ONE-SHOT [BBRAE]39

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Beast Boy starnutì. Non fu un semplice sternuto, in effetti, poiché nel momento esatto in cui esplose, il giovane ebbe un contraccolpo che lo portò a schizzare all'indietro con le sembianze di un tapiro. Quando si riprese, scosse il capo e si rimise ritto sulle zampe prima di tornare umano. Tirò su col naso e, rabbrividendo, si avvicinò di nuovo all'angolo cucina. Aprì il frigorifero e il freddo proveniente da lì lo portò a sternutire una seconda volta e poi una terza, con la medesima conclusione di prima, ma con differenti trasformazioni: dapprima in furetto, poi in gallo. Chiocciò e agitò le ali per un pezzo, sparpagliando le piume per tutto il pavimento, fino a che una mano l'afferrò con forza per il collo e lo sollevò per aria, costringendolo a fissare due occhi rossi come il fuoco. Deglutì a fatica, anche per via della presa ferrea che lo teneva immobilizzato.
«Vuoi piantarla di fare tutto questo chiasso?!» lo redarguì Raven con voce cavernosa. Fu sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma il naso le solleticò e sternutì anche lei, direttamente in faccia al pennuto, che emise uno strozzato verso di protesta.
La maga lo lasciò andare e lui scorrazzò tutt'intorno prima di riprendere le proprie sembianze umane. «Sei pazza?!» pretese di sapere, ergendosi sulle gambe. Il brusco movimento lo portò a smuovere l'aria e ancora una volta fu assalito da una scarica di sternuti, con risultati assai simili ai precedenti. Si fermò solo quando per poco non sfondò con il dorso una delle credenze con la sua mole da giraffa, tutta ripiegata su se stessa nell'angusto spazio in cui gli sternuti lo avevano costretto a furia di schizzare a destra e a manca. Falciando senza volerlo anche la compagna, che si ritrovò artigliata fra le sue lunghe zampe munite di zoccoli.
Quando la situazione si fu infine calmata, fu Raven a prendere parola col suo solito piglio apparentemente calmo, ma autoritario. «Liberami. Subito.» La giraffa provò a districarsi dal punto in cui si era incastrata, senza tuttavia riuscire nell'impresa. A quel punto Beast Boy fu obbligato a tornare umano, facendo sussultare l'amica, che avvertì un improvviso vuoto sotto di sé prima di finire a sedere in grembo al giovane, al quale infine lanciò un'occhiataccia.
«Me lo hai chiesto tu», le fece presente lui, con un sorrisetto imbarazzato.
Raven grugnì e si rimise in piedi con fare goffo, allontanandosi da lui di pochi passi e abbandonandolo a se stesso. «Se non stai bene, perché non rimani a letto?» domandò poi, sbirciando nella sua direzione.
Tirando di nuovo su col naso, il mutaforma si portò una mano alla testa, che sentiva pesante come un macigno. «Volevo qualcosa di caldo, prima.»
«Starfire ti ha portato del brodo non più di un'ora fa», ricordò l'altra, osservandolo con attenzione. A giudicare dagli occhi rossi e dalle occhiaie, Beast Boy doveva avere la febbre alta, eppure si ostinava a restare in piedi.
Lui le lanciò uno sguardo piuttosto eloquente. «Sì, e gliene sono grato, ma...»
«...non è molto brava in cucina», concluse la maga. In effetti, neanche lei poteva definirsi una cuoca provetta - tutt'altro. «È per questo che ti sei alzato? Per cucinare da solo?»
Stringendosi nelle spalle non solo per il freddo, il giovane annuì. «Almeno sono sicuro che non ci metterò qualche sostanza di dubbia provenienza», spiegò, avvertendo ancora in bocca lo stomachevole sapore del brodo di Starfire. «E devo anche fare in fretta, visto che è uscita. Non vorrei che tornasse a casa e mi sorprendesse mentre cerco di rimediare ai suoi pasticci. Ci rimarrebbe male.» Un altro sternuto lo colse, tramutandolo in un criceto e facendolo finire di nuovo contro i piedi della ragazza.
Lei si chinò per prenderlo fra le mani, questa volta con delicatezza, e se lo portò all'altezza del petto. Scottava proprio come aveva immaginato. «Non sono certo più brava di Starfire, ma... se hai fame, puoi guidarmi tu su come fare.»
Il criceto sollevò la testolina per guardarla con due occhioni commossi e Raven lo posò su uno dei banconi, dove lui mutò forma per tornare umano. «Ci vorrà del tempo, però.»
«Vorrà dire che intanto ti farò una tisana», propose lei, sfilandosi il mantello per metterlo attorno alle spalle del compagno, che la fissò sorpreso. «Almeno in quello sono brava», lo tranquillizzò, appuntandogli l'indumento sul petto.
Alzò lo sguardo ed incrociò quello di lui, che subito le sorrise con affetto. «Sai, Rae... A volte sei davvero dolce.»
Avvampando per l'imbarazzo che quelle parole le provocarono, la maga gli alzò rudemente il cappuccio sulla testa, nascondendogli il volto, e spostò di colpo la propria attenzione altrove, prima di allontanarsi frettolosamente da lui. «È solo che mi fai pena», lo contraddisse quindi, in un borbottio che lo fece ridacchiare con tenerezza, mentre si tirava su l'orlo superiore del cappuccio per poter tornare a sbirciare nella sua direzione.
«Sei raffreddata anche tu?» le domandò, per di più incuriosito dal fatto che, prima ancora di mettersi ai fornelli, Raven si stesse dando da fare con la magia a togliere di mezzo le piume di gallo che erano rimaste sul pavimento.
«No.»
«Prima però hai sternutito.»
«Sono solo allergica ai cretini.»
Beast Boy mise su il broncio, contrariato per quel suo dannato orgoglio. «Allora perché mi stai sempre intorno?» gli venne spontaneo chiederle.
Vide la schiena della sua compagna drizzarsi di colpo, mentre lei metteva l'acqua sul fuoco. «Chi starebbe sempre intorno a chi?!» volle sapere, voltandosi a guardarlo con espressione indignata.
«Stai sempre attenta a ciò che faccio.»
«Perché sei una calamita per i guai.»
«Questo non è vero!»
Uno sternuto lo fece volare giù dal bancone, crollando per terra in malo modo. Raven si affacciò oltre il mobile, sperando che non si fosse rotto l'osso del collo. Tutto ciò che vide, però, fu il proprio mantello, adagiato su se stesso. Intuendo che Beast Boy si fosse tramutato per caso in una creatura di piccole dimensioni, la ragazza andò a recuperarlo, smuovendo la stoffa lì dove le era sembrato si fosse mossa, sia pure impercettibilmente. Quando lo trovò, faticò a trattenere un sorriso. «Non è stato molto furbo, da parte tua», dichiarò, sollevando per la coda una lucertolina verde, che subito pose sul palmo della propria mano prima che l'estremità posteriore le rimanesse fra le dita. «Col sangue freddo che ti ritrovi nelle vene in questo momento...»
Mal sopportando quell'ennesima presa per i fondelli, il giovane tornò umano senza neanche avvertirla, finendo così per farle perdere l'equilibrio e schiacciarla sotto al proprio peso. «Ora sto bene, però», le assicurò, rimanendo su di lei e abbracciandola per pura vendetta. «Sei così calda...»
«Lasciami!» esclamò Raven, mettendogli una mano sulla testa e cercando di scollarselo di dosso non appena si riebbe dalla sorpresa.
«Che state combinando, voi due?»
Quella domanda fu capace di congelarli sul posto. Poi, preso coraggio, alzarono entrambi lo sguardo: ad osservarli con innocente curiosità c'era Starfire. «Che... Che ci fai, qui?» domandò la maga, fortemente a disagio.
«È che fuori fa davvero freddo e non vorrei beccarmi anch'io l'influenza, così sono tornata indietro per prendere una giacca.» La voce dell'aliena scemò sul finire della spiegazione e lei aggrottò un sopracciglio. «B.B., perché sei fuori dal letto? Ti senti meglio?» chiese poi, ritenendola una questione più urgente.
Raven gli diede una gomitata e lui fu costretto a tirarsi su a sedere, alleviandola infine dal suo peso. «Oh... ehm... sì», balbettò, reprimendo a stento l'ennesimo sternuto.
«Vuol dire che il mio brodo di blorgmorgh ha fatto subito effetto!» affermò la ragazza, battendo le mani con aria felice. «Stasera te ne preparerò dell'altro!»
Al sol pensiero, il giovane ebbe un conato e avrebbe rigettato tutto sul pavimento se la maga non gli avesse messo prontamente una mano davanti alla bocca, obbligandolo a resistere. «L'influenza gli ha preso lo stomaco, meglio se rimane a digiuno, per il momento», disse all'amica, cercando di non ferire i suoi sentimenti.
«Davvero?» se ne rattristò l'altra, guardando con dispiacere Beast Boy. «Che peccato...»
«Non c'è nulla di cui preoccuparsi», provò a rincuorarla Raven. «Gli stavo per l'appunto preparando un decotto che lo rimetterà a posto nel giro di poche ore.»
«Meglio così, allora!» affermò contenta Starfire. «Lo lascio nelle tue mani, sono certa che lo tratterai con i guanti.»
L'altra inarcò un sopracciglio. «Sicuro.»
«Vado», riprese l'aliena con fare sbarazzino. «Solo un consiglio, prima: se dovete tornare a strusciarvi come poco fa, potreste farlo sotto le coperte? Almeno così B.B. non prenderà freddo.» Dicendolo, scomparve oltre la porta prima ancora che Raven potesse spaccare qualcosa per mezzo dei propri poteri oscuri.
Beast Boy cominciò a ridere contro la sua mano, che presto scese dalla bocca al collo del giovane. «Una sola parola e ti lascerò ingurgitare di nuovo il brodo di blorgmorgh», lo minacciò fra i denti la ragazza.
Lui annuì, faticando a trattenere il divertimento. «Non dirò niente, lo giuro.»

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