, a cavallo della mia mountain-bike mezza scassata, nel disperato tentativo di posticipare il più possibile l'incombenza compiti o, come dicevano i miei insegnati, "il momento più importante dell'apprendimento". Che razza di professore sano di mente assegna venticinque pagine da studiare la prima settimana di scuola?

Borbottando tra me mille insulti rivolti a quella crapa pelata del mio prof di economia, svoltai in Piccadilly. Una volta entrata a Green Park, legai la bici ad un albero e proseguii il mio giretto turistico a piedi. Ben presto riuscii a scovare una panchina libera, e stremata da quella giornata infernale vissuta tra i banchi di scuola, mi ci accasciai sopra con un sospiro stanco.

Estrassi il mio nuovo libro dallo zaino ed iniziai a leggere, curiosa di scoprirne di più su quel misterioso personaggio. Ero immersissima nel racconto e stavo per venire a conoscenza del segreto soprannaturale del protagonista quando una goccia d'acqua cadde sulla pagina, impedendomi la lettura di una parola.

Rivolsi gli occhi al cielo e notai che si stava annuvolando, perciò mi affrettai a chiudere il libro e ad alzarmi di scatto, prima che iniziasse il temporale. Corsi verso dove avevo lasciato la bicicletta, ma non la trovai. Nel dubbio, mi guardai intorno. Daltronde, il parco era davvero grande e avrei potuto benissimo sbagliare l'albero.

Nel frattempo, quella che era iniziata come una lieve pioggerella, ora si era tramutata in un vero e proprio acquazzone. Milioni di pozzanghere si formarono, rendendo il terreno erboso un unico pantano di terra, acqua piovana ed escrementi di scoiattolo.

Accidentaccio a me e alle scarpe nuove che avevo deciso di indossare quella mattina.

Del mio mezzo di trasporto non c'era nessuna traccia, e a malincuore stabilii che dovevo essere stata derubata.

-Grandioso!- borbottai senza un minimo di entusiasmo. Iniziai a marciare verso l'uscita del parco, tentando inutilmente di coprirmi i capelli alla meno peggio (ovviamente quel giorno mi ero dimenticata di prendere l'ombrello) e bighellonai, imprecando come uno scaricatore di porto, sotto tutti i portici che incontravo nel mio cammino.

Tra un insulto e l'altro, mi ritrovai davanti ad un bar. Era poco frequentato e proprio per la tranquillità che garantiva, spesso mi ci rifugiavo per evadere dal chaos della capitale. Dopo essermi pulita i piedi sul piccolo zerbino, per evitare di lasciare impronte fangose ovunque, entrai al Christal. Un susseguirsi di din annunciò il mio ingresso nel locale, seguito dal dolce profumo di biscotti appena sfornati. Aspirai a pieni polmoni quel delizioso odore che mi stuzzicava il palato, permettendogli di invadermi le narici.

-Hei, Amy! Qual buon vento, come sono andate le vacanze?- mi salutò la barista, con un sorriso stampato in volto, non appena mi vide.

-Ciao Nadine. Tutto bene, grazie. E tu?- ricambiai, tentando di ridare un pò di forma ai capelli appiattiti dalla pioggia.

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