Capitolo 3.

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Capitolo 3

Vidi Grace correre verso di me, sorrideva mentre prendeva in giro Mad chissà per cosa. Anche lei, seguita da Alex e Daniel, venne verso di me.

<< Buongiorno Rox! >> dissero le mie due amiche, Alex mi rivolse un sorriso mentre Daniel...

Bhe, lui era troppo sbruffone per parlare con me.

Non mi degnò di uno sguardo e la cosa mi infastidì.

Avevo ancora il casco, perciò il livido sulla guancia coperto dal fondotinta non era ancora visibile. Lo tolsi cercando di essere il più disinvolta possibile e dissi un vagheggiante

<< Buongiorno a voi >> con un bel sorrisetto sulle labbra.

La prima faccia che vidi fu quella di Alex
<< Oh mio dio! Hai mezzo visto viola! >>

immaginai che l'altra metà fosse rossa, visto l'imbarazzo per tutti quegli occhi puntati contro. Daniel mi guardava stranito, aveva la mascella contratta come se fosse arrabbiato per qualcosa. Madison e Grace invece, loro avevano già capito.

<< stamattina stavo ancora dormendo quando sono salita sul motorino, ho perso l'equilibrio e non avendo ancora il casco... La mia guancia ha fatto da cuscino. >> cercai di sorridere.

Alla fine si cambiò discorso ma quando ognuno prese la sua strada e rimanemmo solo io e Grace, tirava aria pesante.

Con le sue zeppe alte più di 5 centimetri, Grace camminava rumorosamente come se si fosse dimenticata nell'armadietto la sua finezza.

Alla fine fui io a rompere il ghiaccio.

<< Allora... Cosa facciam... >> si fermò di scatto e sobbalzai.

<< Per favore Roxelle! Non provare a sviare il discorso. Che cosa stai facendo? Perché non me ne parli! Quando è successo, dove!? Spero tu l'abbia lasciato! >>

la guardai e cercai di tenere i nervi saldi.

<< Grace, non è successo niente. È stato un incidente, Jake è non c'entra nulla questa volta >>
dissi con calma.

<< innocente?! Innocente! Adesso un ragazzo picchia la propria ragazza ed è innocente?! >>
alzò un po' troppo la voce e quando mi guardai intorno il corridoio era deserto, solo Daniel ci stava fissando, ma quando i miei occhi incrociarono i suoi, li tolse subito e si girò dall'altra parte.

<< Grace, smettila di fare scenate, abbassa la voce e ascoltami. Jake mi ama, mi fido di lui. Questo... >> mi fermai accarezzandomi la guancia

<< Non è niente. Quindi per favore, sei mia amica! Accetta la persona che amo senza discutere.>>
Il suo sguardo si intristì.

<< Come faccio a sopportare di vederti così? >>
mi afferrò piano un polso e strinse la sua mano alla mia.

<< Sto bene Grace. Ti prometto che se succederà qualcosa di grave prenderò le giuste distanze. >> gli rivolsi un sorriso rassicurante.

<< Qualcosa di grave?! >> sbraitò alzando di nuovo la voce.

<< Ascoltami bene Ro. Al prossimo sgarro se non sarai tu a prendere le distanze da lui, interverrò io e dirò tutto ai tuoi genitori! >>

Sospirai rumorosamente. <<Credimi, sto bene. Non c'è bisogno di far intervenire i miei genitori. Cos'è, non ti fidi più di me? >> misi un finto broncio.

<< non è di te che non mi fido, e lo sai. >>

La conversazione si chiude così e continuammo a parare di altro. Aveva un appuntamento con Alex questa sera, ed era entusiasta di passare a vedere la casa dei fratelli Rousseau. Dopo le lezioni le diedi uno strappo con il motorino. Arrivate davanti casa si sciolse il casco e rimase ferma di fronte a me.

IL MALE CHE TI VOGLIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora